Con quel suo fare un po’ sornione e l’inconfondibile voce apparentemente incerta, Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, sembra perennemente sospeso sulle nuvole; invece, è tra i pochi intellettuali italiani ad avere il dono di usare la leggerezza per colpire nel vivo e costringerci a riflettere.
Lo aveva già fatto come regista e attore in La mafia uccide solo d’estate, l’amara commedia con cui ci ha raccontato gli orrori della mafia e le pecche dello stato; lo ha sempre fatto con Il testimone, il programma televisivo in cui sembra solo volerci far ridere, per poi accompagnarci con impegno a scoprire la realtà che si nasconde dietro ai personaggi noti, in quello che si può definire un vero e proprio esperimento antropologico.
Lo fa anche oggi, arrivando in libreria per Feltrinelli con il suo primo romanzo …che Dio perdona a tutti.
…che Dio perdona a tutti
Un single felice non sarà mai felice come una coppia felice.
Arturo ha un solo Dio: la ricotta di capra e tutte le sue dolci declinazioni.
Palermitano, agente immobiliare, in quell’età in cui bisognerebbe già essersi sistemati con moglie e figli, Arturo è un single poco avvezzo alla coppia ma sempre pronto a innamorarsi.
Infatti cade tra le braccia di Flora, la donna dei suoi sogni, perché bella, brillante e proprietaria di una pasticceria che sforna sciù celestiali.
Flora però ha un piccolo difetto: è molto religiosa, un cattolica praticante che va regolarmente alle celebrazioni liturgiche e desidera condividere la fede con il proprio compagno.
Arturo quindi si trova a dover andare a messa ogni sabato pomeriggio, fingendo di essere realmente interessato alla preghiera e alle sacre scritture.
Ma Arturo è in realtà un cattolico medio, cioè uno di quegli italiani battezzati da bambini, che per inerzia hanno fatto pure comunione e cresima, magari passando i pomeriggi all’oratorio senza in realtà avere alcuna fede profonda in Dio e nessun particolare intimo rapporto con la Santa Romana Chiesa.
Un cattolico che a messa smozzica le preghiere perché sono solo una litania imparata a memoria da bambini e quasi del tutto dimenticata da adulti; un fedele che non ha mai affrontato con profondità la questione religiosa e non sa nemmeno come relazionarsi con il clero.
Un compagno deludente per Flora, che non nasconde il suo sconforto e porta Arturo a prendere un’azzardata e folle decisione: fingerà d’essere sulla via della conversione, applicando alla lettera il catechismo e i dogmi della chiesa.
A partire dal comandamento “non dire falsa testimonianza” – che lo costringe a essere sincero durante il tentativo di piazzare una casa da troppo tempo invenduta, rivelandone i difetti ai possibili acquirenti – fino ad arrivare alla pratica più cristiana di tutte: ama il prossimo tuo come te stesso.
Questo sarà solo l’inizio di un percorso che metterà in discussione la fede all’acqua di rose che tante persone praticano senza coscienza, arrivando a scoperchiare un intero mondo di ipocrisie e superficialità.
Perché, come si suol dire… futti futti, che Dio perdona a tutti!
All’improvviso ebbi tutto chiaro. Stavo parlando con persone che facevano i conti con la propria fede da una vita e le avevano dato mille significati, ma nessuno la concepiva così come io avevo sempre pensato fosse da intendere, motivo per cui mi aveva sempre atterrito e allontanato. Perché essere cattolico è difficilissimo. Amare il prossimo senza volere nulla in cambio è difficilissimo. Perché noi, in fondo, vogliamo che i nostri gesti buoni abbiano una ricompensa.
Con una narrazione brillante e leggera e attraverso irriverenti ed esilaranti gag (la cronaca della Via Crucis è decisamente ai limiti della blasfemia, tuttavia credo che ne rideremo per sempre), Pif va a colpire e affondare tutte quelle persone che considerano la religione un banale tratto distintivo come il colore dei capelli o degli occhi e che praticano la preghiera come un insignificante passatempo.
Una realistica fotografia di questa povera Italia, governata da un ministro che giura sul vangelo e sputa sui più deboli.
Si ride, si riflette e ci si fa il segno della croce, augurandosi l’arrivo di tempi migliori.
un libro per chi: finge di non conoscere la differenza tra credere in Dio e frequentare la chiesa
autore: Pif Pierfrancesco Diliberto
titolo: …che Dio perdona a tutti
editore: Feltrinelli
pagg. 185
€ 16
Noto un’assonanza con Dente per dente di Muzzopappa.
Sono in errore?
Sulla bravura di Pif in ogni caso non si discute.
PS. Sei andata ieri da Jonathan Coe, ci racconti qualcosa? Grazie un abbraccione
Tutt’altro!
Qui Arturo diventa un bravissimo cristiano, in “Dente per dente”, invece, Leonardo infrangeva tutti i comandamenti… l’ipocrisia della chiesa e dei dogmi cattolici sono comunque sempre in discussione, come accade quando si hanno di fronte persone intelligenti, che vedono oltre la mediocrità della massa.
Coe è già ampiamente raccontato sui miei profili social, Twitter e Instagram.
Buon weekend Sandra!
Allora dopo guardo gli altri social. Quindi questo è il rovescio della medaglia di Dente per dente, interessante.