Oltre a essere un cosy crime leggero e nel complesso piacevole, Il nodo Windsor di Sophia J. Bennett è un bel modo per approcciarsi alla vita di palazzo della monarchia inglese, qui rappresentata dall’unica, inimitabile e ormai compianta Regina Elisabetta II.
Il nodo Windsor
Sgombriamo il campo subito da qualsiasi volo pindarico: chiunque si approcci a questo romanzo pensando di trovare Queen Elizabeth nelle vesti di una signora in giallo attiva nell’investigazione, rimarrà deluso.
La Regina sì indaga, ma lo fa attraverso il supporto in prima linea della sua assistente Rozie Oshodi e di altri collaboratori, rendendo la narrazione sicuramente meno avvincente ma decisamente più reale, dato il ruolo e l’età della sovrana.
… sembrava esserci un tacito accordo fra lei e la Boss secondo il quale non avrebbero mai parlato a chiare lettere di quello che stavano combinando.
C’è appena stato un delitto al Castello di Windsor, residenza del cuore della Regina, nella quale vengono accolti ogni giorno diversi ospiti, talvolta per questioni private e familiari, molto più spesso per eventi istituzionali, politici e di rappresentanza.
È durante la notte successiva a una di queste cene cene che avviene il misfatto: la morte apparentemente accidentale di un giovane e talentuoso pianista di origini russe, Maksim Brodskij, che pare essersi ucciso durante una pratica di autoerotismo estremo.
Immaginate l’imbarazzo: al Castello della Regina è stato trovato un cadavere, deceduto in modo ben poco ortodosso!
Ma qualcosa non torna, i primi rilievi dimostrano che forse non si è trattato di un incidente e lo stesso formidabile intuito di Elisabetta, che con il giovane aveva addirrittura danzato la sera della cena, vanno nella direzione dell’omicidio.
Mentre Gavin Humphreys, il borioso e seccante direttore dell’MI5, si concentra sul seguire una vorticosa pista che porta addirittura a Putin, la Regina e il suo buon serafico senso, anche mossa da un sincero dispiacere per la scomparsa di quella giovane vita, indirizzano Rozie verso la raccolta di testimonianze e indizi che portino a risolvere davvero il mistero.
Grigio di capelli, abiti e mente. Era anche convinto che, a ottantanove anni, Sua Maestà non possedesse gli strumenti per afferrare le complessità del mondo moderno. Sembrava non rendersi conto che la regina aveva vissuto tutti i decenni che avevano contribuito a crearlo, quel mondo moderno, e che con tutta probabilità lo comprendeva molto meglio di lui.
C’è da dire che l’intreccio architettato da S.J. Bennett talvolta risulta fin troppo complesso, tanto da diventare in alcune parti un tantino noioso, tirato per le lunghe, ma se vogliamo volgere a nostro favore questo piccolo difetto possiamo considerarlo un buon modo per trascorrere del tempo a palazzo ed entrare davvero, perché Bennett sa il fatto suo sull’argomento, nella vita della Regina e della monarchia.
Si rimane comunque incollati alle pagine, soprattutto quando, piano piano, i pezzi del puzzle iniziano a prendere posto e a svelare come siano davvero andati i fatti e perché è un piacere leggere come la Regina Elisabetta riesca a beffare tutti, rimanendo sempre apparentemente in disparte. Non mancano nemmeno battute sagaci rivolte anche ai propri familiari.
«La regina è capace di risolvere misteri. Pare che il primo l’abbia risolto quando aveva dodici o tredici anni. Da sola. Vede dettagli che gli altri non vedono, spesso perché tutti guardano lei. È competente su così tante cose. Ha una vista infallibile, un fiuto speciale per le stupidaggini e una memoria eccezionale. I suoi dipendenti dovrebbero fidarsi di più di lei. Gente come Sir Simon, intendo.»
Il nodo Windsor, primo romanzo di una serie che conta a oggi tre titoli, è un passatempo interessante per chi abbia a cuore tutto ciò che ruota attorno alla monarchia britannica.
un libro per chi: ama la monarchia inglese e vuole sorridere con la Regina
autrice: S.J. Bennett
titolo: Il nodo Windsor
traduzione: Monica Pavani
editore: Mondadori
pagg. 352
€ 18