Articolo a cura di Metella Orazi.
Le tipologie di esseri umani che sfilano sotto gli occhi di un agente immobiliare a Los Angeles devono essere pressoché infinite e lo sa bene Nina, protagonista di Prendere o lasciare, scritto da Lydia Millet e pubblicato da NN Editore, a cui ne capitano alcune davvero originali.
Prendere o lasciare
Il lavoro di Nina è quello di soddisfare ogni capriccio di ricchi clienti con l’intento di vendere loro lussuose residenze californiane.
La donna ha un peculiare modo di entrare in contatto con l’anima della casa: in ogni proprietà di cui si occupa cerca le tracce della sessualità dei residenti; quando trova un libro pornografico si nasconde nel bagno della casa che deve mostrare, per leggerlo prima dell’arrivo dei possibili acquirenti.
Per fortuna ai proprietari non importava nulla di cosa pensasse la gente, altrimenti il libro non l’avrebbe mai visto. Ma questa casa era di gente ricca di famiglia, gente che se ne sbatte. I nuovi ricchi invece nascondevano il porno nei cassetti. O in cassaforte. Lo aveva visto con i suoi occhi: in cassaforte. A meno che non fossero dei creativi, e in quel caso valeva tutto.
Mentre sta mostrando una villa a un presunto dittatore africano, questo improvvisamente scompare; lo ritrovano che sta tentando di annegarsi in piscina. Nel codazzo a seguito dell’aspirante suicida c’è Lynn e con Nina scatta inaspettatamente l’alchimia.
Non tutti gli incontri nelle case però sono felici, perché c’è anche chi è costretto a vendere perché dopo un divorzio non può più permettersi il tenore di vita che aveva da sposato e in questo caso Nina incontra persone infelici come l’adolescente Jeremy che mal sopporta la presenza dei compratori in continuo tour per casa sua e un giorno si fa trovare mentre guarda un porno e si masturba, inutile ribellione contro la decisione della madre che deve vendere perché abbandonata dal padre.
I desideri andavano abbandonati. ‘Abbandonare’, ‘arrendersi’, pensò, verbi di sconfitta.
Ma in fin dei conti la resa era l’unica vittoria.
Che melensa. Non stai morendo ancora, per amor del cielo, è solo un trasloco, la gente si trasferisce tutti i giorni.
“Casa” dovrebbe essere il posto sicuro dove potersi spogliare delle fatiche del mondo, ma cosa succede quando è proprio questo luogo che invece di accoglierci e abbracciarci ci viene tolto?
La nonna di Jeremy, un’accademica in pensione è costretta a vendere la sua amata casa per trasferirsi con il figlio separato, ma non dimentica che le cose belle del passato nessuno potrà mai togliergliele.
Avrò anche fallito, ma una cosa preziosa mi rimane: so cos’è il bello.
Quindi prendete la mia casa, prendete il modo in cui vivevo, immersa in queste dolci colline. Prendete la mia vista sul cielo e sull’oceano nelle giornate più limpide. Anche voi ringrazierete questa vita e vi inchinerete, pieni di gratitudine.
Prendere o lasciare è strutturato in tredici quadri in cui Nina, l’agente immobiliare, rappresenta il filo che lega e riunisce le esperienze degli altri personaggi.
In ogni piccola scena Millet introduce i lettori in media res, le cose brutte o spiacevoli sono già successe fuori dal quadro e noi leggiamo le conseguenze.
Il discorso corale che mette in scena la scrittrice americana sembra ammonire sulla vacuità dell’apparenza sempre ingannevole e la casa con i suoi muri che precludono la visuale a chi è esterno, può sì proteggere, senza però dimenticare che una bella facciata – come una bella persona – può nascondere segreti, traumi, sconcezze e sogni.
un libro per chi: quando vede una finestra illuminata attraverso la quale si intuisce una stanza, una libreria, un tavolo di cucina, comincia a fantasticare, immaginando la vita di chi abita quel segmento intravisto
autrice: Lydia Millet
titolo: Prendere o lasciare
traduzione: Gioia Guerzoni
editore: NN Editore
pagg. 224
€ 18