Labirinti è l’ultimo romanzo del maestro del thriller francese Franck Thilliez, che, seppure si possa leggere indipendentemente, va a chiudere la trilogia iniziata con Il manoscritto e proseguita con C’era due volte, tutti pubblicati da Fazi.
Labirinti
Mai titolo fu più azzeccato per un romanzo che fin dalle prime pagine riesce a far sentire smarriti lettori e lettrici, per quell’innegabile capacità di Thilliez di creare scatole cinesi perfettamente incastrate, che sorprendono a ogni apertura.
… Mi dica lei, quindi, dove sta la verità quando siamo convinti che ciò che conserviamo nella memoria sia ciò che è successo davvero?
Camille Nijinski è una giovane poliziotta mandata a indagare sullo strano caso di una donna ritrovata svenuta e senza memoria accanto al cadavere trucidato di un uomo.
È il dottor Fibonacci a doverle spiegare che sì, è possibile che la donna abbia dimenticato tutto, perché talvolta certi traumi sono così difficili da tollerare per l’animo umano che è più semplice fare tabula rasa e andare oltre, lasciandosi il nulla alle spalle.
Il racconto del dottore, che dice di aver parlato con la paziente prima che perdesse conoscenza, vede protagoniste cinque donne: la giornalista Lysine, la psichiatra Véra, la rapita Julie, la scrittrice Sophie e… una donna che comparirà solo alla fine, dando un senso all’intricato mistero che, per una mente osservatrice e dotata di grande (e un poco perversa) immaginazione, così intricato poi non è.
Il tempo sembrava essersi fermato e lei, lei era intrappolata con lui, in una specie di fermo immagine dove non esisteva più l’avvenire. Affrontava allora la lotta interiore più difficile per alzarsi dal letto e aggrapparsi ai salvagenti rappresentati ormai dai suoi rituali. Lavarsi, ascoltare il suono dei suoi passi, mangiare, leggere, contare…
Difficile dire di più sulla trama di questo romanzo senza cadere in qualche spoiler, ma quel che c’è da sapere è che non manca una certa depravata violenza, così come abbondano gli indizi, lasciati qua e là dall’autore, da cogliere e annotare, così da poter svelare molto pur essendo ancora lontani dalle ultime pagine.
Thilliez non si risparmia e alle quattro (cinque) donne fa vivere esperienze abominevoli: tra uno snuff movie – spunto eccessivo e pruriginoso e che già il geniale De Palma aveva sdoganato al cinema nel 1999 con il bellissimo e inquietante 8mm – e una partita a scacchi, tra una segregazione infernale e fughe soffocanti, lo scrittore francese compie una dettagliata analisi dell’estetizzazione della violenza e fornisce interessanti punti di vista su certi fenomeni psichiatrici, in particolare sulla cancellazione, o meglio dire sostituzione, della memoria.
Come il dedalo, l’inconscio può far diventare pazzi e trascinare sul fondo chiunque cerchi di raggiungere il centro.
Per chi ha letto i precedenti libri, sarà forse più semplice entrare nel meccanismo che muove tutto, ma anche chi arriva a Labirinti ignorando quanto c’è stato prima avrà modo di mettersi alla prova senza fare eccessiva fatica, tenendo sempre a mente che l’inizio, come spesso accade nella vita vera, è anche la fine.
Labirinti è un thriller sconsigliato a chi rifugge la violenza, ma consigliatissimo a chi, pur trovando la chiave del mistero già a metà libro, abbia voglia di leggere una trama ben congegnata, che non lascia nulla al caso e che non si fa di certo indietro quando c’è da approfondire quanto possano essere mostruose certe persone.
un libro per chi: può permettersi di rimetterci qualche notte di sonno
autore: Franck Thilliez
titolo: Labirinti
traduzione: Federica Angelini
editore: Fazi
pagg. 333
€ 19