Non ho amato frequentare le scuole superiori.
Oggi, con la maturità di un’adulta sopravvissuta a una scuola in gran parte sbagliata, mi guardo indietro e sogno. Sogno un passato scolastico fatto di appassionanti lezioni tenute da professori come Daniel Pennac, Marco Balzano, Domenico Starnone, Marilù Oliva.
Sogno di poter rifare tutto e avere davanti a me un insegnante come Roberto Contu, autore di Insegnanti (il più e il meglio), un saggio breve e brillante che raccoglie diversi scritti già apparsi in rete, così come ogni volume della imperdibile collana Glitch pubblicata da Aguaplano.
Insegnanti (il più e il meglio)
Tranne rari casi di cellule impazzite, siamo tutti il frutto della società in cui viviamo, della famiglia in cui cresciamo e della scuola in cui studiamo.
E se in quest’ultima i professori rimangono ancorati alla propria cattedra faticosamente conquistata, senza mettersi quotidianamente in discussione, come insegnanti e come esseri umani, c’è ben poco da sperare per i ragazzi che trascorrono metà della propria giornata tra quelle quattro mura.
Per questo mi hanno avvinta e addirittura commossa questi scritti brevi, intensi, di un’intelligenza rara, di una sana positività anche nell’analisi della negatività.
Perché Contu non fa auto celebrazione dell’eroico mestiere del professore, né critica gratuitamente chi quel mestiere ormai lo fa per portare a casa la pagnotta.
Il professor Contu – che da vent’anni insegna Lettere e da molto prima studia Letteratura e Storia, non tanto per riportare tutto in classe ma per sapere mille per poter trasmettere dieci – con l’attenta umiltà di chi la scuola la vive davvero apre spiragli di luce necessari a illuminare chiunque abbia a cuore la crescita dei giovani, che siano figli, nipoti, semplici individui della società civile.
È questo a mio giudizio il grado zero della trasmissione didattica: sentire e sperimentare che tutto ciò che si conosce realmente e seriamente passi e arrivi senza troppo faticare, quasi per osmosi verbale.
Attenzione però a non scambiare Insegnanti (il più e il meglio) per un libro di facile e ostentata benevolenza!
Quella che potrebbe scambiarsi per banale retorica è solo disabitudine del lettore a vedere la bellezza delle reali buone intenzioni che si trasformano in potenti azioni.
Poi certo non mancano i sassolini nelle scarpe, tanti e appuntiti ma mai statici, inutili e fini e se stessi.
Il super potere del Professor Contu è il continuare a farsi domande come “Sarò un buon insegnante?” o “È stata una buona o una pessima ora di lezione?” o “Chi sono i ragazzi di oggi? In cosa differiscono da quelli di ieri?”.
Domande per cui, poi, arrivano ponderate e sagge risposte.
Perché i ragazzi non leggono più? Perché al netto degli sforzi di noi tutti la letteratura non ha più quella cassa di risonanza che, per lo meno in termini di fascinazione o semplice moda, io ricordo ai tempi del mio liceo, quando anche il più pigro almeno una volta nella vita si era comprato una copia di Jack Frusciante o di Siddharta? Si badi bene: il fatto che i ragazzi leggano sempre meno non significa che non chiedano narrazioni, tutt’altro. I ragazzi si immergono in serie tv, i ragazzi giocano videogiochi che sempre più, nella miopia della critica anche letteraria, sono diventati vere e proprie esperienze narrative totalizzanti e assolutamente inclusive in ogni aspetto dell’esistenza, aprendo uno spazio di cittadinanza dell’immaginazione molto simile a quello che nel XIX secolo generò il grande romanzo europeo.
Peraltro i ragazzi leggono romanzi sì, ma che siano seriali e che contengano quella dimensione dell’epica della vita che la letteratura italiana contemporanea voluto connotare come letteratura consolatoria, di genere, facile. I ragazzi, infine, scrivono e si leggono tra loro in quella forma di scrittura assolutamente altra che è il work-in-progress di Wattpad. Insomma, i ragazzi fanno narrazione, fanno fiction, fanno letteratura ma non è più la nostra narrazione, non è più la nostra fiction, non è più la nostra letteratura.
Una lettura che si fa riflessione continua e che genera un più che mai necessario ottimismo in chi nei giovani vede il futuro del mondo.
un libro per chi: per insegnanti, genitori, zii, nonni e per chiunque voglia imparare a conoscere i giovani d’oggi e voglia tornare a credere nella scuola contemporanea
autore: Roberto Contu
titolo: Insegnanti (il più e il meglio)
editore: Aguaplano
pagg. 131
€ 16