Inizio quest post con una dichiarazione d’amore per l’illustrazione di Flaminia Veronesi che regna sulla copertina di Faremo foresta, ultimo romanzo di Ilaria Bernardini. Appena l’ho vista ho avuto una folgorazione tra il mistico e il naturalistico e mi sono immaginata in un bosco, ad abbracciare amorevolmente alberi dal tronco forte e possente.
Solo figurando questa scena, mi sono sentita serena e appagata.
Leggendo il libro, poi, ho capito che questo per me non sarebbe stato un semplice romanzo.
Faremo foresta è un viaggio nei sentimenti che animano tutti gli esseri umani ed è soprattutto un prezioso unguento, che combatte e sconfigge fragilità e paure.
Un dettato sulla gentilezza e sul sapersi dare tempo, per accogliere senza giudizi quell’inquieto tourbillon che è la vita.
Faremo foresta
Il memoir di Ilaria Bernardini racconta la fine di un amore e tutta la sofferenza che ne deriva. Sofferenza per Anna, scrittrice e sceneggiatrice, e suo marito, che si lasciano non del tutto consapevoli della mutazione del sentimento che li univa; sofferenza per Nico, il figlio di quattro anni, che deve imparare a vivere in una casa così grande che ne comprende addirittura due.
L’agonia del lasciarsi, in questa storia semplice e vera, appartiene a tutti i suoi protagonisti. Alla madre di Anna, combattuta tra il puntiglio della ragione e gli slanci artistici su cui ha costruito nuove emozioni, che anni prima s’è separata dal marito, il distante padre di Anna, da lei apparentemente rimosso ma che tutt’ora, nell’assenza, governa molte delle sue abitudini e scelte.
Abbiamo messo giù e ci siamo persi di vista. Non sono abituata alla sua presenza quindi anche quella volta l’ho dimenticato subito. Non mi manca mai, non voleva mancarmi mai e così mi sono adattata.
In un caldo giorno estivo, tre tragici avvenimenti s’incrociano e danno inizio al racconto di Anna, ai suoi excursus tra vita e professione, passato e presente, detto e non detto.
Lasciarsi è un po’ come morire
Si lasciano anche Alessandro e Diana, sorella di Anna, dopo che lui ha rischiato la vita in un incidente motociclistico e dopo mesi di interventi dolorosi e faticosa riabilitazione. Si lasciano ma continuano a volersi bene, a preoccuparsi l’uno dell’altra, a inseguirsi lungo l’incedere del tempo, perchè forse, chissà, se non ci fosse stato quell’incidente sarebbero rimasti insieme fino alla fine dei giorni.
Si lasciano Maria la giardiniera e il suo fidanzato, che si amavano davvero ma che non sono riusciti a ritrovarsi e riconoscersi dopo che lei è stata sul punto di morire, a causa di un aneurisma celebrale. L’hanno soccorsa Anna e la madre, chiamando tempestivamente l’ambulanza. Maria quel giorno muore un po’, quel tanto che basta per ritrovare una vita diversa, da ricostruire.
La giardiniera riparte da zero; comprende e perdona Anna che non la va a trovare in ospedale, troppo persa nel proprio dolore di moglie separata e madre single. Troppo stravolta da questa nuova situazione che la destabilizza e la costringe a fare salti avanti e indietro, confondendo i ruoli e le necessità.
Ripercorro le parole dette così poco tempo fa in terapia. Saremo sempre uniti, noi siamo diversi. Provo ad avvicinarle alla richiesta di non scriverci più messaggi e mi adatto all’idea che siamo diversi ancora una volta. Ma diversi fra noi, non dagli altri. Provo ad avvicinarle all’idea delle piante ora, immobili e in pausa, nel loro bisogno di cure. Chissà cosa ha mangiato questa sera, mi chiedo ogni tanto. Chissà come bacia il suo nuovo amore.
Tra separazioni, malattie, incidenti e svolte, tutti i personaggi di questo romanzo autobiografico imparano a rinascere e ad affrontare i giorni, nei loro alti e bassi, con grazia.
Anna e Nico, grazie all’alleanza con Maria, danno vita alla loro personale foresta sul caotico e desertico terrazzo della nuova casa, curando le piante ereditate dall’inquilina precedente e dalla nonna di Anna, rinvigorendole con costanti attenzioni e un pizzico d’amore. Piante che accolgono anche il nuovo fidanzato di Anna, capace di conquistare Nico piantando con lui i girasoli che saranno poi fonte di cibo per un merlo timido ma curioso.
Mio marito sto smettendo di conoscerlo, è lontano. Mio padre non lo conosco, è lontano da sempre. Il mio fidanzato abita lontano, posso conoscerlo davvero? Il merlo si sta piano piano avvicinando ma non sarà mai vicino abbastanza.
Tra un dubbio e l’altro, tra passato doloroso e presente incerto, la vita scorre e ritorna a essere più semplice per tutti.
Alla fine, su tutto vince la scrittura e quella di Ilaria Bernardini è pungente, asciutta e salvifica, per se stessa e per tutti noi lettori.
un libro per chi: ha bisogno di un abbraccio.
autore: Ilaria Bernardini
titolo: Faremo foresta
editore: Mondadori
pagg. 186
€ 19
Sul terrazzo di Ilaria
Nella vita di chi scrive di libri, ci sono incontri e INCONTRI.
Quello con Ilaria Bernardini merita sicuramente tutte le maiuscole ma anche un paio di capriole gioiose e un grato inchino.
Proprio ieri Ilaria ha accolto un piccolo gruppo di blogger nel suo meraviglioso appartamento, a due passi dai Navigli, e mentre ci viziava con vino e tarallucci ci ha raccontato la genesi di Faremo foresta, conquistando la nostra attenzione con la passione di chi ha messo nelle pagine sentimenti veri e vissuti.
Citando Julian Barnes, Joan Didion e Lou Reed – uniti dalla capacità di raccontare nelle proprie opere la vita vera, nel bene e nel male – Ilaria Bernardini ci ha rivelato quanto si sia dedicata, grazie anche a un lungo lavoro di editing, alla cura del linguaggio, con una prosa a togliere, sentimentale ma asciutta, pregna di parole emotive ma mai barocche.
Ci ha fatto scoprire con una certa fierezza il gioiello prezioso nascosto dalla sovraccoperta del libro, ci ha travolti con l’entusiasmo di chi sta lavorando alla versione illustrata e dedicata ai bambini, ci ha incuriositi con la notizia che la storia di Anna diventerà un film.
Ci ha trasmesso l’attesa di una notizia importante che deve arrivare da molto lontano, una speranza che ora ha nuovi e convinti tifosi.
A pochi passi da noi, l’abbraccio di quel terrazzo che ora appartiene a tutti i lettori del romanzo e forse un pochino di più a noi blogger, che abbiamo avuto la fortuna di vederlo.
Che bello questo incontro ricco di chiacchiere, risate, voglia di avvicinarsi, di conoscersi, di fare foresta.
Che bella Ilaria Bernardini.