Un anno fa ho subito un lutto improvviso che m’ha profondamente segnata.
Si può davvero metabolizzare la perdita di qualcuno che abbiamo amato? E se quel qualcuno è un genitore, si può continuare a vivere senza farsi cruccio di non averlo conosciuto e compreso abbastanza?
L’uomo dei boschi di Pierric Bailly, presentato in anteprima al Salone del Libro di Torino e in uscita il 22 maggio per Edizioni Clichy, è un breve memoir che si muove tra i tanti interrogativi di chi incontra la morte e continua a vivere.
L’uomo dei boschi
Mi attaccavo all’idea che fosse morto nel bosco come un marinaio muore in mare. Il bosco che divora l’uomo. Mio padre, un avventuriero.
Il padre di Pierric è morto improvvisamente, in circostanze equivoche.
Amante dei monti, dei boschi e dei laghi, Christian Bailly, poco più che sessantenne e a pochi mesi dalla pensione, durante un’inattesa passeggiata in un bosco a caccia di funghi, scivola sul terreno ripido e cade in un dirupo. Forse è morto sul colpo, forse invece è rimasto agonizzante per ore, fino a esalare l’ultimo respiro in una totale e agghiacciante solitudine.
Il figlio scrittore non può far altro che combattere il dolore raccontando la storia del padre, cercando di colmare il vuoto e di rispondere ai dubbi lasciati da questa improvvisa scomparsa.
Bailly figlio in poco più di cento pagine tratteggia la figura paterna con grazia e tenerezza, facendo affezionare il lettore a questo padre discreto e dolce, sorridente e impegnato, dannatamente umano nel bene e nel male. Un apprendista della causa sociale, che osservava il mondo con occhi sinceri e sguardo autentico.
Il piccolo mondo di mio padre sembrava essere stato costruito proprio per proteggersi dal grande mondo, forse per combatterlo, diciamo per affrancarsi il meglio possibile dai valori dominanti dell’epoca, quelli del consumo e del capitalismo. Questo piccolo mondo era fatto di azione sociale, di impegno politico e associativo, di canzone francese, distrazioni culturali e di passeggiate nella natura.
Più conosciamo Christian, le sue abitudini, le amicizie, le intemperanze, l’amore che nutriva per le donne e per la vita, più comprendiamo la sofferenza e il vuoto interiore di Pierric.
Arriviamo a sentire la mancanza di questo padre e uomo, nonostante l’autore utilizzi una prosa composta e misurata, che mai e poi mai scade nell’eccesso di sentimento.
L’uomo dei boschi è un diario personale che si tinge di giallo, nel tentativo di ricostruire i fatti e dare un senso a quella scomparsa brusca, fino alla consapevolezza finale che tutto ricolloca, liberando Pierric dal peso dell’irrisolto.
Un breve romanzo intimo e potente, sui legami familiari e su quanto questi segnino la strada di ciascuno di noi.
un libro per chi: ha paura della morte e teme la mancanza
autore: Pierric Bailly
titolo: L’uomo dei boschi
traduzione: Tommaso Gurrieri
editore: Edizioni Clichy
pagg. 118
€ 15