Filosofia minima del pendolare di Björn Larsson

Sulla copertina di Filosofia minima del pendolare di Björn Larsson c'è l'illustrazione di un colorato aquilone che vola sopra il mare

Se non siete mai stati pendolari, probabilmente non potrete davvero compredere l’essenza di quanto Björn Larsson sostiene nel memoir e saggio socioantropologico Filosofia minima del pendolare, pubblicato da Iperborea; certo è che l’autore svedese, in queste poche ma accuratissime pagine, saprà coinvolgervi nella vita di chi ogni giorno fa avanti e indietro lungo uno stesso tragitto.

Filosofia minima del pendolare

Il viaggio del pendolare, be’, non è un viaggio. Sono tre puntini tra parentesi, che segnalano che è stato omesso qualcosa di insignificante, qualcosa che non valeva la pena di menzionare.
Ad andar bene.

Pendolare per lavoro, ma anche per amore, Larsson – che qui si rinomina “il testimone” e scrive in terza persona – racconta con grande ironia e molta sapienza la sua esperienza decennale su treni, traghetti e aerei, con un occhio attento alla variegata umanità che trascorre buona parte del proprio tempo quotidiano sui mezzi.
Per farlo si affida non solo a una narrativa decisamente avvincente, ma anche a citazioni letterarie e filosofiche nonché ad analisi di dati e fenomeni sociologici.

Il testimone non tralascia nemmeno le proprie confessioni più intime, in una sorta di racconto confidenziale rivolto a chi legge, forse perché l’avventura e sventura di essere pendolari unisce in un cameratismo simile al sentimento che si crea dopo una gita scolastica nel pieno della gioventù, o forse solo perché quando si è colpiti dallo stesso destino viene naturale essere complici.

Nel complesso comunque gli sembra che si possano fare molte osservazioni di portata esistenziale durante i viaggi da pendolare. Se solo si hanno occhi per vedere e orecchie per ascoltare.

È una vita di tempo sospeso quella dei pendolari, un andare e tornare che non può definirli né turisti né viaggiatori, anche se, spesso, percorrono centinaia di chilometri e trascorrono ore a muoversi tra un luogo e l’altro.
Con questo suo libro Larsson ha voluto dare senso e dignità a quel dondolare perpetuo, trasformandolo in letteratura che resta, e ne ha anche suggellato la rilevanza sociale, analizzandone l’impatto pure a livello politico, con la lucidità del più abile dei saggisti.

Insomma, Filosofia minima del pendolare è sia un piccolo e personalissimo diario dal tono leggero, profondamente intelligente e brillante, sia un immenso manuale filosofico da cui prendono vita talmente tante riflessioni che non basterebbero ore di pendolarismo per affrontarle tutte.
Godibilissimo anche se il proprio mondo gira attorno a due passi da casa.

un libro per chi: non sta mai fermo, nemmeno con la mente

autore: Björn Larsson
titolo: Filosofia minima del pendolare
traduzione: Andrea Berardini
editore: Iperborea
pagg. 224
€ 18

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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