Scritto nel 2019 e pubblicato in Italia l’anno successivo da Atlantide, Quando tutto è detto è il romanzo d’esordio dell’irlandese Anne Griffin; una storia dolora e commovente, che ripercorre l’intera vita del burbero Maurice Hannigan, personaggio che non può lasciare indifferenti.
Quando tutto è detto
La storia che Griffin racconta è apparentemente molto semplice e già conosciuta: c’è un uomo, avanti con gli anni, vedovo, che ripercorre la storia della propria vita.
Eppure, in una vicenda che risuona perché decisamente comune, l’autrice riesce a inserire i necessari dettagli che la rendono unica, ribadendo la più grande verità, ossia che siamo tutti portatori di una storia importante, anche se ci pare d’aver vissuto nell’assoluta ordinarietà.
Maurice Hannigan ha 84 anni e siede al bancone del bar del Rainsford House Hotel, nella contea di Meath, in Irlanda, pronto a raccontarci la sua storia.
Nato in una famiglia di umili braccianti, Maurice è riuscito a diventare molto più che benestante, arrivando a possedere molte delle terre circostanti. Certo, non è stato sempre leale per raggiungere questo scopo, spesso ha messo da parte la compassione umana pur di accumulare soldi, ossessionato dalla povertà che da piccolo, a soli dodici anni, lo aveva costretto ad andare a lavorare per i Dollard, la ricca e spregevole famiglia che viveva nella magione che oggi ospita l’hotel.
Ha tanto sofferto Maurice.
Per lui andare a scuola era sconfortante; abile a far di conto ma quasi del tutto incapace di mettere in fila le lettere e le parole, aveva dovuto arrendersi al consiglio del maestro, che indirizzò la famiglia a scegliere per il figlio minore un’attività decisamente meno intellettuale.
Per fortuna nella sua vita c’era Tony, l’adorato fratello maggiore, sempre dalla sua parte, sempre pronto a spronarlo e a ricordargli che avrebbe potuto essere, in ogni modo, un Grande Uomo.
Il lavoro dai Dollard, però, era faticoso e umiliante, per lui e per la madre, una donna modesta e volenterosa, una madre pacata ma amorevole, costretta a lavorare anche nel suo giorno più terribile, quello che spezza per sempre la serenità della famiglia e lascia in Maurice un rancore profondo, un inesauribile desiderio di vendetta che muoverà buona parte delle azioni della sua restante vita.
Mia madre parlava sottovoce. Le parole che diceva andavano dritte al punto. Niente era sprecato. Né era una tipa da sorrisi. Ricordo la sua risata perché era rara. Dolce e sommessa, quasi imbarazzata per l’intrusione. Una volta mio zio John, il fratello di mia madre, da una visita a Londra portò a casa una banana. Non ne avevamo mai vista una, prima. La sistemò su uno dei sui piatti col disegno cinese blu, te li ricordi? Ad ogni modo eccola lì, piazzata al centro della tavola come un prezioso gioiello. Mia madre la guardò e scoppiò in una risata. Chiara e melodiosa, ecco com’era, come il canto di un tordo.ù
Il risentimento che Maurice cova non è solo verso il capostipite Hugh Dollard, ma anche e soprattutto verso Thomas, l’erede sbruffone e violento che non esita a picchiarlo e a lasciargli un’incancellabile cicatrice sul volto. Ma lo stesso Thomas è vessato dal padre e viene addirittura disconosciuto e diseredato per aver perduto il prezioso oggetto che diventa il più grande segreto di Maurice, per tutta la vita.
Proprio non puoi liberartene, anche a costo si dannarti, Maurice? E poi, a cosa ti servirà mai quella moneta? Non significa nulla per noi, mentre è chiaro che quell’uomo ne è ossessionato.
Maurice, settant’anni dopo aver allungato lestamente la mano e aver rovinato la vita di Thomas e dei Dollard, è seduto al bancone e inizia a il primo dei cinque brindisi con cui ci racconta la sua vita, attraverso i ricordi dedicati alle cinque persone cha ha più amato. Sono i titoli di coda della sua intera esistenza e noi, lettrici e lettori, siamo gli spettatori del suo gran finale.
Quando tutto è detto è un romanzo molto emotivo, spirituale, delicato e amaro, che resta sotto pelle e che è capace di commuovere fino alle lacrime.
La scrittura di Griffin è lirica, eppure non fa mai pesare l’abile uso della parola, sempre soppesata e perfetta nel raccontare i sentimenti di un uomo stanco, che ha trascorso troppo tempo a rimuginare sul passato, incapace di vivere appieno il presente pieno d’amore.
In queste pagine c’è tutta l’imperfezione degli esseri umani, il nostro essere perennemente combattuti tra istinto e ragione, mossi spesso da sentimenti primordiali che diventano causa della nostra stessa insoddisfazione e infelicità.
Forse è per questo che a Maurice ci si affeziona nonostante tutto, sentendone la mancanza a lungo, dopo aver riposto il romanzo in libreria.
un libro per chi: ha qualcosa da dire alla propria famiglia ma non sa da dove iniziare
autrice: Anne Griffin
titolo: Quando tutto è detto
traduzione: Bianca Rita Cataldi
editore: Atlantide
pagg. 277
€ 18