Quando ci scopriremo poeti nessuno potrà prenderci di Chicca Gagliardo

Sulla copertina tutta bianca di Quando ci scopriremo poeti nessuno potrà prenderci di Chicca Gagliardo c'è disegnata una piccola nuvola bianca

Non è la prima volta che Chicca Gagliardo ispira lettrici e lettori con i suoi scritti; pagine tanto dense quanto leggere, in cui ogni parola pesa tanto quanto gli spazi bianchi.
Quando ci scopriremo poeti nessuno potrà prenderci, pubblicato da Hacca edizioni, è una parabola poetica, un flusso narrativo che può toccare nel profondo chi sta vivendo un momento di chiusura e diffidenza verso il mondo, e che nel silenzio dei propri pensieri sente un vuoto invece che una risorsa.

Quando ci scopriremo poeti nessuno potrà prenderci

Tra poco starò ancora meglio. Perché sta arrivando il momento che aspetto da quando la mattina esco di casa: ritrovarmi qui la sera e potermi togliere le scarpe, le calze. Sentire la moquette ruvida sotto i piedi nudi. Il fastidio della giornata che viene grattato via.

La persona che racconta questa storia ha una ferita.
L’isolamento le ha fatto del male e forse è stata essa stessa causa del proprio dolore, non essendo riuscita a coglierne le infinite opportunità, rimanendo schiacciata dalla paura del contatto umano, senza fiato per infiniti mesi.
Noi però non siamo qui per giudicarla, per darle una colpa; non è questo il punto, non puoi mai esserlo se ci si sintonizza sulle frequenze dell’umanità più vera.

Siamo qui per seguirla nel suo percorso di apertura e rinascita, che si muove su sette note di un notturno, una musica che sarà sentita solo da chi vuole ascoltare, da chi vuole trovare una via luminosa nel proprio buio.

Tra piume e pozzanghere, tra nubi e raggi di sole, la persona si muove in un mondo vorticoso che sembra non dare spazio a nessuno e che, invece, ci accomuna tutti sotto lo stesso cielo.
E se non solo lei fosse ferita? Se tutti noi portassimo almeno una cicatrice, una croce, un dolore che non siamo riusciti o che non abbiamo potuto esprimere?

Se invece di cedere al silenzio come a un’onda che sopraffà, lo vedessimo come una culla da cui farci coccolare? Se il buio fosse solo una parte di noi, da accogliere senza timore?

Queste sono solo alcune delle domande che punzecchiano chi legge le pagine di Gagliardo, chi si muove tra il nero e il grigio delle parole, tra le immagini scattate dall’autrice stessa, in un bianco e nero che piano piano si fa colore.

“Che io possa essere per tutti voi che mi portate in voi non un peso, ma soffio leggero di sollievo” dice a un certo punto quest’a donna’anima ancora ferita, ma sempre più disposta a condividere il dolore, a darlo e a riceverlo, consapevole che non sempre sia possibile “guarire” nel modo in cui ci si aspetta e che piuttosto ci si rafforzi rendendosi conto che nessuno è davvero solo in questo mondo.

Le persone di ogni giorno, che prima non vedevo, sono ora per me voci della poesia.

Tra le righe di Quando ci scopriremo poeti nessuno potrà prenderci ci sono anche le parole di Simone Weil, Emily Dickinson, Etty Hillesum e di altri e altre che hanno viaggiato dentro di sé, trovando la via, seppure tortuosa, che conduce alla vita più vera.
Il risultato è un racconto che non si esaurisce nelle sue poche pagine, ma che resta e continua a scandagliare i pensieri, in cerca di ferite da cui possano sgorgare acqua e luce.

un libro per chi: ha bisogno di suggestioni

autrice: Chicca Gagliardo
titolo: Quando ci scopriremo poeti nessuno potrà prenderci
editore: Hacca
pagg. 131
€ 16,90

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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