Spesso si usa l’aggettivo sorprendente per definire un romanzo, nel bene o nel male.
Nel caso di Una ragazza affidabile, esordio letterario di Silena Santoni, l’aggettivo calza davvero a pennello e lo fa con un’accezione assolutamente positiva.
Da oggi in libreria trovate questa storia che inizialmente vi apparirà come un romanzo famigliare per poi rivelarsi un thriller dalle sfumature decisamente noir, che lascia in sospeso il lettore fino all’ultima pagina.
Una ragazza affidabile
Avete presente il capolavoro con Bette Davis e Joan Crawford Che fine ha fatto Baby Jane?
Leggendo il libro di Silena Santoni si viene costantemente pervasi da una sensazione di disagio simile a quella provata durante la visione di quel vecchio film in bianco e nero.
Al centro della storia ci sono due sorelle sulla sessantina, Micaela e Agnese, distanti ormai da tantissimi anni. La prima, dopo un lungo periodo trascorso a Londra, è tornata nella natia Firenze, dove vivacchia precariamente, convincendosi d’essere libera, indipendente e ancora seducente.
La seconda, professionista sposata con un ortopedico e madre di due brave ragazze, subito dopo l’università si è trasferita ad Ancona, dove è rimasta, mettendo solide radici e rassicuranti paletti.
Il mondo che amavo era quello che studiavo sui libri, tragico ed eroico , dove la separazione tra bene e male era chiara e le società non si nutrivano di parole ma di azioni gloriose. Era il mondo dei caduti alle Termopili, degli opliti di Maratona, di Achille che coltiva il senso sublime dell’amicizia, di Ettore che si sacrifica per la patria, così come ce lo spiegava nel suo modo coinvolgente la professoressa Conti. Più tardi a questo mondo di slanci generosi, ma votati al martirio e all’astrazione, preferii quello più rassicurante, razionale e pragmatico dei Latini e forse per questo ho scelto Giurisprudenza. Ho barattato il sentimento con la ragione, la fantasia con l’ordine.
Le sorelle – che sotto una patina d’indifferenza covano rancori mai veramente sopiti – si ritrovano dopo anni per espletare le pratiche di successione dell’eredità di una vecchia zia, la madre di Sergio, il cugino con cui entrambe sono cresciute e con cui hanno condiviso la rabbia, le incertezze, la violenza e lo squilibrio dei maledetti anni di piombo.
Mentre l’infervorata ribelle Micaela lo contestava e bistrattava, la razionale, pacata, affidabile Agnese di quel cugino s’era proprio innamorata, trascorrendo gli anni giovanili nel desiderio inespresso e quelli più maturi nel ricordo mai cancellato.
Era un’attesa estenuante che si gonfiava di promesse a ogni incontro, si afflosciava a ogni commiato sotto il portone col bacetto sulla guancia per rinnovarsi l’appuntamento successivo.
…
La mia anima era in stand by e si accendeva davvero solo quando ero con lui. Vivevo dentro la bolla di un’ossessione, indifferente perfino alle tumultuose vicende di quel tempo.
Sarà proprio quell’amore ad alimentare la scintilla di rivalità tra le due, già divise dalle idee politiche e dall’approccio alla vita, trasformandosi poi in esplosione e fuoco perpetuo, fatto di disprezzo e risentimento.
Sullo sfondo, la storia d’Italia e il livore politico di quegli anni, troppo spesso sfociato in violenza e morte.
Il limite tra bene e male è labile, come tutti i limiti. Difficile comprendere quando fermarsi, mentre si vive il presente.
Soltanto ora, ripensando a quegli anni, ne colgo la portata destabilizzante. È stata la nostra guerra. Come tutte le guerre ha fatto molti e prigionieri e reso più precarie le nostre vite. Come in tutte le guerre sono stati concepiti i bambini.
Eravamo all’oscuro di tutto, potevamo solo avanzare qualche ipotesi.
Eppure quella stagione oscura e turbolenta, forse perché è stata la mia stagione, mi appare più comprensibile di questo indecifrabile presente.
Con una magistrale costruzione dei personaggi e una ricostruzione viva e coinvolgente della Storia, Silena Santoni ci incolla alle pagine, nell’attesa di un finale che sorprende davvero e lascia con l’amaro in bocca.
Il caso forse governa le nostre vite, ma a volte è la spietatezza dell’essere umano a dare l’ultimo ferale colpo di grazia.
un libro per chi: scopre sempre l’assassino già a pagina 50.
autore: Silena Santoni
titolo: Una ragazza affidabile
editore: Giunti
pagg. 276
€ 18
Silena Santoni
Ha vissuto intensamente, Silena Santoni. Posso dirlo dopo averla incontrata nella sede milanese della casa editrice Giunti; un incontro durante il quale abbiamo avuto la possibilità di rimanere incantati dalla sua dialettica ipnotica ed estremamente convincente.
Silena Santoni parla come una scrittrice navigata, nonostante questo sia il suo esordio letterario, dopo oltre quindici anni d’insegnamento in una scuola superiore in provincia di Firenze.
Curiosa, irrequieta, sempre alla ricerca di nuove esperienze, Silena è attratta dalle novità ed è per questo che, non più giovanissima, ha deciso di mettersi in gioco e trasformare la propria naturale esigenza di scrittura in questa nuova esperienza come autrice.
Nonostante il romanzo non sia autobiografico, nelle sue pagine troviamo una profonda certezza, maturata negli anni dall’autrice: per quanto si possa tentare di regolare e controllare scientemente la propria vita, essa viene spesso influenzata dal mero caso. Inconsciamente, questa sua capitolazione è diventata il tema portante di Una ragazza affidabile, rivelando l’inquietudine e un inaspettato lato pessimista del carattere della Santoni.
La bravura di uno scrittore, a mio avviso, è anche e soprattutto nella capacità di destreggiarsi raccontando mondi che non conosce e Silena Santoni, per questo e per molto altro che scoprirete leggendo il romanzo, non può che essere definita una vera scrittrice, avendo abilmente affrontato un tema che non ha vissuto sulla propria pelle: da figlia unica è riuscita a raccontare il torbido e inquietante rapporto tra due sorelle rivali e distanti, delineando due personaggi che non attingono nulla dal carattere della loro creatrice.
Sono sicura che voi, come me, dopo aver letto questo esordio ben riuscito, vi metterete in attesa della prossima opera di quest’autrice.
Ti ho già detto che amo li liste, vero? Segnato!
Io amo le amiche che mi fanno da correttrici!
ma mica ne hai bisogno! <3 <3 <3
Ho sempre bisogno di una buona amica con l’occhio lungo!