Il quarto volume della tetralogia che Fabio Bartolomei ha voluto dedicare alla famiglia, è forse il più toccante di tutti, soprattutto per chi, come chi sta scrivendo questo post, ha superato da un bel po’ l’età in cui sentirsi figliə.
Il figlio recidivo, pubblicato da edizioni e/o, va a toccare corde molto intime e in più punti non si potrà negare un leggero groppo in gola, che in pochi istanti si trasformerà in grandi sorrisi, perché l’autore romano, come sempre, sa dosare sapientemente tenerezza e umorismo.
Il figlio recidivo
Tommaso ha quarantacinque anni ed è rimasto orfano quando era solo un bimbo piccolissimo.
Cresciuto in istituti e case d’accoglienza, applica a se stesso la regola che seguono tutti coloro che non hanno potuto godersi le coccole e i capricci dell’essere bambini: disturbare il meno possibile il resto del mondo.
Ha un non so che di antico, non solo nel modo in cui si veste, con giacche di velluto e pantaloni di fustagno, ma anche e soprattutto nei modi gentili con cui si muove nel suo mondo solitario e privo di affetti profondi.
Il suo unico amico è Bruno, un quarantenne alcolista a cui piace organizzare feste, ma Tommaso non si sente mai del tutto a suo agio con quelli della sua età.
A lui sono mancate le attenzioni di una madre e di un padre ed è per questo che quando l’attempata signora Orietta gli rivolge la parola per strada, qualcosa di meraviglioso accade.
No, Bruno non gli faceva venire voglia di gelato, e nemmeno gli altri. Perché erano affettuosi solo sui social, perché ogni messaggio finiva con: UN ABBRACCIO, ma quando si vedevano non lo abbracciavano mai. Perché riconoscevano un pantalone fuori moda lontano un miglio ma non i tormenti di chi avevano accanto. Perché erano sempre troppo giovani per stirare le lenzuola e troppo vecchi per fare il bagno di notte, perché nella loro gioia di vivere non c’era nemmeno un pizzico di disperazione.
Orietta, come tante anziane, vive sola e si barcamena tra le tante difficoltà che possono provocare un corpo non più scattante e una mente meno agile di quanto si vorrebbe.
Superato il pudore iniziale, invitare Tommaso a restare nella sua vita le viene così naturale che subito diventando una sorta di famiglia, dove prendersi cura l’uno dell’altra è l’unica cosa che conta, facendo anche qualche piccola e inaspettata follia.
La signora Orietta prenderà una decisione importante e sorprendente per Tommaso, che sarà per lui l’inizio di un guaio ma che non gli impedirà di continuare a cercare l’amore e le attenzioni che gli sono mancate da piccolo.
Riparatori di giocattoli, di vestiti, di cuori. E ancora saldatori, ristrutturatori, rimarginatori. Non c’è età in cui si possa fare a meno di questa manodopera specializzata, pensava Tommaso.
Con Il figlio recidivo Bartolomei ci fa riflettere su quanto certe mancanze d’affetto in tenera età possano condizionare tutta la nostra vita, facendoci sempre sentire a disagio e incompletə.
E, come di consueto, lo scrittore romano lo fa con parole che si muovono tra umorismo, tenerezza e grande ironia, perché così dovrebbe parlarci un vero amico che ci conosce bene.
I precedenti volumi della tetralogia, in ordine cronologico:
Morti ma senza esagerare
Diciotto anni e dieci giorni
Tutto perfetto tranne la madre
un libro per chi: non ha mai saputo o potuto essere figlə
autore: Fabio Bartolomei
titolo: Il figlio recidivo
editore: edizioni e/o
pagg. 141
€ 14