La lentezza della montagna, il suo potere corroborante, quell’aria fresca che porta rinnovamento interiore, il silenzio delle valli viste all’alto.
Certezze che non sfuggono nemmeno a Elizabeth Von Arnim, romanziera vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento, che con Un’estate in montagna, da poco pubblicato da Fazi, condivide con noi lettori la propria rinascita tra i monti svizzeri.
Un’estate in montagna
Tutte le altre case in cui ho vissuto hanno dispiaceri da raccontare, ma questa, questa mia casetta sospesa nel sole a metà strada per il paradiso, è immacolata, nulla vi è mai accaduto che non fosse improntato la gentilezza.
Un’estate in montagna raccoglie le memorie della stessa Von Armin, rifugiatasi sulle Alpi svizzere, nella baita di famiglia, con l’intento apparentemente impossibile di dimenticare gli orrori della guerra.
Il primo conflitto mondiale le ha strappato amici e parenti, lasciandole l’animo oscurato e incapace di riprendersi.
Dal punto di vista fisico la solitudine è una benedizione, soprattutto dopo quello che è accaduto. Forse, qui da sola, riuscirò a ritemprarmi; forse basterà stare seduta su questi pendii fioriti e profumati di miele per guarire pian piano. Rimarrò seduta sull’erba e mi leccherò le ferite. Ho una tale voglia di rimettermi in sesto! E ho un tale bisogno di tornare a credere nella bontà.
Depressa e silenziosa, Elizabeth torna quindi nella confortevole baita dove era solita accogliere festosamente i propri cari, per prendere fiato da quel dolore incessante e dagli strazianti ricordi che le impediscono di tornare a sorridere.
È lì, tra quei monti verdi, silenziosi e profumati che, accudita dal tuttofare scaltro e impassibile Antoine e dalla di lui loquace moglie, ritroverà la voglia di parlare e aprirsi nuovamente al mondo.
Forse, tra molti anni, quando avrò quasi dimenticato cosa mi spinse quassù, non mi interesserà più nulla se non ridere, ridere con la tenerezza di una vecchia saggia dei malintesi, degli errori e dei fallimenti che mi portarono così vicina al naufragio, per quanto sotto sotto fossero guidati da tanto amore. Allora aprirò questo quaderno e lo leggerò.
Complice un’ondata di caldo afoso, la Von Arnim si ritroverà per casa due sorelle, inglesi anch’esse, che la faranno sperare di vivere momenti di allegra condivisione.
Momenti che forse non saranno poi così semplici da raggiungere e che, anzi, la faranno a volte rimpiangere la solitudine e il silenzio.
Kitty e Dolly, dai nomi così frivoli e in netto contrasto con l’apparente morigeratezza delle loro vite, saranno ossi duri da conquistare.
Ma l’amore, come sempre, trionfa su tutto. Sui silenzi delle sorelle, sui ricordi della guerra, sui lutti e sulle convenzioni dell’epoca.
Con la solita voce brillante, raffinata e a tratti giocosa, la Von Arnim si apre in questo diario intimo e spontaneo, che ben racconta un’epoca così distante da sembrarci quasi irreale.
Leggero e spiritoso, Un’estate in montagna val bene qualche ora di lettura in un placido weekend di fine estate.
un libro per chi: va pazzo per i personaggi e l’atmosfera di Downton Abbey
autore: Elizabeth Von Arnim
titolo: Un’estate in montagna
traduzione: Sabina Terziani
editore: Fazi
pagg. 200
€ 15