Articolo a cura di Metella Orazi.
Per due giovani sposi l’acquisto di una nuova casa rappresenta un bell’inizio di vita insieme e in My Darling, Clementine di Amity Gaige, edito da NN Editore, Clarke e Charlotte sperano sia così a Clementine, cittadina vicino a Boston in cui decidono di comprare una piccola casa gialla.
Oh my Darling, Clementine
Clarke fa l’insegnante e ha quasi trent’anni ma spesso si sente ancora un bambino, specie nei confronti della madre recentemente morta.
Si stupisce dei problemi che la vita adulta gli sottopone e vagheggia la sua infanzia straordinaria, in cui tutto andava bene, in cui l’affetto non gli è mai mancato; non si capisce bene, però, quanto tutto ciò sia frutto di reali ricordi o di costruzioni favolistiche della realtà vista dagli occhi di un bambino.
La moglie Charlotte a differenza sua non ha avuto genitori amorevoli perché è stata adottata e la famiglia in cui è stata accolta non le ha dato la sicurezza a che cercava.
Sapeva di essere figlio di una squinternata. Gli ultimi anni prima della morte di sua madre erano stati i peggiori. Come suo padre e sua sorella, al funerale non aveva versato una lacrima, e ora tutti si comportavano come se da quel momento fossero passati ben più di tre mesi. Ma in segreto, nascoste in una specie di fortezza inviolabile, Clarke custodiva quelle storie assurde e straordinarie, proprio come alcune vecchie signore conservano il ricordo di un bel fidanzato morto in qualche guerra lontana.
La madre di Clarke era solita raccontargli delle storie per bambini per spiegare il mondo, a cui lui in qualche modo credeva, trovandole rassicuranti, e anche dopo, quando lei si è tolta la vita consumata dalla follia, non può fare a meno di pensarci.
Sollievo e mancanza sono i due sentimenti che prova Clarke mentre cerca di costruire la sua nuova vita in compagnia di Charlotte.
Tutto sembra andare a meraviglia, la casa è accogliente, sua moglie è giovane e bella, ma al posto dell’armonia matrimoniale si instaura nella coppia una tensione inspiegabile.
Tutt’a un tratto gli sembrava di trovarsi da un’altra parte. Non sentiva più di essere davvero in quel letto, in quella casa, e di star facendo l’amore con sua moglie, ma di osservare il suo giovane corpo con gli occhi di un vecchio. Una grande tristezza si impadronì di lui.
Visioni, rumori inconsueti, momenti di sospensione cominciano ad entrare in scena in maniera subdola e l’apparente tranquillità della vita in provincia viene minata da delle presenze che entrambi i coniugi sentono e temono.
La casa sembra avere una vita propria e comincia ad interferire con quella dei suoi abitanti.
Quello che vuole Clarke non sembra più essere ciò che desidera Charlotte e una strisciante incomunicabilità costruisce un muro tra loro. Per esempio il discorso figli, se averne o meno, torna a essere un problema quando invece sembravano concordi sul non volerne. Tutto prende una strada inaspettata quando Clarke salva un ragazzino dall’annegamento.
Lo stile di Gaige è un congegno perfetto, un mix di grottesco e precisione, che regala immagini sorprendenti e riesce a descrivere gli stati d’animo che intercorrono nei componenti di una coppia che comincia a non capirsi, a non raccontarsi, in maniera scarna e realistica.
Soprannominata la “figlia di Cheever” Gaige ha esordito con Oh my darling, Clementine, dimostrando di meritarsi tutto l’appellativo.
un libro per chi: ama le atmosfere alla Shirley Jackson e vuole scoprire una scrittrice di talento
autrice: Amity Gaige
titolo: Oh my darling, Clementine
traduzione: Chiara Baffa
editore: NN Editore
pagg. 227
€ 19