C’era ancora qualcosa da dire sull’immensa e compianta Raffaella Carrà?
A quanto pare sì e Paolo Armelli con L’arte di essere Raffaella Carrà, pubblicato da Blackie Edizioni, ha infatti realizzato un’opera biografica travolgente tanto quanto l’icona a cui è dedicata.
L’arte di essere Raffaella Carrà
Se si vanno a vedere i suoi filmati tra gli anni sessanta e gli anni settanta la sua faccia era già perfetta, perché Raffaella era qualcosa di mai visto, un personaggio che non esiste, una caramella meravigliosa.
Giovanni Benincasa
Inutile negarlo, chi ha amato Raffaella si commuoverà (e non poco) leggendo le pagine che Paolo Armelli – esperto di spettacolo, serie tv e libri, che racconta da anni nella sua newsletter e su diverse testate tra cui Wired e Vanity Fair – ha scritto con una dedizione che traspare da ogni singola parola.
Armelli ripercorre la vita della Carrà e ne ricava dieci insegnamenti che tornano utili a tuttə, non solo a coloro che l’hanno seguita, amata, ammirata, che ne hanno pianto la scomparsa un anno fa, ma anche a chi ne ha sempre ignorato il fondamentale ruolo sociale e addirittura politico, anche se la stessa Raffaella – lo scopriremo leggendo – avrebbe storto il naso di fronte a questo tipo di attenzioni.
Volente o nolente, Raffaella Carrà è stata una donna e un’artista che ha cambiato il pensiero degli italiani, e lo ha fatto rimanendo semplicemente se stessa: un’artista stakanovista, una professionista impeccabile, una persona umile che ascoltava e amava il proprio pubblico, una donna determinata e libera, una cittadina che credeva nel dire la verità e nel fare del bene.
In numerose interviste Carrà menzionava l’apporto delle donne che l’avevano forgiata, le descriveva come muse imprescindibili, fonte di protezione e di formazione: la voce le si rompeva sempre quando ne parlava, anche molti anni dopo la loro morte. Ebbe sempre una venerazione per le sue ascendenze, come a dire che non si può essere altro che il frutto delle persone che ti plasmano, e che ricordare da dove si è venuti è sempre il modo migliore per essere fedeli a sé stessi.
L’analisi di Armelli è sì mossa da una stima incommensurabile verso Raffaella, eppure non mancano gli accenni ai difetti che lei stessa si riconosceva, ai flop televisivi e alla sua fallibilità, al suo essere comunque una donna del 1943 che non azzeccava i pronomi quando parlava di transessuali; imperfezioni che però vengono raccontate con quell’affetto che si riserva a una persona di famiglia, che si ama nonostante tutto perché i suoi pregi, il suo dare, sono molto più grandi di qualsiasi sbaglio o pecca.
Ne esce il racconto di una Carrà profondamente umana e questo, forse, è ciò che ne decreta la vera immortalità.
L’arte di essere Raffaella Carrà è anche un enorme lavoro di ricerca e di studio, con ore di visione di filmati e di lettura di interviste, che regalano ai lettori e alle lettrici la gioia di scoprire momenti meno conosciuti della vita professionale e personale dell’artista e della donna che sorrideva sempre, anche quando qualcosa andava storta.
Elegantissima in pantaloni a vita alta, giacchetta, camicia e farfallino, solito sorriso e occhi un po’ segnati dal jet lag, Carrà tenne testa al fenomenale presentatore del Late Night Show: «Mi hai presentato paragonandomi a Johnny Carson e Ed Sullivan, ma io sono una donna! Sono felice di essere Raffaella Carrà, ma nel caso come paragone preferirei Ann-Margret o Barbara Walters: almeno loro sono donne come me» disse appena si sedette accanto all’iconica scrivania del talk show americano. Come blastava la Carrà, anche live da New York, nessuno mai.
Dalla lettura si esce ancora più innamorati di quella che è stata la più grande soubrette della televisione italiana, che tutto sapeva fare e che anche alla fine, quando ha saputo della malattia che l’avrebbe poi portata alla morte, ha scelto ancora una volta di amare il suo pubblico e di proteggerlo fino all’ultimo.
Nel libro, oltre agli interventi di Giovanni Benincasa, Daniela Collu, Vanessa Incontrada, Vladimir Luxuria, Michele Masneri, Alessandro Zan e altrə estimatori ed estimatrici, si trova anche una pratica Carragrafia ragionata, che aiuta a ripercorrere tutta la carriera dell’artista e a recuperare, quindi, tutto ciò che ancora non si conosceva.
Una lettura che riempie il vuoto e che non può mancare nella libreria di chi amerà per sempre Raffaella.
un libro per chi: ha nostalgia del grande varietà del sabato sera
autore: Paolo Armelli
titolo: L’arte di essere Raffaella Carrà
editore: Blackie Edizioni
pagg. 236
€ 20