Con Morte in scena a Vienna l’austriaca Beate Maly ci regala il ritorno di Ernestine Kirsch e Anton Böck, già apprezzati protagonisti di Omicidio al Grand Hotel.
Questa volta l’insegnante di latino in pensione e l’ex farmacista dovranno risolvere un omicidio avvenuto nell’ambiente dello spettacolo.
Morte in scena a Vienna
Anton ha ormai lasciato la gestione della farmacia alla figlia Heide, che se ne occupa con grande professionalità ed entusiasmo, riuscendo anche a crescere da sola la piccola Rosa, il cui giovane padre è morto in guarra.
Ernestine è ormai parte della famiglia; nonostante il buon Anton non le abbia ancora dichiarato ufficialmente i propri teneri sentimenti, la vivace e intraprendente insegnante passa parecchio tempo a casa loro, soprattutto quando c’è qualche buon manicaretto da assaggiare preparato dall’ex farmacista, buongustaio appassionato di cucina.
Ernestine si allungò a prendere un kipferl e lo sgranocchiò come se fosse un pezzo di pane secco e non un biscotto che si scioglieva in bocca. Anton conosceva fin troppo bene quell’espressione sul viso dell’amica. Gli sembrava quasi di vedere gli ingranaggi muoversi nella sua testa.
La volitiva Ernestine è affascinata dal teatro e dall’operetta, così convince il più malleabile Anton a seguirla alla prima de La giacca gialla, opera di Franz Lehar che vede protagonista l’affascinante Hermine Egger, sposata con il milionario Herbert.
Testarda com’è, Ernestine riesce a infilarsi nel camerino dalla star per farsi autografare il programma della serata, da regalare a Rosa.
Avete presente quel detto che suggerisce di non avvicinarsi mai troppo ai propri idoli, per non rimanere delusi dalla realtà?
L’intuito di Ernestine – ma anche il suo buon udito, che non si lascia sfuggire una concitata conversazione – la mette sulla buona strada per capire che l’artista è tutt’altro che apprezzata e benvoluta nell’ambiente.
Quando il suo corpo viene ritrovato privo di vita nel teatro ormai chiuso, dopo la rappresentazione, l’insegnante non potrà trattenersi, coinvolgendo il titubante Anton, dall’investigare sull’accaduto.
In questa ultima e piacevole avventura, raccontata con un ritmo che non lascia al lettore nessun’altra possibilità che perdere il sonno per scoprire il colpevole, entra in scena un nuovo personaggio, il detective della polizia criminale Erich Felsberg, ex allievo di Ernestine che dovrà sopportarne l’incalzante curiosità.
“Cosa le è successo alla gamba?” chiese lei.
“Due settimane prima della fine della guerra.” Felsberg si era fermato e parlava a voce bassa. “Una scheggia di granata.”
“La guerra ha trasformato l’Europa in un campo di battaglia e continuerà a tormentarcib lungo,” commentò seria. “Ha causato un sacco di dolore e sofferenze inutili.”.
Beate Maly non ha alcun timore di far affrontare ai suoi personaggi anche temi non propriamente conformi alla mentalità dell’epoca, facendoli risultare sempre e comunque credibili.
Non mancano infine i tanti riferimenti storici, davvero molto interessanti per chi abbia voglia di scoprire e approfondire la vita viennese e austriaca degli anni del primo dopoguerra, passando dalla politica all’architettura, dalla cronaca al fermento culturale.
Morte in scena a Vienna è un altro giallo classico che tutti gli appassionati del genere dovrebbero avere nella propria libreria.
un libro per chi: anche nei gialli più leggeri cerca sempre qualcosa di nuovo da imparare
autrice: Beate Maly
titolo: Morte in scena a Vienna
traduzione: Rachele Salerno
editore: Emons
pagg. 250
€ 15
Mi piacciono i gialli e questo, insieme al primo della serie, è nella mia lista dei libri da leggere
Se ti piaccioni i gialli classici, questi sono molto godibili!