Articolo a cura di Tamara Malleo.
Con Cosa mi dice il mare, pubblicato da Bottega Errante, Lorenza Stroppa ci consegna le vite di Corinne e Roux attraverso il mare che è quasi una calamita per loro; madre e figlio sembrano appartenere a mondi lontanissimi e incapaci di comunicare ma il mare diventa in qualche modo il loro traduttore di emozioni, quello stesso mare che ha visto crescere lei e accoglie lui in un momento della sua crescita delicato e complesso.
Cosa mi dice il mare
A chi vede il mare con gli occhi chiusi. E sa dove corrono le onde.
Corinne, madre di Roux e moglie di Gus, improvvisamente decide di allontanarsi da tutto e tutti; deve cercare di sciogliere un nodo nascosto nel suo passato e che blocca la sua vita, legato alla morte della sua migliore amica Blanche.
Roux, suo figlio, è imprigionato in un mondo di numeri, che lo salvano da un presente che tende a farlo affogare negli affanni quotidiani.
Dopo l’abbandono momentaneo della madre, Roux va dai nonni materni a Douarnenez e lì inizia l’estate che cambierà ogni cosa, in un dialogo costante con il mare, a volte nemico, a volte amico ineguagliabile.
Come ha potuto pensare che fosse suo amico, che gli togliesse i pensieri, che potesse fondersi con lui? Il mare è un estraneo, ammaliante e pericoloso.
Lorenza Stroppa ci permette di nuotare nel mare di una storia fatta di segreti, di rabbia, di dolore, di frustrazione, di rifiuti ma anche di grandi scoperte come l’amore, la fiducia, la gratitudine, l’onestà, il coraggio.
Tutti i protagonisti di questa storia – sia quelli che arrivano da un passato insabbiato nella mente di Corinne (Blanche, Ric, una Corinne giovane e ribelle, Jules padre alla ricerca di un rapporto filiale compromesso), sia quelli di un presente vissuto dal figlio Roux (Anne, Olive, Arthur, Tuce) – si incontrano tra piani paralleli, spingendo Corinne verso quel dolore che stringe il nodo che la tiene a riva, e spingendo Roux verso un mondo nuovo, lontano dai numeri che lo rassicurano e lo proteggono dal disordine vitale del vivere facendolo entrare in connessione con nuove esperienze, relazioni fragili e cambiamenti che arrivano come le onde, pronte a spazzare via le fragili parole della sabbia ma anche capaci di restituire la forza di una rinascita.
In Cosa mi dice il mare si parla anche di scambio generazionale, di un dialogo che spesso viene definito impossibile tra persone di età diverse ma così poi non è; le parole possono superare le distanze e diventare invece spazio di scambio come quello tra Anne, giovane amica di Roux, che sta vivendo una difficile situazione familiare e Arthur, padre di Blanche.
Basta raccontarsi una nuova storia per vivere una nuova vita? Forse sì. Accettare le proprie cicatrici significa raccontarsi in modo diverso. Vivere una storia diversa. Facendo delle ferite, dei propri difetti, un’occasione per rinascere. E pensa sia possible? Possiamo farlo tutti? Non lo so. Qualcuno va in pezzi, si lascia andare. Fino a spegnersi completamente. Allora il mare finisce semplicemente ciò che era già iniziato. Qualcun altro invece riesce a riaccendersi di nuovo, ad avere una nuova vita. A brillare più di prima.
La narrazione è immersa in una prosa marina, è palpabile questa forza che spinge tutti a nuotare in mare aperto, a guardare oltre l’orizzonte conosciuto, a credere e sperare di poter vedere il passaggio di una balena che sorprenderà tutti e aprirà nuovi sguardi e consapevolezze.
La scrittura di Lorenza Stroppa ha la forza del mare, quell’inquietudine profonda che può portare a tempeste improvvise, può rubare per sempre qualcuno, ma può restituire improvvisamente, senza chiedere nulla in cambio, che “prende, scambia, gioca con le cose ma alla fine restituisce tutto”.
Una bella lettura che tocca corde profonde.
un libro per chi: al mare racconta tutti i propri segreti
autrice: Lorenza Stroppa
titolo: Cosa mi dice il mare
editore: Bottega Errante
pagg. 309
euro 18.00