Un piccolo libro, immenso e incantevole.
Non posso che iniziare così questo mio racconto del romanzo di Sylvie Schenk, Veloce la vita, pubblicato poche settimane fa dall’editore Keller.
Una delle letture più belle e intense di questo 2018.
Veloce la vita
Breve e veloce come la giovinezza, Veloce è la vita è un romanzo di formazione non strettamente autobiografico, nonostante nell’impietoso racconto si scorga parecchio di quanto realmente vissuto dalla Schenk.
Louise è nata tra le Alpi francesi dell’Alta Provenza, poco prima che la Seconda Guerra Mondiale avesse termine, con il suo strascico di rabbia, vittime e dolore.
Vive l’infanzia e la prima giovinezza tra la rigogliosa natura della sua piccola città alpina; un mondo minuscolo e circoscritto, che la rassicura ma che, lentamente, inizia anche a starle stretto.
La bellezza delle montagne ti rimane impressa. Sei permeata da un autunno generoso, dalle nubi che si specchiano nei laghi, dai gradevoli odori di sentieri lungo il pendio, dalla resina profumata degli abeti e pensi che il male e la stupidità appartengono solo all’uomo.
Dopo la maturità scolastica Louise, ormai donna in odore di coscienza femminista, si trasferisce a Lione, a casa della nonna cattiva – madre di suo padre – che la sorveglia continuamente e che vuole educarla all’opera, per toglierle quell’aria da bifolca cresciuta lontana dalla civiltà. A Lione Louise stringe amicizia con la sfacciata Francine, che la inizia alla frequentazione di un locale per studenti, dove le due incontrano il cinese Soon, il tedesco Johann e il pianista jazz Henri, anima tormentata dal trauma della morte dei genitori per mano nazista. Con quest’ultimo Louise intreccia la sua prima storia d’attrazione e di sesso, per poi capitolare tra le braccia del tedesco Johann.
Perché si dovrebbe amare un solo uomo e non due o più, magari contemporaneamente? Gli scrivi di voler vivere con lui, ma che non te la senti di promettergli di amare per tutta la vita solo lui. Le persone cambiano, condizionate da altri o semplicemente perché ne sentono il bisogno. Johann ti risponde dicendo che ti ama, che ti amerà sempre, qualunque cosa accada.
È infatti con il solare e gioviale tedesco – dalla tempra serena, nonostante l’ingombrante recente passato dei propri connazionali – che Louise trova una stabilità sentimentale e cresce al punto da voler diventare moglie e poi madre. Affascinata dalla famiglia di lui, così diversa da quella d’origine e apparentemente stabile e felice, Louise lascia inascoltati i rimproveri del padre e i minacciosi avvertimenti di Henri, trasferendosi in Germania, dove inizia una nuova vita.
Ma l’ammonimento di Tolstoj è sempre in agguato: ogni famiglia è infelice a modo proprio e Louise non tarderà a scoprire che l’idilliaca armonia che regna tra i parenti del marito nasconde insidie dolorose e vulcaniche repressioni.
Un pensiero riprovevole si fa strada in te: il matrimonio è sopportabile solo se si lascia sullo sfondo o di lato la nostalgia, se è tenuto in vita da un’ombra, come nell’arte, dove l’ombra di una persona ritratta ricorda all’osservatore che quella che è realmente esistita? C’è qualcuno, con un profilo così definito, da poter amare ignorando il secondo uomo sullo sfondo? Di quanto amore, di quanto accecamento c’è bisogno per considerare il compagno di vita l’unico eletto?
L’inaspettato colpo di scena finale è una rivelazione che ferma il respiro e attorciglia lo stomaco.
Louise diventerà donna, consapevole dei limiti dell’umanità e rassegnata al destino di vivere fino in fondo il proprio sentire.
La scrittura asciutta e diretta di Sylvie Schenk scorre veloce e potente, come il flusso del tempo che trasforma Louise da ragazzina montanara inesperta in cittadina riflessiva e determinata.
La narrazione in seconda persona, più intima della terza ma meno coinvolgente della prima, costruisce una nicchia tra la vicenda e il lettore, dove quest’ultimo può rifugiarsi per godere appieno di una storia che conquista e rimane.
un libro per chi: ha amato i libri di Annie Ernaux e vuole leggere un romanzo bellissimo e importante
autrice: Sylvie Schenk
titolo: Veloce la vita
traduzione: Franco Filice
editore: Keller
pagg. 176
€ 15.50
Appena terminato. Mi spiace solo averlo letto, per problemi contingenti, in più riprese e non tutto d’un fiato, come meriterebbe. Libro bellissimo, che mi serviva proprio, dopo una sfilza di delusioni letterarie degli ultimi tempi.
Si può sempre rileggere, è questo il bello dei libri belli e importanti!