Il libro di tutte le cose di Guus Kuijer

Sulla copertina de Il libro di tutte le cose di Guus Kuijer è raffigurata l'illustrazione di un bambino con i calzoncini corti, seduto su una sedia sospesa a mezz'aria, che legge un libro. Sullo sfondo, alle sue spalle, c'è un grande pesce che nuota in aria

Il libro di tutte le cose di Guss Kuijer è un libriccino minuscolo ma pieno di sentimenti e di cose importanti da raccontare, a partire dalla violenza in famiglia e di genere, argomenti da trattare anche e soprattutto con le lettrici e i lettori più giovani.

Il libro di tutte le cose

Thomas vedeva cose che nessun altro vedeva.

Ha molta fantasia il piccolo protagonista di questa storia ambientata in Olanda nel secondo dopo guerra.
Una fantasia strabiliante, che – dato il retaggio familiare religioso, al limite del fanatismo – lo porta a chiacchierare spesso con un Gesù decisamente moderno e avulso dalle rigide regole del cristianesimo inventato dagli uomini.

Thomas ha una sorella più grande, la frivola adolescente Margot, e una mamma dolcissima che troppo spesso subisce la violenza di un marito che ogni sera, a tavola, legge per tutti la Bibbia e pretende devozione più per la figura del maschio e del patriarcato che per la parola di Dio.

«Per favore Dio, puoi esistere, per favore? Fa’ che tutte le piaghe d’Egitto lo colpiscano, per favore. Ha picchiato la mamma e non era la prima volta!» Dio tacque in tutte le lingue. Gli angeli cercarono di asciugarsi le lacrime, ma i loro fazzoletti si inzupparono tanto che perfino nei deserti cominciò a piovere.

Per fortuna che Thomas, però, prova anche un tenero amore non troppo segreto per Eliza, l’amica della sorella che ha una gamba artificiale e solo un mignolo in una mano, e stringe un’amicizia confortante con la signora Van Amersfoort, vedova di un partigiano giustiziato durante la guerra e trattata come una strega da molti vicini, dato il suo carattere forte e anticonformista per una donna degli Anni 50.

«Non ti preoccupare Thomas» lo rassicurò la signora Van Amersfoort.  «Non devi avere paura. Tu volevi le piaghe d’Egitto, no? Non le rane, non le zanzare e neanche la peste bubbonica: siamo noi la piaga migliore. Noi donne e i bambini. Nessun faraone può tenerci testa».

Saranno proprio le donne, come davvero quasi sempre accade, il motore della rivoluzione in questa piccola famiglia come tante, che nasconde dietro alle porte di casa il dolore per la violenza di un uomo che, alla fin fine, viene da un retaggio sbagliato e lega tutti a delle catene che non sa davvero come spezzare.
E, insieme alle donne e ai bambini, ci sono la musica e i libri, gli amatissimi libri che la signora Van Amersfoort presta a un avido lettore come Thomas, mezzi liberatori che trovano sempre terreno fecondo in chi, nonostante tutto, si mantiene aperto verso la fantasia e la speranza.

Certo, per come si vede oggi la vita e la questione femminile, il romanzo di Kuijer, uscito nel 2004, non è perfetto nel dare ancora e solo alle femmine il gravoso compito di far ragionare i maschi sui propri comportamente sbagliati, invece di considerare la società tutta come responsabile del cambiamento che DEVE avvenire.
Fatta salva questa constatazione, Il libro di tutte le cose, con le sue novanta paginette commuove e fa sorridere, mentre ci si affeziona con grande tenerezza a tutti i personaggi, ma proprio tutti, che vivono tra le sue righe, rane comprese

un libro per chi: ha conservato in sé la vivida fantasia dell’infanzia

autore: Guss Kuijer
titolo: Il libro di tutte le cose
traduzione: Dafna Sara Fiano
editore: Salani
pagg. 94
€ 10

Babele il gruppo di lettura disordinato

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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