Articolo a cura di Metella Orazi.
La scrittrice e giornalista irlandese Caroline O’Donoghue è conosciuta per i podcast che conduce con la collega Dolly Alderton sul tema della cultura e della narrativa femminile e anche in La variabile Rachel, romanzo pubblicato da NN Editore, torna a indagare in quel campo.
La variabile Rachel
Rachel è una studentessa universitaria che vive a Cork, in Irlanda e per pagarsi gli studi lavora part-time in una libreria.
La vita squattrinata degli universitari non le permette grandi spese, ma, per riuscire a vivere in maniera indipendente dai genitori, decide di dividere l’appartamento in affitto con un coinquilino, James, conosciuto sul lavoro. Folgorata dal ragazzo, così intelligente e dalla battuta arguta e con cui è stato amore a prima vista, Rachel vuole a tutti i costi frequentarlo e la loro curiosità reciproca li conduce velocemente verso una forte amicizia.
È strano che io e James siamo diventati così amici considerato che per le prime due settimane della nostra conoscenza è stato convinto che fossi un’altra persona.
I due amici vivono un periodo scatenato e bohémien, sempre sull’orlo del tracollo finanziario, ma uniti e forti dell’essere insieme.
In Irlanda la primavera comincia il 1° febbraio. Credo sia un retaggio pagano perché di sicuro non dipende da ragioni climatiche. Febbraio è sempre nuvoloso, gelido e si intravede giusto qualche giovane germoglio oltre i cancelli del Bishop Lucey Park. Quella primavera però era diversa, perché i promettenti germogli che cercavano di spuntare a velocità supersonica dalla terra congelata eravamo io e James.
Le cose cominciano a cambiare quando Rachel confessa all’amico di essersi presa una cotta per il professore di lettere Fred Byrne, affascinante scrittore che però è irrimediabilmente sposato con una borghese molto ben introdotta nell’ambiente letterario poiché possiede una casa editrice.
James si impegna a elaborare un piano affinchè la sua amica possa conquistare l’ambito professore, ma non fa i conti con la sua non completa eterosessualità.
Il romanzo è strutturato come una commedia degli equivoci in cui l’amicizia ha il ruolo principale, ma non è l’unico tema, anzi: l’autrice pone un’attenzione particolare al mondo lavorativo e sociale – condito con una buona dose di repressione irlandese – in cui i personaggi si devono destreggiare per assicurasri un futuro accettabile.
Non so chi tentavo di impressionare. Non volevo un ragazzo, volevo romanticismo. Volevo ardore, no passare per una facile. Morivo dalla voglia di essere toccata, ma avevo il terrore di essere compromessa.
In mia difesa, posso solo dire che sono cresciuta in un’epoca che ha segnato un punto di svolta per l’immagine della donna. Ci penso spesso, ultimamente. Le adolescenti degli anni Duemila hanno dovuto fare i conti con il sex tape di Paris Hilton, con le foto a Britney Spears senza mutande, con Amy Winehouse ubriaca fradicia a Never Mind The Buzzocks, cose che oggi troveremmo il modo di celebrare, ma che a quel tempo giudicavamo disdicevoli.
La lealtà verso l’amico e coinquilino rischia di diventare un’arma a doppio taglio per Rachel, che nel frattempo ha iniziato uno stage nella casa editrice di Deniee, la moglie di Fred che se la spassa però con James.
O’Donoghue con un linguaggio umoristico e vivace ne La variabile Rachel racconta delle follie dei vent’anni che si fanno solo con i veri amici, quelli che una volta conosciuti non si potranno mai più lasciare, a costo di dover decidere se rimanere egoisti o crescere.
Un romanzo piacevole, che muove anche un po’ di nostalgia in chi quegli anni li ha già lasciati da un bel po’.
un libro per chi: ha bisogno di tirarsi su il morale, ben consapevole che le cose difficili esistono e non sono poche, ma con il sorriso si affrontano meglio
autrice: Caroline O’Donoghue
titolo: La variabile Rachel
traduzione: Chiara Manfrinato
editore: NN Editore
pagg. 336
€ 19