Guasti di Giorgia Tribuiani

Guasti di Giorgia Tribuiani

Vi soffermate mai a pensare cosa vorreste fare del vostro corpo una volta morti?
Tumulazione? Cremazione?
Lasciarlo alla scienza?
Il protagonista silente di Guasti, potentissimo e fulminante romanzo d’esordio di Giorgia Tribuiani, ha scelto di farsi plastinare*, per essere esposto nella famosa mostra che ha ormai fatto il giro del mondo.
Una scelta che condiziona la vita di Giada, compagna di questo uomo che ora è un cadavere esposto agli occhi di chiunque.
Il libro – che affronta una tematica così insolita in modo diretto e intenso – sarà protagonista del prossimo incontro del gruppo di lettura Absolute Beginners.

Guasti

Era un fotografo famoso in tutto il mondo il compagno di Giada.
Sarà stato questo il motivo che lo ha spinto a scegliere di donare il proprio corpo al Dottor Tulp, il plastinatore celebre per aver realizzato la mostra internazionale che fa scoprire le meraviglie del corpo umano a migliaia di persone.
Un intellettuale libero da schemi e condizionamenti, che non aveva mai voluto sposare la devota compagna ma che la teneva sempre accanto a sé, in un cono d’ombra certamente rassicurante ma anche altrettanto opprimente.

Non era mio marito, signor Popoli, lui non mi avrebbe mai sposata. Era contrario al matrimonio e voleva solo starmi accanto, questo diceva, che non aveva bisogno di firmare nulla per starmi accanto e sa, alla fine mi aveva convinta, anch’io non l’avrei mai sposato.

La scelta di farsi plastinare l’ha presa in totale autonomia.
Giada non ha potuto dire la sua e poi la morte è arrivata, imponendole quella decisione anomala e dolorosa, per alcuni eticamente scorretta, per altri decisamente coraggiosa; una scelta che oggi la costringe a seguire il corpo dell’amore della sua vita in giro per l’Italia, mostra dopo mostra.
Lei, che all’inizio della relazione con il genio della fotografia aveva messo da parte le proprie ambizioni per trasformarsi ne “la donna di”, ora che è rimasta sola non sa da che parte ricominciare a vivere per se stessa e sprofonda in un dolore così grande da diventare ossessione.

L’incolmabile vuoto lasciato dalla perdita, unito al disagio di sentire ancora presente l’uomo che ha amato, con quegli inconfondibili occhi e quella protuberanza sul cranio che in vita veniva accuratamente nascosta sotto una bandana, aumentano le fragilità di Giada, portandola sul baratro dello squilibrio mentale.
A cercare di aiutarla arriva inaspettatamente il custode di un altro piano, che sa leggere nei suoi pensieri più profondi e le tende una mano, riuscendo quindi a farla aprire e ragionare sulla deriva dentro cui sta annaspando.

Non aveva interessi, lei?
Mi occupavo un po’ di fotografia.
Sguardo alla Nikon.
Roba di poco conto. Amatoriale.
E poi ho smesso?
Non sarei mai stata all’altezza.
Del suo uomo?
Annuì. Quando ci siamo conosciuti era già troppo avanti.
Ma adesso, e scusi la franchezza, a lei è stato dato altro tempo.
Lei sospirò e no, lei non capisce, lei non sa cosa significhi per il talento avere incontrato il genio, pensi a Mozart, a Mozart e a Salieri, e poi le rivelo una cosa, vuole saperla? è proprio vero che ubi maior minor cessat, ma perché questo minor finisce per mollare da sé; questo povero minor non può che sentire
Il peso della sconfitta?
La consapevolezza di non avere altro da aggiungere.

Giada piange senza vergogna il suo uomo, passando per folle davanti agli altri basiti spettatori e ritrovandosi a combattere, non senza qualche sovrabbondante isterismo, chi giudica eccessiva la sua devozione funebre.
Travolta dai ricordi, ossessionata dalla visione di quell’imperfezione fisica, distrutta dal pensiero di doversi a breve separare dal cadavere già venduto a un collezionista, affogata ormai in una disperata solitudine, l’eroina foscoliana di questa oscura tragedia sciorina grandi verità e si fa paladina di chi crede nel culto dei morti e dei sepolcri.

Tutti questi cadaveri sembrano finti perché non hanno più una storia, mentre sarebbe bello se ognuno di loro avesse qualcuno accanto che ne raccontasse gli amori, le passioni; la vita. Dove sono le loro mogli? dove i figli e gli amici, perché non sono qui? non hanno sopportato la scelta della plastinazione?
Il vigilante si coprì la bocca col tovagliolo. Forse, semplicemente, hanno scelto la vita.
E che vuol dire? non ci sarebbero andati, al cimitero?

Con una trama indiscutibilmente originale e una scrittura fluida e fortemenete emotiva, Giorgia Tribuiani sfodera un innegabile talento che merita di essere seguito con attenzione.

* la plastinazione prevede che si drenino i fluidi corporei immettendo polimeri di silicone; il tessuto si irrigidisce, conferendo al soggetto – privato di pelle – l’aspetto di una statua di cera in cui sono visibili muscoli, arterie, vene

Guasti di Giorgia Tribuiani

un libro per chi: non riesce a lasciare andare il passato

autore: Giorgia Tribuiani
titolo: Guasti
editore: Voland
pagg. 128
€ 14

Absolute Beginners

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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