Articolo a cura di Metella Orazi.
Immaginate di vedere campi sterminati in cui appaiano in vari punti delle macchie di colore; avvicinandosi si scopre che sono spaventapasseri, ma sono tanti, troppi. Chi devono spaventare?
Peter Farris ne Il diavolo in persona, edito da NN edizioni, ci porta tra quei campi della Georgia che nascondono molto più di quello che mostrano.
Il diavolo in persona
La ragazza nel bagagliaio era stata legata.
Il suo era un sonno agitato, perdeva conoscenza con il ritmo costante dell’interstatale e poi si svegliava di colpo al passaggio di un autoarticolato, o per le increspature dell’asfalto, per un cambio di corsia improvviso. Tra i singhiozzi, sentiva le vibrazioni del basso da un subwoofer.
Maya è giovanissima e già destinata a morire. L’hanno imbavagliata, legata e gettata nel bagagliaio di un’auto che la sta portando chissà dove verso la fine.
È una prostituta e nei suoi diciotto anni ha conosciuto solo soprusi e violenza; al mondo non c’è nessuno che la spaventi più di Lucio, è lui infatti ad avere in mano il giro di prostituzione in cui Maya è coinvolta. L’uomo mantiene il potere ben saldo nelle sue mani con l’uso incondizionato della forza bruta, coadiuvato da scagnozzi con poco cervello e molti muscoli.
Col tempo Maya aveva imparato che i più pericolosi erano sempre i normali, quei ricchi padroni dell’universo con la convinzione perversa che tutto gli fosse dovuto. Avvocati o deputati, attori e atleti che amavano la loro immagine riflessa, stregati da ciò che vedevano.
In mezzo a questa umanità abietta Maya ha incontrato il più infimo, quello che ha suggellato la sua condanna: il Sindaco. Un politico, un uomo di potere corrotto che l’ha prescelta per la sua giovinezza e a suggello della proprietà esclusiva, l’ha fatta marchiare a fuoco con le iniziali S e E interconnesse, Sua Eccellenza.
È a causa del Sindaco che la ragazza deve morire, ha sentito troppo e va sacrificata in nome degli affari. Maya sa che una volta aperto il bagagliaio per lei sarà finita, perciò coglie al volo una distrazione dei rapitori e si lancia in una fuga disperata nei boschi della Georgia.
Leonard Moye è il proprietario dei terreni in cui la ragazza cerca riparo e siccome odia le intrusioni, decide di aiutarla. Leonard è un solitario burbero e poco incline alle smancerie, ma offre riparo a Maya quasi con naturalezza e lei ne rimane sconcertata, non capisce se è caduta dalla padella alla brace o può tirare un sospiro di sollievo.
Tra i due si instaura una relazione singolare, una sorta di amicizia, una curiosità primordiale che li spinge – pur così diversi – nel mondo l’una dell’altro. Maya è penetrata nella solitudine iper-protetta di Leonard e a sua volta si è confidata con lui, rivelandogli segreti scottanti.
Maya e Leonard sono persone che hanno subito un danno, che hanno dovuto resistere di fronte alla brutalità degli eventi che li hanno travolti e per questo tra di loro si sviluppa un affiatamento che ha dei momenti teneri anche se in una cornice di violenza.
Farris crea dei personaggi espressivi e credibili anche nelle bassezze che mostrano, forse soprattutto per questo, lontani dagli stereotipi e con una loro simpatia intrinseca; su tutti svetta vivido Leonard Moye, una figura memorabile, che pur essendo un uomo temibile e violento ha un cuore romantico, non per niente vive con un manichino che presenta come sua moglie.
Il diavolo in persona ha una trama incalzante che scioglie molti dei nodi creati lungo il racconto avvincente dei fatti e dei ricordi dei protagonisti, ma sul finale capiamo che forse non tutto è stato detto e ciò ci fa intimamente sperare di tornare presto a quei campi con gli spaventapasseri.
un libro per chi: ha letto e apprezzato Queste montagne bruciano David Joy o Bull Mountain di Brian Panowich
autore: Peter Farris
titolo: Il diavolo in persona
traduzione: Valentina Daniele
editore: NN editore
pagg. 261
€ 19