Se non hai niente da nascondere, non nascondere niente è una filosofia di vita che appartiene a molte persone.
Non si può però imporre questo modo di essere agli altri, a chi si trova messo in piazza solo perchè fa parte della vita di chi non nasconde nulla, nemmeno sui social; la privacy è un bene prezioso, non si può sottrarre senza arrecare conseguenze, spesso spiacevoli.
Ogni giorno appare sempre più chiaro che la propria realtà vada protetta da questa società che attacca sempre, che difficilmente ascolta, che troppo spesso giudica.
Il cerchio
Questa riflessione è necessaria per delineare con che spirito andrebbe affrontata la lettura de Il Cerchio, romanzo opprimente di Dave Eggers, che oggi è diventato un film con Emma Watson e Tom Hanks.
Cos’è il Cerchio che dà il titolo al libro, uscito nel 2014 in Italia, degno erede di 1984 di George Orwell?
Facebook. O forse Google. Qualcuno dice Apple.
Eggers ha più volte ribadito di averlo scritto basandosi solo sulla propria fantasia, ma è difficile non cercare tra le pagine tracce di Zuckerberg, Page o Jobs, con i loro sogni di connessione e unificazione dei popoli attraverso la rete e la tecnologia.
La giovane Mae viene assunta al Cerchio, grazie alla buona parola dell’amica Annie, ragazza in carriera che ha già sfondato all’interno della società/comunità con sede a San Francisco. Mae ha un ex fidanzato polemico e allergico ai social media, Mercer, ha dei genitori sempliciotti e in difficoltà (il padre è malato di sclerosi multipla, la madre lo accudisce amorevolmente), talmente orgogliosi di lei da metterla spesso in imbarazzo.
Mae ama perdersi nell’oceano pagaiando a bordo di un kayak, un hobby che è come un’isola solitaria, pacifica, rigogliosa, in cui dimenticare le brutture del mondo e ricaricare le batterie.
È una brava ragazza, una giovane poco più che ventenne, ambiziosa e speranzosa di farsi strada in quel mondo creativo, fucina di scienze, tecnologie e ricerca avveniristica, capitanato da tre grandi saggi – Eamon il carismatico sognatore, Stenton lo squalo capitalista e Ty il misterioso alternativo – che governano un hub in cui la maniacale raccolta di dati è il punto di partenza per arrivare al controllo totalitario dell’intero pianeta.
Sarà a causa del proprio hobby che a Mae sarà fatta una proposta indecente da Eamon, che cambierà per sempre la sua vita e quella di chi le sta accanto. Mae dovrà indossare una telecamera del circuito SeeChange e dovrà vivere 24 ore su 24 nella totale trasparenza, condividendo la sua intera vita con milioni di followers in tutto il pianeta.
La privacy è egoismo, la privacy è un reato.
Da qui in poi, sarà un crescendo d’inquietante follia, da cui sarà impossibile discostarsi.
Inquietante è l’aggettivo giusto per descrivere la trama di questo romanzo distopico che toglie il fiato. I monologhi di Eamon sono lavaggi del cervello, le ossessioni di Stenton si trasformano per il lettore in ipnotici e crudeli esami di coscienza.
Si arriva alla fine e si ha voglia di disconnettersi da tutti i social, di spegnere il cellulare e di rifugiarsi in una baita sul cucuzzolo di una montagna.
un libro per chi: pubblica sui social qualsiasi cosa, anche quante volte è andato in bagno
autore: Dave Eggers
titolo: Il cerchio
traduzione: Vincenzo Mantovani
editore: Mondadori
pagg. 396
€ 14,50
Il film
Da oggi, 27 aprile, potete trovarlo al cinema.
Ma siete sicuri di volerlo vedere senza aver letto prima il libro?
No, non volete farlo, perchè sapete che poi non avreste voglia di fare il contrario, ovvero passare dal film al libro.
Il libro lo avete invece già letto?
Alloraforse è meglio che evitiate questo film, in cui la perplessa Emma Watson interpreta una Mae che non è la stessa del romanzo. Una Mae innocente, priva di quel lato torbido che invece spicca tra le pagine scritte da Eggers, una Mae che appare travolta e sopraffatta dagli eventi, mentre noi lettori sappiamo bene che è stata la sua ambizione a portarla fino al punto di non ritorno.
Un film superficiale, che sorvola su buona parte delle idee del libro, prendendo quelle più semplici da trasporre in due ore sul grande schermo e cambiando completamente il ruolo di certi personaggi, nonché stravolgendo il finale.
Un finale che nel libro inquieta non poco ma che nel film è così blando da riportare alla mente il caro protagonista di The Truman Show.
The Circle andrebbe forse visto solo per ascoltare i monologhi di Eamon Bailey interpretati da Tom Hanks e per visualizzare la scrivania di Mae, sepolta dai numerosi monitor che spuntano come funghi.
Tutto il resto è un inutile susseguirsi di immagini banali, dai risvolti semplicistici che perdono di vista l’intento disturbante del romanzo.
Ancora una volta, nell’antica diatriba “meglio il libro o il film?” il primo vince facile.
Quindi, se avete un paio d’ore da investire su voi stessi, lasciate perdere il cinema e andate in libreria.