Leggete bene questo post, perché potrebbe essere l’ultimo.
Da un momento all’altro potrei essere schedata nel Registro degli Intellettuali e dei Radical Chic e dover lasciare quindi l’attività di questo blog, rea di leggere troppi libri.
Perché il nuovo romanzo di Giacomo Papi, Il censimento dei radical chic, non racconta vicende umoristiche fantasiose e irreali, bensì è specchio della realtà più attuale e inquietante.
Il censimento dei radical chic
Ambientato nell’Italia contemporanea, governata da un Primo Ministro dell’Interno intento a ingozzarsi di cibo e a fare battutine brillanti invece di dare risposte concrete, il romanzo parte con l’efferato assassinio di Giovanni Prospero, professore responsabile di aver citato Spinoza in un talk show televisivo, sottolineando involontariamente la stoltezza del presentatore e del pubblico.
Il professore, come tutti gli intellettuali, ha commesso il grave errore di mostrare senza ritegno la propria cultura al popolo, ormai capace di muoversi solo tra pensieri e parole semplici, incitato a farlo dallo stesso governo.
“All’inizio se la sono presa con i clandestini, poi con i rom, dopo è venuto il momento dei raccomandati e degli omosessuali, e ora si mettono ad attaccare gli intellettuali…”.
“Sì, Anna, ma noi che fastidio diamo?”
Venne verso di loro, zoppicando, un uomo anziano con la faccia da indio:
“Perché, gli altri che fastidio danno, Clelia? Questi qui hanno bisogno di un nemico l giorno, se no non esistono”.
Da anni residente all’estero, Olivia, figlia del professor Prospero, torna in Italia per organizzare il funerale del padre, ritrovandosi perplessa in una società tanto stupida e superficiale quanto permeata da grottesca violenza.
Il popolo ormai è sovrano, alimentato in questa convinzione dalla furbizia del Primo Ministro, nel quale Olivia riconosce un vecchio compagno di scuola.
Che cosa ha potuto trasformare un bambino simpatico in un adulto prepotente che incita le folle a fare a meno della cultura, vera nemica del benessere?
La sete di potere, ovviamente.
Da settimane i sondaggi suggerivano la necessità di un nuovo bersaglio. Da quando il nuovo governo si era installato, il popolo ne consumava uno ogni due giorni. L’ultima campagna, quella contro le famiglie omosessuali, era stata meno efficace del previsto, quanto al resto non gliene fregava più niente a nessuno: le barche affondavano indisturbate nel mare e le banche affondavano indisturbate nei crediti inesigibili; gli schiavi continuavano a raccogliere pomodori indisturbati, ma i campi dove lo facevano erano scomparsi grazie a un accordo-quadro con Google Maps; le ong erano state messe fuori legge, ma per aiutare i cooperanti rimasti senza lavoro era stata creata una png per le ong; una nuova legge aveva ridefinito la legittima difesa in quanto “legittima difesa da ragionevole paura”, ed equiparato il porto d’armi alla patente di guida…
Con la scusa di proteggere gli intellettuali, il governo istituisce il Registro degli Intellettuali e dei Radical Chic ed emana il Decreto Legge n. 1728 per la semplificazione della lingua italiana, attuata attraverso il lavoro del Ministero dell’Ignoranza, dove un manipolo di cialtroni s’impegna per semplificare il dizionario e riscrivere tutto ciò che è stato pubblicato, banalizzandolo e rendendolo chiaro anche ai meno avvezzi alla lettura.
Come lo stesso testo di Papi, revisionato dal Funzionario Redattore Ugo Nucci, detto Frun, e supervisionato dal Funzionario Redattore Capo Salvo Pelucco.
Ed è grazie a questo potente espediente narrativo che noi lettori ci rendiamo conto di quanto possa essere reale e vicino il mondo raccontato da Papi: per ogni parola ricercata e per ogni periodo elaborato, troviamo una nota di Frun e l’esito della revisione.
Tutto quanto viene semplificato per fare in modo che il popolo non debba più sforzarsi di usare il cervello.
Il cibo era diventato il grande connettore sociale. Aveva sostituito il pensiero. Dove un tempo c’erano i teatri, adesso sorgevano supermercato di cibo italiano. Durante il talk show il ministro aveva detto che “la gente moriva di fame”, ma non era vero: la gente mangiava a strafogarsi, poveri e ricchi, erano tutti più interessati a ciò che gli entrava in bocca rispetto a ciò che ne usciva sotto forma di parole. Perché per mangiare pensare non serve.
Mentre la violenza cresce e il qualunquismo ha ormai preso il sopravvento sulla ragione, gli intellettuali vengono relegati a fenomeni da baraccone, esposti allo zoo mentre si dilettano a praticare un’attività arcaica e desueta: leggere classici ad alta voce, pagati quel tanto che basta per potersi permettere la protezione del governo da eventuali atti violenti.
Ma come la storia ci insegna, di fronte a una politica totalitarista che priva della libertà i più deboli, c’è sempre una resistenza ribelle pronta ad agire.
Inquieta non poco la visione distopica di Giacomo Papi, che ci sbatte in faccia un’Italia trasfigurata, vittima delle proprie peggiori debolezze e carnefice di se stessa, riuscendo però a farci anche sorridere con una tagliente ironia che non risparmia nessuno: dai politici scaltri, vendicativi, bugiardi e assetati di potere, agli stessi intellettuali, incapaci di scendere dal piedistallo che li ha condannati a morte, fino al popolo privo di capacità critica, che non riesce più a distinguere tra bene e male e tra libertà e schiavitù.
C’è di che aver paura, più che dopo la lettura di Fahreneit 451, a cui chiaramente s’ispira il finale de Il censimento dei radical chic, perché se dell’ignoranza di Montag e dei suoi compagni armati di lanciafiamme si ha evidente timore, di fronte a un Ministro colto e intelligente, che finge di non esserlo per assecondare e irretire la follia di un popolo alla deriva, si può solo essere spiazzati e senza alcuna pronta difesa.
Non ci resta che continuare a leggere e ad alimentare il cervello, tenendolo pronto a reagire e guardandoci vicendevolmente le spalle.
un libro per chi: trova ancora il coraggio e la forza di discutere con i leoni da tastiera dal vocabolario limitato
autore: Giacomo Papi
titolo: Il censimento dei radical chic
editore: Feltrinelli
pagg. 141
€ 13