Un romanzo breve ma estremamente intenso e vivo quello di Sjón, da poco pubblicato in Italia da Federico Tozzi Editore, nella traduzione della bravissima Silvia Cosimini.
Mánasteinn. Il ragazzo che non è mai stato ci porta nell’Islanda dei primi anni del Novecento, una terra così profondamente diversa da quella che oggi idealizziamo, e lo fa con una scrittura pulita, poetica, a tratti surreale, toccante e travolgente.
Mánasteinn. Il ragazzo che non è mai stato
Máni Steinn Karlsson vive a Reykjavík con un’anziana prozia. Sedicenne orfano e appassionato di cinema, si prostituisce con diversi uomini per guadagnare qualche soldo.
Máni però ha anche un’altra passione, oltre ai film muti che cerca di vedere e rivedere nei due cinema della zona.
Si chiama Sóla Guðb- ed è una ragazza indomita e coraggiosa; nei sogni del ragazzo è addirittura l’alter ego della sua attrice preferita.
Quando il ragazzo la rivede, Sóla Guðb- è in un gruppetto di altre ragazze in una casa di Vonarstræti, dove si insegna cucire e, si dice in giro, si discute dei diritti delle donne.
In loro compagnia è vestita secondo i dettami dell’ultima moda, come qualsiasi altra signorina bene di Reykjavík, con uno spolverino all’inglese, un cappello di lana fatto a mano verde e marrone e un paio di stivaletti in cuoio abbottonati, che spariscono sotto l’orlo della gonna al polpaccio. In confronto alla tuta da motociclista è un abbigliamento piuttosto banale, il ragazzo deve ammetterlo.
Ma va bene così. Il ragazzo sa che è nella natura delle donne come Sóla Guðb- e Irma Vep, il suo doppio francese interpretato da Musidora ne I vampiri, poter indossare mille travestimenti diversi ed essere contemporaneamente “tutte le donne” e “l’unica donna” – anche quando portano un tailleur e una cravatta.
Per Sóla Guðb- Máni prova un vero interesse. Non quello che finge per il rozzo tipo con cui si nasconde proprio dalla sua musa; nemmeno quello che apparentemente mostra per il bibliotecario che vuole succhiarglielo.
In Sóla Guðb- Máni si riconosce, da lei si sente compreso, accettato.
Il destino di Máni, però, sta per essere plasmato dalla Storia: l’Islanda con un referendum ha da poco sancito l’inizio del cammino che la porterà all’indipendenza dalla Danimarca; una nave straniera ha portato con sé il virus dell’influenza spagnola, che ha attecchito subdola, decimando la popolazione; il vulcano Katla ha ricoperto di cenere e silenzio la città già sconfitta dalla malattia e dalla morte.
Reykjavík ha cambiato volto.
Un silenzio inquietante è calato sul quartiere più frequentato e animato della città. Nessuno zoccolio di cavalli, nessun cigolio di ruote di carrozze, nessun rombo di motore, nessun trillo di campanelli da bicicletta. Nessun ronzio di sega nelle falegnamerie, nessuna porta sbattuta nei magazzini. Nessun chiacchiericcio delle donne dirette ai lavatoi di Pvottalaugar, a est della città, nessun richiamo dei portuali impegnati a scaricare le navi, nessun grido degli strilloni di Aðalstræti. Nessuna fragranza di pane e dolci dalle panetterie, nessun odore di arrosto dai ristoranti.
Le porte dei negozi non si aprono né si chiudono – nessuno entra, nessuno esce – nessuno si affretta per tornare a casa dopo il lavoro, nessuno va a lavorare.
Nessuno più dà il buongiorno, nessuno dice buonanotte.
È sempre stata una vita-non-vita quella di Máni, che campa alla giornata e non ha mai mirato ai sogni che un ragazzo dovrebbe concedersi di avere.
Sarà proprio quella che per molti è depravazione a dargli la possibilità di vivere davvero e di ammettere, all’amica e poi anche a se stesso, il proprio doloroso passato.
Il finale delicato, struggente ma liberatorio, lascia un buco nel cuore.
Bellissimo e perfetto.
un libro per chi: vuole mettere alla prova la propria sensibilità
autore: Sjón
titolo: Mánasteinn. Il ragazzo che non è mai stato
traduzione: Silvia Cosimini
editore: Federico Tozzi Editore
pagg. 131
€ 14