Articolo a cura di Metella Orazi.
Quale sarebbe la prima cosa che vi verrebbe in mente di fare se vi dicessero che non avete più una casa e che il vostro compagno di una vita ha una malattia degenerativa che lo porterà alla morte?
Per Raynor Winn, autrice del libro Il sentiero del sale, edito da Feltrinelli, la risposta è stata: camminare.
Il sentiero del sale
Raynor e Moth hanno costruito la propria casa dei sogni, una fattoria che è anche fonte di reddito, perché affittano la dependance ai turisti. I loro due figli sono ormai grandi e vivono lontani, la vita che conducono è simile a quella di tante coppie adulte, affiatate ma non sempre capaci di godersi davvero il tempo insieme.
Un giorno però tutto precipita e la terra sotto i loro piedi sembra sgretolarsi.
Dopo un investimento mal riposto e una causa legale durata anni, che ha disastrato le finanze di famiglia, arriva la sentenza di condanna e la coppia perde la casa.
Cinque giorni per impacchettare tutto e abbandonare la vita che conoscono. Il sogno della fattoria muore insieme alla vecchia capra Smotyn, che si lascia semplicemente andare, come se sapesse che per lei non esiste più un posto sicuro.
Come se tutto questo già non bastasse a rendere il momento quasi insopportabile, il male alla spalla di Moth si rivela qualcosa di molto grave: una proteina chiamata tau mina il suo cervello che progressivamente riduce le cellule e blocca i collegamenti nervosi.
Mentre gli ufficiali giudiziari bussano alla porta, Ray e Moth sono rintanati nel sottoscala impauriti e paralizzati, non sanno cosa fare, la loro vita di prima in quell’istante è del tutto irriconoscibile.
In uno di quei momenti che poi si ricordano come punti di svolta della vita, Raynor guarda un libro che ha in uno scatolone, Five Hundred Mile Walkies di Paddy Dillon, un’escursionista che racconta il suo cammino di 1013 chilometri, e decide che devono muoversi.
Caricammo gli zaini sul furgoncino, e andammo via, prendendo verso sud, lasciandoci tutto alle spalle. Era un sogno. Niente era reale. Lasciavamo vent’anni di vita familiare, di vita lavorativa, tutto ciò che era stato nostro: speranze, sogni, futuro, passato. Non eravamo diretti verso un nuovo inizio, verso una nuova aurora con la vita che si schiudeva davanti a noi. La terra si era spaccata, avevamo lasciato noi stessi sull’altro lato di una fenditura che non avremmo mai potuto riattraversare.
Comincia per loro un’impresa faticosa e folle, l’attraversamento a piedi, con lo zaino in spalla e campeggio libero, di un lembo di terra lungo 1013 chilometri, lo stesso viaggio descritto nella guida che portano religiosamente con loro.
Il South West Cost Path è fatto di roccia e mare, in mezzo ai boschi e tra gli animali, si snoda lungo la costa sudoccidentale dell’Inghilterra, meta di viandanti, campeggiatori, escursionisti ma anche di senzatetto, esattamente come sono diventati Ray e Moth, che hanno solo quarantotto sterline a settimana per mangiare e sopravvivere.
L’immersione nella natura è completa: senza potersi lavare spesso, dormendo all’addiaccio, bruciati dal sole, i coniugi si trasformano ma, per quanto dura, la vita nella natura li rigenera.
Moth si sente addirittura più forte e i dolori diminuiscono.
Una barbona. Una barbona senza tetto. Fino a poche settimane prima, avevo una casa di mia proprietà, un’attività, un gregge di pecore, un giardino, un terreno, una cucina Aga, delle lavatrici, un tosaerba; avevo responsabilità, rispetto, orgoglio. Le illusioni della vita erano rotolate via con la stessa velocità delle monete da una sterlina.
Accettare la condizione di essere diventati dei senza tetto è forse ancora più difficile che camminare per ore; rendersi conto di essere visti come barboni è un’esperienza umiliante, soprattutto per chi ha lavorato tutta la vita e credeva di avercela fatta.
A Ray rimane solo la natura per misurare sé stessa, da contadina come è stata cresciuta non ha più la terra di cui prendersi cura, però il ritmo delle stagioni è dentro di lei e questo la conforta e le dà speranza che tutto possa rigenerarsi anche per loro.
Dal Somerset al Dorset, attraverso il Devon e la Cornovaglia, Ray e Moth rimangono uniti e diventano casa l’uno per l’altra, più di quanto non lo fossero quando vivevano comodamente sotto il tetto della fattoria.
Tanti incontri accadono sulla strada su cui viaggiano, alcuni spiacevoli, altri inaspettati, ma ognuno di essi contribuisce a rendere il cammino straordinario.
La sensazione è la stessa che già Daniele Mencarelli raccontava in Sempre tornare.
Un viaggio di resistenza alle disgrazie e di speranza incondizionata nel futuro.
Le vicende di Raynor e suo marito sono il racconto di un’odissea attuale che commuove e mette la carica, perché tenendo sempre a mente che si tratta di una storia vera, si ha la consapevolezza che può accadere a chiunque.
Il sentiero del sale è un libro che, a dispetto di una trama apparentemente triste, fa davvero bene a chi lo legge, perché viaggiare e scoprire luoghi in cui la natura è ancora dominante riempie il cuore e vedere come l’amore e il rispetto del mondo in cui viviamo ripaghi con doni inaspettati regala incoraggiamento a tutti.
un libro per chi: non ama arrendersi passivamente alle situazioni ed è sempre in cammino per trovare una soluzione, anche quando sembra una vetta irraggiungibile
autrice: Raynord Winn
titolo: Il sentiero del sale
traduzione: Laura Noulian
editore: Feltrinelli
pagg. 314
€ 19