Articolo a cura di Paola Migliorino.
Gli altri, romanzo di Aisha Cerami uscito nel 2019, inizia pacatamente, quasi sottotono, e prosegue lentamente presentandoci gli inquilini del Roseto, un bel condominio circondato da un giardino in un piccolissimo borgo ai margini di una grande, puzzolente e costosa città.
Gli altri
I condomini del Roseto hanno “scelto” di vivere in quel posto e ne hanno fatto quasi una famiglia d’elezione: un luogo perfetto in cui ci si vuole bene, si è accolti, ci si aiuta reciprocamente.
Fondamentale per preservare questo perfetto equilibrio è che tutti accettino di farne parte, ne rispettino le regole, rinunciando a una parte della propria intimità, per condividere ogni problema ma anche ogni occasione di felicità.
Anni e anni prima, in quel condominio, c’era stato un uomo che aveva stilato una legge uguale per tutti. Una legge indiscutibile e fondamentale perché quel posto restasse per sempre un luogo felice. Il regolamento veniva firmato alla prima riunione di condominio. Una firma senza valore legale, ma sacra. Un patto di sangue, senza tagli o giuramenti sotto la luna piena. E il regolamento diceva più o meno così: rispetta il prossimo tuo come te stesso; non usare violenza; non minacciare; non fare la spia; non avere segreti.
Ma questa perfetta comunità si poggia in realtà su equilibri molto precari, e basterà poco infatti per far traballare quello che sembra il giardino dell’Eden: l’arrivo di una nuova famiglia, gli altri del titolo, che ben presto diventeranno gli stranieri, sarà sufficiente a rivelare l’ipocrisia di quella luminosa convivenza.
I nuovi inquilini non hanno il tempo, o forse la voglia, di partecipare alla festa di benvenuto che i condomini hanno organizzato per loro e questo rifiuto scatena l’irreparabile; giorno dopo giorno cresce la diffidenza, si insinua il sospetto che gli altri abbiano qualcosa da nascondere, una sottile cattiveria serpeggia negli animi e il Condominio – come un novello Dorian Gray – inizia a manifestare segni esteriori di sporcizia e turpitudine.
Così, mentre una macchia sospetta e di incomprensibile origine si allarga sulla facciata del palazzo, parallelamente cade il velo di rispettabilità che celava tutto e tutti.
Tutti uniti dallo tesso bisogno: la fratellanza. Senza quella, probabilmente sarebbero stati presi a morsi dalla disgrazia. Anche lui aveva trovato in quella sorta di focolare un appiglio, un posto dove ogni cosa va come deve andare. Dove il libero arbitrio è un’ipotesi e non una legge inevitabile.
Man mano che la storia prosegue, impariamo a conoscere il volto nascosto di Maria, Romana, il Conte, il Vedovo, Rebecca, Nico e tutti gli altri personaggi, dall’apparenza ordinaria, ma in realtà con ombre che celano altre ombre, e che solo le parole di due ragazzini, Antonio e Arina, ancora incontaminati e puri, riusciranno a svelare, prima di essere risucchiati dal magma delle loro vite.
Siete ossessivi nel modo di vivere e soffocanti nel chiedere attenzioni, siete dei mostri travestiti da brava gente! Ma lo sapete cosa si dice in giro di voi? Che siete una banda di psicopatici e che vivete in un mondo solo vostro per non guardare in faccia la realtà, che siete degli emarginati e che nessuno vi vorrebbe come mici. Siete convinti di essere liberi, ma vivete chiusi dentro una gabbia!
Romanzo corale in cui nessuno è veramente protagonista, un posto di rilievo lo merita il Conte, che, con le sue spietate analisi e riflessioni, ci descrive magistralmente la verità di ognuno in questa entità indivisa e giudicante.
Durante l’intera riunione, il Conte aveva osservato gli amici con occhio analitico. Non c’erano le cosce tornite di Maria distrarlo, o la leggiadra stoltezza di Libia, ammutolita dalle responsabilità di padrona di casa. Per non farsi prendere dallo smarrimento che ogni cosa, in quella casa, gli provocava, si era dedicato con cura e arguzia agli animi scapestrati dei vicini. Si era divertito a cercare in ognuno quello che lui aveva dentro di sé: tic, perversioni, abitudini e capricci. E, con suo sommo sollievo, scopri che nessuno di loro era scevro da manie invisibili.
Metafora dell’ipocrisia sociale, Gli altri ci rivela i segreti inconfessabili nascosti dietro la patina di decoro che caratterizza la vita di molti, e via via che la verità emerge, il giardino si trasforma in una gabbia dalla quale è difficile scappare.
Una lettura che prende ritmo sul finale, inquietando non poco.
un libro per chi: vuole ragionare sui tipi umani e sulla società odierna
autrice: Aisha Cerami
titolo: Gli altri
editore: Rizzoli
pagg. 288
€ 18
Ciao Paola, grazie per la segnalazione. Avevo già seguito le “gesta” della Cerami in veste di attrice, ma non sapevo che avesse anche scr5itto un libro… mi ha incuriosito. Grazie mille 😀