Nell’epoca dei (troppi) libri dedicati a bambine, ragazze e donne ribelli, pare che nelle arti figurative solo la pittrice messicana Frida Kahlo abbia diritto d’essere nominata.
A volte si fa cenno anche alla cinquecentesca Artemisia Gentileschi, ma, nel pensiero popolare, il predominio di Frida come esempio di artista femminista, testarda, libera, risulta essere davvero imbattibile.
Per questo mi ha sorpreso molto felicemente leggere la vita della pittrice impressionista Berthe Morisot, musa di Édouard Manet e moglie del fratello Eugène, reinterpretata con puntualità e passione da Stella Stollo nel romanzo Le impressioni di Berthe, pubblicato da Graphofeel.
Le impressioni di Berthe
Siamo a Parigi nel 1896.
A un anno esatto dalla morte di Berthe, la figlia Julie e la sorella Edme, aiutate dai colleghi della pittrice – artisti del calibro di Jean Renoir, Edgar Degas, Claude Monet e Stéphane Mallarmé – sono alle prese con l’allestimento di una grande retrospettiva dedicata a quella che fu l’unica donna del “gruppo degli indipendenti”, i futuri maestri impressionisti.
Tra battibecchi e condivisione dei ricordi, il gruppo si trova a prendere in mano i dipinti più importanti, che segnarono la vita di Berthe e che qui diventano l’azzeccatissimo espediente narrativo utilizzato dalla Stollo per raccontare con vividezza le tappe fondamentali della crescita della protagonista, come donna e come artista.
Incontriamo così una giovane Berthe che – impossibilitata in quanto donna a frequentare l’Accademia di Belle Arti – si esercita copiando i capolavori esposti al Louvre, obbligata a scegliere soggetti consoni agli occhi di una giovane di buona famiglia.
Ed è proprio durante una di queste sessioni che la pittrice incontra il carismatico Édouard Manet, colpito immediatamente dalla tempra di questa donna determinata e talentuosa, pronta a sfidare le convenzioni della società pur di portare avanti la propria passione per l’arte.
Berthe diventa allora la musa di Édouard, per il quale prova un’ardente passione cerebrale e un potente desiderio carnale; sentimenti feroci e indomabili, capaci di sopravvivere anche in tempo di guerra ma che mai sfoceranno in una concreta relazione fisica.
Almeno un Manet l’ho conquistato! Adorabile ragazzo, galante e pieno di attenzioni. Quando Eugène mi siede accanto sul divano, accade che le nostre braccia o le mani inavvertitamente si sfiorino. Il contatto con la sua pelle mi fa rabbrividire. Ammetto di essermi sorpresa a fantasticare più di una volta su di lui, sul suo volto delicato e bello, sul suo fisico asciutto. Non posso impedire ai miei pensieri di volare dietro alle emozioni della carne. Perché, sì, solo di questo si tratta. Vorrei fosse qualcosa di più profondo, ma so che è il mio corpo, giovane e trascurato, ad anelare carezze e sensazioni sconosciute. Infatti, appena Eugène si allontana, non penso più a lui. È unicamente il tuo pensiero riempirmi sempre. Lui mi fa tremare solo quando mi è vicino, bello e ardente. Tu hai la metà della sua bellezza eppure mi fai tremare anche quando ti vedo da lontano. Mi fai tremare anche quando non ci sei.
Divisa tra l’instabile desiderio di Édouard e il corteggiamento pacato ma affidabile di Eugene, Berthe sceglierà infine quest’ultimo, che sposerà e da cui avrà l’amatissima figlia Julie, proseguendo indomita la sua carriera di pittrice.
«Un flâneur, caro Eugène, o meglio una flâneuse! Tale mi sento stasera, e grazie a voi!» esclamò Berthe. Sorseggiando dalla sua coppa e aggiunse «Come potrei aspirare ad essere una vera pittrice, precludendomi certe esperienze? Sono d’accordo con Degas e con vostro fratello: il pittore della vita moderna può essere solo colui, o colei aggiungo io, che ascolta e legge la vita metropolitana e abita tutti gli spazi offerti dalla città. Grazie per avermi aiutata! Anche se, come donna, non potrò mai dipingere luoghi come quelli visti stasera, le impressioni che hanno trasmesso al mio cuore saranno sempre presenti quando dipingerò qualsiasi altra cosa. Ho ragione o no?»
A tratti didascalico ma mai ridondante e noioso, Le impressioni di Berthe è un romanzo piacevole e avvincente, che punta i riflettori non solo su una grande artista e la sua combattuta storia d’amore, ma sopratutto sulla condizione femminile e le grandi limitazioni imposte dalle convenzioni sociali dell’epoca.
un libro per chi: ama le ninfee di Monet e vuole leggere un diverso punto di vista sulle mitiche gesta degli Impressionisti
autore: Stella Stollo
titolo: Le impressioni di Berthe
editore: Graphofeel
pagg. 297
€ 18