Questo libro è stato il mio talismano la scorsa domenica, mentre ero in coda e attendevo di entrare al seggio a votare. Sapevo che avrei dovuto avere molta pazienza e attendere il mio turno in compagnia del romanzo scritto da Angie Thomas e pubblicato da Giunti, m’è sembrato l’unico modo possibile per sperare, fino all’ultimo, che l’Italia andasse in una direzione diversa dalla deriva razzista degli ultimi mesi.
The hate U give
Starr ha sedici anni e vive in un quartiere di colore, dove le bande la fanno da padrone e spacciare droga è il modo più semplice per sopravvivere; un ghetto dove si può morire a dieci anni, vittima di un proiettile vagante, come è accaduto alla sua amica Natasha mentre giocavano con il getto d’acqua di un idrante guasto.
I genitori di Starr hanno scelto per lei e per il suo fratellino una scuola privata in un ottimo quartiere abitato perlopiù da bianchi, nella speranza di dare loro le migliori opportunità e augurandosi di salvaguardare le loro vite dalla violenza di un ghetto dominato dai King Lord, sempre in guerra contro bande antagoniste.
Durante le vacanze di primavera, Starr ritrova a una festa l’amico d’infanzia Khalil, che da qualche tempo s’è allontanato da lei, lasciando il lavoro per darsi ai facili guadagni delle sostanze illecite, così da poter pagare le bollette e la spesa e dare un aiuto concreto alla nonna malata.
In fuga da una rissa che mette fine alla festa, Starr accetta un passaggio sull’auto di Khalil e le chiacchiere tra i due si fanno sempre più accese dai ricordi e spruzzate di malinconia, ma anche condite dalle risate di due adolescenti che stanno imparando a vivere giorno dopo giorno.
Improvvisamente l’auto viene fermata da un poliziotto. Un poliziotto ovviamente bianco.
Khalil non si attiene alle regole che i genitori afroamericani spiegano ai figli, con un discorso che nessuno dovrebbe essere costretto a fare e ascoltare.
Quando avevo dodici anni, i miei genitori mi fecero due discorsetti.
Uno era il solito sulle api e sui fiori. […]
L’altro discorso era su come comportarsi se fossi stata fermata da un poliziotto.
Mamma sosteneva che fossi ancora troppo piccola, invece papà rispose che non ero troppo piccola per farmi arrestare o sparare.
«Starr-Starr, devi fare tutto quello che ti dicono di fare» mi disse. «Tieni le mani bene in vista. Non fare movimenti bruschi. Parla solo se interpellata.»
Mi resi conto che doveva essere una faccenda seria.
Khalil non nasconde la rabbia per quel fermo che ritiene ingiusto, risponde a tono al poliziotto che chiede insistentemente i documenti e che spaventa Starr con i suoi modi bruschi e autoritari.
In una frazione di secondo, senz’altra apparente motivazione, un movimento di Khalil coincide con il fragoroso rumore degli spari.
Starr assiste impotente alla morte del suo migliore amico.
A sole poche pagine dall’inizio di The hate U give, Angie Thomas ci fa precipitare in un mondo che conosciamo solo attraverso la cronaca internazionale. Dalla sommossa di Rodney King ai più recenti fatti di Ferguson, da sempre sentiamo parlare di poliziotti bianchi che sparano a cittadini afroamericani, il più delle volte disarmati e con la sola colpa di essere neri, in una società che gronda sempre più sangue e razzismo e sempre meno voglia d’integrazione.
Ne sentiamo parlare, ci interessiamo, inorridiamo, ma per quanto possiamo essere vicini alle vittime, non riusciamo veramente a capire il clima che circola sulle strade americane.
Con una scrittura cruda, diretta e mai edulcorata, nonostante il libro si rivolga soprattutto ai giovani, Angie Thomas ci racconta uno spaccato della società americana, che per alcuni versi ci è impossibile comprendere, ma che ci riguarda e ci coinvolge tutti.
Starr, per quanto spaventata e sconvolta dall’accaduto, non si lascerà sopraffare dalla paura della verità e lotterà per dare alla morte di Khalil la meritata giustizia, lasciandosi affiancare da una carrellata di personaggi tratteggiati sapientemente dalla Thomas, con l’uso di slang e dialoghi efficaci.
The hate U give tratta un tema difficile che trova, in questo momento storico, un terreno fertile e desideroso di far crescere e fiorire la coscienza critica. Forse per questo il libro si fa facilmente amare, anche da chi è ormai ben lontano dall’adolescenza.
un libro per chi: combatte i pregiudizi, ha voglia di avvicinarsi alla cultura afroamericana e vuole approfondire questo terribile e violento aspetto della società statunitense.
autore: Angie Thomas
titolo: The hate U give
traduzione: Stefano Bertolussi
editore: Giunti
pagg. 416
€ 14