Fa caldo a febbraio, si gela ad aprile, l’estate ormai dura sei mesi, l’inverno non è mai veramente freddo.
E molti di noi, tutto questo, non sono ancora pronti a vederlo per quel che è: l’inizio della fine.
Chiara Mezzalama ha scritto un romanzo attuale e sorprendente, che sbatte in faccia ai lettori la dura verità sul cambiamento climatico: Dopo la pioggia, uscito per edizioni e/o, ci racconta un disastroso futuro prossimo a cui forse non siamo disposti a credere, a cui non vogliamo cedere, pur sapendo che è lì, dietro l’angolo, pronto a sopraffarci.
Dopo la pioggia
Elena traduce libri ma in realtà vorrebbe scriverli.
Qualcosa dentro di lei è da sempre bloccata: sarà stato l’abbandono del padre o la morte della madre, ma fin da quando era ragazza il suo mondo è come se fosse congelato.
Pure il suo matrimonio con Ettore è arrivato a un punto fermo.
Lui la tradisce con Claudia, una collega di lavoro, ed Elena un giorno decide di sparire, di prendersi una pausa per cercare di elaborare quel doloroso affronto.
Non dice nulla al marito e ai figli – l’adolescente Susanna e il più piccolo Giovanni – e si rifugia nella casa di campagna sulle colline umbre.
Ettore, rimasto a casa coi figli, impiega ore a rendersi davvero conto dell’accaduto, distratto da se stesso, dai messaggi dell’amante e soprattutto da un malessere che solo poche ore prima lo aveva costretto a lasciare l’ufficio.
Ritrovarsi in una vita sbagliata che non è veramente la tua ma della quale non riesci a sbarazzarsi. Lui ed Elena ne parlavano spesso. Desideri monchi, promesse tradite, perdere se stessi nelle mille futilità quotidiane, il tempo che si richiude come una morsa sull’orizzonte sempre più stretto. Qualcosa che moriva un po’ ogni giorno.
Ettore decide di mettersi in macchina con i ragazzi, vuole raggiungere la moglie spinto da un misto di senso di colpa e desiderio di ricostruire.
Ma ecco che accade l’impensabile: un nubifragio si abbatte su Roma e sul centro Italia, con una forza così devastante da fare esondare il Tevere, sommergendo la città e le campagne di acqua e fango, bloccando le migliaia di persone riversatesi sulle strade.
Durante la disperata fuga Ettore investe una cagnolina ed è in quel preciso istante, convinto di aver ferito i figli e di essere arrivato alla fine, che inizia a ritrovare se stesso.
Improvvisamente qualcosa si mosse dentro di lui. Come la pietra sollevata dal sepolcro. Quella punizione gli apparve come l’unica salvezza possibile, quella strada di fango l’unica strada possibile, e i figli la più grande benedizione che un uomo possa ricevere.
Elena, rimasta isolata in quella casa piena di ricordi, decide di uscire e di mettersi in strada per ritrovare la famiglia di cui non ha più notizie da troppe ore.
La devastazione è impressionante, l’acqua scende dal cielo inondando la terra arida e indurita dopo mesi di atroce caldo estivo, gli alberi si spezzano e bloccano le strade, i ponti vengono sommersi, il fango è ovunque e blocca la sua disperata ricerca.
È in quel momento che viene soccorsa da Guido, un uomo affascinante, abituato a vivere a stretto contatto con la natura, per nulla sorpreso che finalmente questa si sia ribellata all’egemonia umana.
Per Elena quell’incontro è l’inizio di un’evoluzione dolorosa ma salvifica, di una nuova visione del mondo e di se stessa, di una profonda comprensione delle relazioni e dei sentimenti.
Elena si sentì avvolgere da qualcosa di profondo e denso che la scaldava dall’interno, irradiandosi in tutto il corpo. Le parve di entrare in un mondo misterioso in cui si sentì al sicuro come non succedeva da tempo.
Tutto precipita vorticosamente e in un susseguirsi di eventi sempre più tragici e grotteschi, i protagonisti di questa storia vivono un risveglio della coscienza e dei sensi, incontrando un’umanità imprevedibile, diversa, più attenta, da tempo all’erta sull’arrivo della catastrofe.
Persone che hanno sofferto, che hanno fatto scelte difficili ma profondamente sensate, che hanno saputo vedere oltre e anticipare il disastro, pur consapevoli che sarebbe comunque arrivato.
Personaggi a volte strambi, buffi, improbabili, ma portatori di messaggi necessari, che vanno ascoltati e compresi.
Il romanzo punta il faro sulle speculazioni urbanistiche che stuprano la terra, sulle coltivazioni trattate con pesticidi che depauperano la biodiversità, sul consumismo che ci spinge ad avere sempre l’ultimo modello di cellulare e a creare cumuli di rifiuti, sull’industrializzazione senza freno alimentata dal capitalismo.
E non solo: Dopo la pioggia racconta con grande pathos quanto sia automatico per quasi tutti noi, di fronte a un momento di profonda insoddisfazione verso la nostra vita, prendere la via più semplice – Ettore tra le braccia di Claudia, Elena tra le pagine dei libri – invece di mettersi davvero in discussione per cambiare il proprio modo di relazionarsi con il mondo.
Una storia che tra le pagine snocciola una metafora dietro l’altra per sviscerare non solo le difficoltà umane ma soprattutto quelle di un pianeta allo stremo.
Fatevi il dono di sospendere per un paio d’ore la vostra incredulità e lasciatevi trascinare da questo romanzo che sa essere scorrevole e potente come una favola antica.
un libro per chi: gioisce delle temperature miti in inverno
autore: Chiara Mezzalama
titolo: Dopo la pioggia
editore: edizioni e/o
pagg. 213
€ 16.50