Articolo a cura di Metella Orazi.
Con Tra le onde, Namwali Serpell, scrittice statunitense nata in Zambia nel 1980, ci consegna una preziosa riflessione sul dolore e sui modi che l’essere umano ha di affrontare una perdita.
Tra le onde
Cassandra ha dodici anni, Wayne ne ha sette, e sono sorella e fratello.
Hanno il permesso di giocare da soli sulla spiaggia, in fin dei conti la ragazzina è abbastanza grande per badare al fratello più piccolo: fanno una buca, corrono in acqua, si divertono come sempre, poi succede una tragedia.
Non voglio dirti cosa è successo. Voglio dirti cosa ho provato. Quando avevo dodici anni mio fratello piccolo è annegato. Aveva sette anni. Io ero con lui. Lo portai a nuoto fino a riva. Mi teneva le braccia strette intorno al collo da dietro, il petto sulla schiena, le ginocchia che mi colpivano le cosce.
L’incipit rivela da subito ciò che Cassandra ha vissuto, ma Wayne non viene ritrovato, forse portato via dal mare, forse da qualcuno che li ha salvati.
La famiglia Williams, considerata “mista”, è sotto shock; il padre, ingegnere nero, e la madre, pittrice bianca, non riescono a credere alla scomparsa del figlio e cominciano a cercarlo e ad aspettarlo, perché pensano che prima o poi tornerà. Soprattutto la madre non si dà pace e per colmare il vuoto crea una fondazione per dare supporto alle famiglie dei ragazzi scomparsi.
I dettagli del terribile avvenimento sono svelati da Cassandra man mano che la storia procede; ora che è una donna adulta racconta di come i suoi genitori reagirono alla perdita, ma gli occhi della ragazzina riescono ancora a ricordare le reazioni che vissero dopo la tragedia.
In quel momento ho sentito che la stavo vedendo davvero per la prima volta, non solo nel modo in cui tutti finiamo per vedere i nostri genitori come esseri umani fallibili, ma anche le peculiarità del suo essere bianca, il modo in cui sembrava cercasse di esprimere le sue sensazioni solo attraverso l’arte nera.
Cassandra è perseguitata dal ricordo del fratello che vede ovunque, in metropolitana, in aereo, al ristorante e in sogno, fino a che conosce un uomo che inaspettatamente si chiama Wayne e ha pure lo stesso suo cognome e a quel punto la storia sterza verso il mistery.
Mi appoggio allo schienale e chiudo gli occhi. C’è una sensazione di attesa cinematografica, ma forse al giorno d’oggi si sentono tutti così. La vita sembra allo stesso tempo monotona e costantemente interrotta, la linea punteggiata di un monitor cardiaco di eventi, con qualche prima e dopo, forse, su entrambi i lati dei picchi. Il tempo non striscia più come un verme né vola più come una freccia. Erutta, si capovolge. Shock. Rivoluzioni. Cicli.
Nella seconda parte del romanzo, cambia la prospettiva e la voce narrante diventa il misterioso Wayne appena conosciuto da Cassandra. Un cambio inaspettato che innesca numerose domande sull’identità dell’uomo e sulle sue reali intenzioni.
Tra le onde è un romanzo dalle molteplici intenzioni: riflettere da una parte sul superamento del trauma e della perdita e dall’altra raccontare un thriller con risvolti amorosi.
Serpell è molto abile ad avvincere i lettori con una scrittura brillante e audace e condurli al cuore dei sentimenti di una famiglia spezzata da un dolore inimaginabile.
La prima parte è sicuramente più potente della seconda, in cui il cambio di narratore allenta la tensione e confonde il focus iniziale, di grande peso e diretto.
Namwali Serpell racconta una storia non convenzionale che parla delle emozioni più ataviche e per questo è da non perdere.
un libro per chi: sente che il passato può essere un’onda sul presente
autrice: Namwali Serpell
titolo: Tra le onde
traduzione: Enrica Budetta
editore: Fazi
pagg. 321
€ 18