Articolo a cura di Paola Migliorino.
Elido Fazi, noto ai più come fondatore dell’omonima casa editrice, con Potenza e bellezza smette ancora una volta le vesti di editore per assumere quelle di autore, come già avvenuto nel recente passato con i testi ispirati alla vita e alla poesia di John Keats, o con alcuni saggi che analizzano le condizioni dell’Europa e la crisi economica.
Potenza e bellezza
Il tema questa volta è decisamente diverso, e al ruolo di autore si affianca quello di storico, perché lo sforzo richiesto da quest’ultima opera ha preteso senz’altro approfondimenti accurati sul nostro passato.
In Potenza e Bellezza Fazi ricostruisce meticolosamente e con una certa ridondanza – sullo sfondo dell’Italia e dell’Europa tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento – le vicende di due personaggi unici per ragioni diverse: troviamo così la Storia con l’iniziale maiuscola di Napoleone Bonaparte, raccontata dai suoi esordi sino alla polvere di manzoniana memoria, affiancata alla vita e alla storia più modesta di Monaldo Leopardi, il cui indiscutibile merito è quello di averci dato cotanto figlio.
Da una parte quindi si erge la Potenza, intesa come l’ambizione e la gloria di un generale di umili natali che è riuscito in imprese inimmaginabili grazie alla sua incredibile abilità matematica e alla ferma determinazione di riuscire nelle sue imprese; e dall’altra, a farle da contraltare, la Bellezza, la “nostra” Bellezza, quella dei nostri territori, dei nostri paesaggi, delle nostre città e – soprattutto- della nostra poesia. E come disse un giovanissimo Giacomo Leopardi nell’Orazione per la liberazione del Piceno:
Se questo fosse vero, e cioè che il paradigma per valutare la felicità degli Stati è la Bellezza e non la Potenza, probabilmente non esisterebbe al mondo un popolo più felice di quello degli Italiani.
Napoleone in fondo è un parvenu, un “generalino”, un ragazzo basso, pallido e con un’attitudine per la matematica, che scrive penose lettere d’amore alla moglie vogliosa e infedele, notissima a Parigi per le sue doti erotiche.
Napoleone, però, è anche l’uomo destinato a una parabola ascendente del tutto imprevedibile e, nel giro di pochi anni, città e regioni intere del nostro Paese chineranno vigliaccamente la testa al suo passaggio. L’addentrarsi del lettore nel romanzo può lasciarlo sconfortato di fronte alla passività che ha contraddistinto gli Italiani, addirittura detestati da un feldmaresciallo per la loro pavidità.
Non è di certo apprezzabile nemmeno lo spoglio meticoloso e organizzato compiuto dalla Francia in quegli anni, al suono della Marsigliese: migliaia di opere d’arte hanno passato i confini fra i due paesi nella più totale indifferenza, anzi, spesso il nostro patrimonio è stato offerto nella speranza di evitare flagelli peggiori.
È questa la libertà dall’oppressione straniera? È questo lo scopo della Repubblica, il significato dell’eguaglianza? Eppure, Napoleone era da più parti acclamato come le liberateur de l’Italie!
Per fortuna nelle Marche qualcosa si muove, un po’ d’orgoglio freme, e Costantino, amico di Monaldo, riesce a porsi al comando di un piccolo esercito di volontari che renderà più ardua la conquista dei Francesi.
E a proposito del Federalismo così tanto ambito da alcuni politici di oggi, in Potenza e bellezza troviamo più di un ragionevole elogio all’unione delle forze:
La nostra nazione, riunita tutta sotto un solo Governo, sarebbe formidabile per i suoi nemici. Un popolo come il nostro generoso e nobile, colle immense risorse del suo territorio e delle sue facoltà intellettuali, potrebbe concepire dei vasti disegni e ottenere dei grandi successi. Non per nulla, egli è stato un tempo signore dell’universo mondo e potrebbe ancora una volta a gettare nell’ombra tutte le altre nazioni.
Come sappiamo, la Storia ha invece avuto esiti diversi, e le conquiste di Napoleone sono proseguite inarrestabili anche oltre i confini europei, fino alla disfatta e all’esilio a Sant’Elena, mentre sul nostro territorio un giovane poeta osservava ammaliato la Bellezza che ci circonda.
La sera, d’estate, gli piace guardare le stelle per ore, nel buio del suo giardino. I suoi occhi, affaticati dalla lettura, si riposano ammirando quello spettacolo imponente: e la sua stessa piccolezza gli appare compensata dalla loro moltitudine.
Impossibile non trarre delle conclusioni da questa scrittura, seppure a tratti sovrabbondante fino a risultare a tratti tediosa nell’elenco dei fatti storici: la determinazione di un solo uomo spesso vale più di cento cannoni, ma la vera forza nasce dall’unione fra le genti.
un libro per chi: preferisce ancora la bellezza
autore: Elido Fazi
titolo: Potenza e bellezza
editore: Fazi
pagg. 432
€ 20