È un romanzo horror.
Questo è Morsi di Marco Peano, uscito per Bompiani, che però, come nella migliore tradizione kinghiana, nelle atmosfere horror e talvolta davvero disturbanti racconta la formazione di due ragazzini che stanno vivendo il delicato passaggio tra fanciullezza e adolescenza, che già di per sé potrebbe essere considerato il momento più horror delle nostre vite.
Morsi
Sonia e Teo, potrebbero fare parte del club dei perdenti creato dal maestro Stephen King nel suo capolavoro It.
Lei è nata settimina, non ha grandi doti fisiche ma di certo non le mancano arguzia ed energia, mentre lui, figlio di contadini bruschi e ignoranti, ha un corpaccione sgraziato, un’aria da grullo e porta sempre con sé l’odore della stalla.
Oggi vivono distanti ma si sono conosciuti alla scuola elementare di Lanzo Torinese, paesino ai piedi delle montagne che, come tante piccole realtà sperdute lungo l’Italia, nasconde un’affascinante tradizione folcloristica fatta anche di leggende e magia.
Ma questo accade quando si è piccoli: lo spazio si tramuta in una faccenda emotiva, che nulla ha da spartire con la fisica.
Sonia adesso vive a Cirié, una metropoli al confronto di Lanzo, ma torna spesso al paesello per stare con la silenziosa e distante nonna Ada, nota a tutti per essere una guaritrice, forse addirittura una masca, dotata di facoltà soprannaturali e capace di usare le erbe e la magia.
Teo, invece, sta ancora a Lanzo, anche se ora fa le scuole medie private e ha imparato a non esprimersi solo in dialetto.
A lei stanno crescendo i seni, a lui i baffetti, e sono in quell’esatto istante della vita in cui l’innocenza della fanciullezza fa a botte con i pruriginosi istinti dell’adolescenza.
Insieme, Sonia Ala e Teo Savant, si troveranno a vivere un’avventura disperata, terrificante e paradossale, che nasce da quello che viene sommessamente definito dai compaesani, dai media e da tutti come un “incidente” e che, invece, nasconde un fatto di una gravità inaudita: la rigida e anziana professoressa Cardone ha chiuso a chiave la porta della classe e, davanti agli studenti terrorizzati, ha compiuto qualcosa che non si può nemmeno immaginare.
Tutto accade durante le festività natalizie a cavallo tra il 1996 e il 1997 (chi ricorda i Gremlins di Joe Dante, le cui crudeli peripezie dark erano rese ancora più terrificanti dalle lucine di Natale?) e i due ragazzini saranno costretti a cavarsela da soli, in un mondo in cui gli adulti sono fuori gioco.
Anche quando sta per arrivare la fine del mondo, ci sono comunque istanti meno significativi di altri. Emozioni vissute con un’intensità minore: il truciolato dell’esistenza.
Chiunque abbia preso parte a un veglione di Capodanno sa quanto bruci in fretta la fiducia che riponiamo in ciò che verrà. Una volta finita la festa, i vecchi problemi non si sono risolti da soli. E il giorno in cui si presenteranno quelli nuovi saremo ancora colti di sorpresa, come animali spaventati dai fanali di un’auto in corsa.
Morsi – nonostante le inaspettate scene truculente e ai limiti dello splatter, che grazie all’abilità da Grand Guignol dell’autore nel dosare grottesco e bizzarria fanno il giro su se stesse sdrammatizzandosi e diventando, dopo lo sgomento iniziale, quasi buffe – ha la vera vocazione del romanzo di formazione e come tale sa esattamente come raccontare la paura del diventare grandi, distaccandosi da ciò che si era stati e si era vissuto finora.
Come già aveva dimostrato Ammaniti con Anna, il mondo messo in mano ai ragazzini è sì terrificante ma anche pieno della speranza di chi ancora non ha sostituito il coraggio con il quotidiano quieto vivere che diventa ignavia.
Morsi è una lettura stratificata da cui è difficile staccarsi, che continua a lavorare sui lettori e sulle lettrici anche dopo l’ultima pagina, reiterando ciò che ci era già noto dopo L’invenzione della madre: Marco Peano è uno scrittore che sa raccontare la vita.
un libro per chi: ha amato It, Anna e anche Stranger Things, e ha sempre un po’ di nostalgia per il passato
autore: Marco Peano
titolo: Morsi
editore: Bompiani
pagg. 186
€ 17