Se siete genitori vorrete leggerlo.
Se siete insegnanti o educatori dovreste leggerlo.
Se non siete né gli uni né gli altri, datevi l’opportunità di entrare nel cervello e nella vita di un dislessico e ringraziate Francesca Magni per averlo descritto così bene ne Il bambino che disegnava parole.
Il bambino che disegnava parole
Scritto con uno stile che coinvolge più dei migliori e appassionanti thriller psicologici, il libro della giornalista Francesca Magni ci accompagna nella sofferta e complessa odissea di un’intera famiglia, stravolta dalla scoperta che il dodicenne Teo, alle prese con le difficoltà della scuola media, sia in realtà affetto da dislessia.
Teo non è incapace, non è distratto, non è svogliato, non è pigro, come sarebbe semplice (e altrettanto superficiale) dedurre dai suoi scarsi risultati scolastici e come viene inizialmente giudicato dal suo stesso intransigente padre.
Teo ha un disturbo dell’apprendimento e per fortuna ha anche una madre testarda, che, non rassegnandosi all’incapacità scolastica del figlio, scava nel profondo di certi segnali e atteggiamenti, arrivando a scoprire la verità, grazie anche all’intuizione di un’attenta psicologa.
Non ricordi i saluti, ma una volta usciti in strada ti senti come se ti avessero rimesso in ordine gli organi interni.
Era così semplice, dici.
Il sollievo di tuo marito è più pragmatico.
Adesso però bisogna verificare, dice.
Tutto torna, fai tu. Il passato non si può cambiare, ma ora sembra una storia diversa.
Sali sulla canna della bicicletta e ti aggrappi alla parte centrale del manubrio, le gambe sollevate, il piede allacciati tra loro a tenere l’equilibrio; tuo marito pedala e il suo respiro raggiunge ritmicamente il tuo orecchio, è lo stesso soffio tiepido che all’inizio dei tempi aveva intrecciato fra voi una nuova intimità e che oggi sembra scandire tutti gli anni passati e quello che c’è dentro. Di colpo sai che è iniziata una nuova fase della vostra vita.
Una diagnosi che appare spietata ma che in realtà spalanca le porte di una nuova consolatoria consapevolezza: Teo non è poco intelligente e non è malato, ha solo un modo diverso di pensare; il suo cervello agisce in maniera diversa, non sbagliata.
La vera battaglia, però, inizia dopo la scoperta: il disturbo va certificato, gli insegnanti devono comprenderlo e accettarlo, la scuola deve fornire programmi d’apprendimento adeguati e strumenti compensativi, come tablet e calcolatrice, il mondo intero deve smettere di giudicare.
Francesca non molla mai, continua a studiare, approfondire, imparare, per non lasciare solo Teo e per dargli la speranza di realizzare un importante desiderio: frequentare il Liceo Classico.
Nel frattempo Ludovica, sorella minore di Teo, richiama dolorosamente le attenzioni che ormai appartengono tutte al fratello, mentre Pietro, il padre, è sempre in bilico tra giudizi affrettati scatenati dalla frustrazione e il comprensivo e incondizionato sostegno dettato dall’amore genitoriale.
Si legge questa storia difficile e per tutto il tempo ci si domanda se la famiglia ce la farà a superare fatica e difficoltà, se riusciranno a restare uniti.
Ho sempre detestato l’espressione madre coraggio ma durante la lettura mi sono ripetutamente trovata a voler stringere con forza e calore la mano di Francesca Magni, per ringraziarla di aver raccontato senza fronzoli, con lucida verità e cruda fragilità la storia di Teo e della sua dislessia, regalandoci un libro che ha tutto il diritto di diventare un testo fondamentale per insegnanti, educatori e genitori.
Un libro con la forza travolgente di un romanzo e l’accuratezza d’informazioni di un saggio scientifico.
Così scopriamo come funziona il cervello di un dislessico, cos’è una mappa concettuale (ne troviamo una nel retro di copertina), impariamo che esiste un carattere – il TestMeSans – che aiuta il processo di lettura dei dislessici (e che è stato utilizzato per stampare il libro), seguiamo le vie tortuose che portano all’apprendimento.
Grazie alla forza e alla determinazione di Francesca Magni ora c’è questo libro che illumina di speranza il difficile percorso di chi scopre e vive la dislessia.
Seguirlo è faticoso ed entusiasmante come un’avventura.
C’è stata la fase del caos, quando decodificavate ogni indizio con la chiave sbagliata. Poi la scoperta e quella sensazione di forza per aver dato un nome, un brivido breve, poi di nuovo il buio. Ed eccovi in un caos consapevole e nuovo ad arrabattarvi in cerca di strategie, perché tempo della separazione. Teo deve imparare a conoscere se stesso.
un libro per chi: non si arrende mai.
autrice: Francesca Magni
titolo: Il bambino che disegnava parole
editore: Giunti
pagg. 367
€ 16,00