Leggere Quel che si vede da qui della tedesca Mariana Leky – ennesimo gioiello narrativo pubblicato da Keller – vi farà sentire parte di una famiglia originale e bizzarra.
Un libro davvero speciale, che sa toccare profondamente le corde emotive di ogni lettore, raccontando le storie di una buffa comunità del Westerwald, in un piccolo paese della Germania circondato da prati, boschi e un pizzico di magia.
Quel che si vede da qui
In paese abita la saggia e serafica Selma, dotata di un potere alquanto curioso: ogni volta che sogna un okapi – uno strano animale, un po’ giraffa e un po’ zebra – qualcuno muore entro ventiquattro ore.
Selma ha una nipotina dodicenne, Luise, un figlio giramondo, una nuora sempre sul punto di lasciare il marito, e molti amici che non possono fare a meno di lei, come la superstiziosa cognata Elsbeth, la scontrosa solitaria Marlies e l’Ottico del paese, da sempre innamorato della donna, rimasta vedova molti anni prima.
A Selma sembrava sempre troppo complicato farsi aiutare. La parte più complicata, secondo lei, erano i ringraziamenti finali. Preferiva cadere da una scala a pioli instabile, prendere la scossa dal cavo di una lampada o una botta in testa dal cofano di un’auto, beccarsi il colpo della strega a furia di sacchetti troppo pesanti, perfino sprofondare nel pavimento di casa, piuttosto che valutare l’ipotesi di chiedere aiuto e dover poi formulare complicati ringraziamenti.
Luise ha un amico del cuore, Martin, continuamente vessato dal padre Palm, un uomo troppo spesso ubriaco e aggressivo, che sfoga la propria perenne collera sul figlio e sugli innocenti animali che caccia di notte.
Chi morirà ora che un okapi è apparso sul prato sognato da Selma?
Gli abitanti del paese attendono di scoprire chi sarà il malcapitato, mentre il tempo scorre lento e il fiato resta sospeso.
Questa volta la morte porta via con sé una vita ancora immatura, lasciando tutta la comunità sgomenta e addolorata e cambiando per sempre il cuore di chi sopravviverà alla perdita.
La voce narrante è quella di Luise, che racconta un ventennio di storia della sua gente, visto attraverso lo stupore e l’innocenza dell’infanzia e in seguito con lo sguardo amorevole di chi ha scelto di restare in un piccolo mondo conosciuto e rassicurante, anche se a volte un poco stretto e soffocante.
Sarà l’amore per il giovane monaco buddista Frederik a farle mettere in discussione se stessa e tutto ciò che crede di conoscere.
Potevamo riservare qualsiasi trattamento all’amore. Potevamo nasconderlo più o meno bene, potevamo trascinarcelo dietro, potevamo sollevarlo, portarcelo in tutti i Paesi del mondo, comprimerlo i mazzi di fiori, relegarlo sottoterra, spedirlo in cielo. Paziente e flessibile com’era, l’amore si prestava a tutto questo, ma trasformarlo non era proprio possibile.
Mariana Leky, con un linguaggio vibrante e irresistibile, descrive una comunità affiatata e benevola, con personaggi che difficilmente il lettore potrà dimenticare.
La forza e l’empatia di Selma, l’entusiasmo di Elsbeth, la perseveranza del paterno Ottico, la finta durezza di Palm, l’esigenza di fuga del padre di Luise, persino l’immortale cane Alaska: tutti nel Westerwald hanno qualcosa da dire e da lasciare a chi è disposto ad ascoltare e accogliere, senza pregiudizi e con la curiosità di chi si apre all’umanità senza timore.
L’atmosfera fiabesca, tipica delle leggende popolari, contribuisce a rendere lievi temi come l’abbandono e la morte, che qui appaiono per quel che sono: parte della vita, che se ben vissuta può finire senza lasciare rimpianti e rimorsi.
Grazie di avermi portato così tanti inizi proprio alla fine sussurrò, e grazie di non avermi detto niente per tutta la vita. Forse se l’avessi fatto non avremmo potuto trascorrerla insieme. Ci pensi?
Quel che si vede da qui è un romanzo bellissimo e perfetto, che sa colmare i vuoti e placare i dubbi.
Leggetelo per sentirvi compresi e amati.
un libro per chi: vuole sentirsi parte di qualcosa di bello
autrice: Mariana Leky
titolo: Quel che si vede da qui
traduzione: Scilla Forti
editore: Keller
pagg. 327
€ 18