Articolo a cura di Metella Orazi.
Cosa succede in una cittadina dell’entroterra australiano quando una giovane di dodici anni scompare? Ce lo racconta Hayley Scrivenor nel suo libro d’esordio Città di polvere, pubblicato da NN editore.
Città di polvere
Siamo nel 2001 a Durton, una cittadina rurale in cui la vita scorre placida e la comunità appare tranquilla perché ogni abitante conosce il proprio vicino e non vede minacce, fino al giorno in cui in un pomeriggio afoso di fine novembre la dodicenne Esther Bianchi non ritorna a casa dopo la scuola.
Ronnie che è la migliore amica di Esther, appena saputo della scomparsa, si mette in testa di ritrovare la ragazzina, perché la conosce e insieme hanno dei piccoli segreti.
La mia migliore amica portava il suo nome, Esther, come una regina che porta la corona in modo sbarazzino. Lei mi chiamava sempre Ronnie. Il nome che mi era stato dato non era adatto a me, era da adulta. Le sillabe chic di Ve-ro-ni-ca non avevano nulla a che fare con me. Avevamo dodici anni quando lei scomparve.
La storia ripercorre lentamente i giorni sospesi successivi alla scomparsa, cambiando continuamente punto di vista. Ogni capitolo ha infatti come protagonista – oltre a Ronnie – un diverso attore nella vicenda, da Costance che è la madre di Esther, a Sarah la detective incaricata del caso, donna queer con problemi amorosi, a Lewis, l’amico che per ultimo ha visto Esther.
La narrazione si svolge in alcuni casi in prima persona e in altri in terza, ma la prospettiva più originale è quella contraddistinta dalla terza persona plurale dei capitoli intitolati “Noi”: in questi lo sguardo diventa corale e i ragazzini della città parlano con profondità di ciò che vedono intorno a loro, assumendo toni assimilabili al coro della tragedia greca.
A Durton quasi nessuno aveva un cellulare, all’epoca. Di sicuro non noi ragazzi. Nessuno disse il nome di Esther, o perlomeno noi non lo sentimmo. Non avevamo visto abbastanza film o letto abbastanza libri da sapere cosa succedeva quando una ragazzina scompariva. La parola “rapita” non voleva dire molto per noi allora. «Chi?» chiedemmo subito, ma i nostri genitori non risposero.
Scrivenor scava nei personaggi, ne rivela il passato e cosa li ha portati a essere quello che sono in quel momento a Durton, la città di polvere. Scorrendo le pagine scopriamo perché Constance, che è una donna di città, si è ritrovata a vivere in un posto lontano da tutto, ma con a fianco Steve, un marito italiano affascinante che in un attimo le diventa estraneo quando nella sua macchina viene ritrovata una scarpa della figlia.
Il terrore di non saper dove fosse Esther si impennava in picchi imprevedibili, come il grafico di un elettrocardiogramma. Il bisogno di scivolare in una dimensione senza pensieri né sentimenti era fortissimo. I pensieri sfumarono quando i calmanti cominciarono a fare effetto, ma dormire era impossibile. Cosa stava facendo Steve?
Il contesto sociale ha una parte fondamentale nella vicenda e influenza l’agire di ogni personaggio, un microcosmo in cui si viene giudicati per ogni azione e in cui si tende a nascondere la verità sotto una facciata amichevole.
Città di polvere cela misteri, racconta di una città in cui nessuno è esente dall’errore, che piccolo o grande che sia viene comunque negato, camuffato e sospinto, come la polvere sotto al tappeto, in un luogo in cui si possa dimenticare.
Tutti hanno segreti e intime recriminazioni, cose che potevano fare e hanno tralasciato, imprimendo in questo modo un altro corso alla storia.
Scrivenor narra con abilità la perdita di innocenza dei ragazzini che incontrano il male e degli adulti che non possono proteggerli perché non sanno salvare neanche loro stessi.
Questa idea che gli adulti non sapevano tutto, non avevano il controllo della situazione come credevo, si era fatta largo dentro di me da un po’.
Si fatica a credere che questo sia solo un libro d’esordio, attendiamo con impazienza il secondo per confermare il talento che è già evidente in questa prova.
un libro per chi: da bambino, per fare bella figura con la maestra, ha ricalcato un disegno in controluce alla finestra e lo ha spacciato per suo
autrice: Hayley Scrivenor
titolo: Città di polvere
traduzione: Fabrizio Coppola
editore: NN editore
pagg. 347
€ 19
Una strana, inedita (o comunque non così usuale) ambientazione. Sembra interessante. Grazie per la varie segnalazioni, continuerò a seguirvi <3
Grazie Nicola e benvenuto!