Biscotti, omicidi e profumo di mandorle di Elke Pistor

La copertina di Biscotti, omicidi e profumo di mandorle di Elke Pistor è verde e intorno al titolo sono posizionati diversi dolci tipici natalizi, una calza, un pacchetto regalo, un agrifoglio

Biscotti, omicidi e profumo di mandorle, primo romanzo giallo di Elke Pistor pubblicato in Italia da Emons, è un buon cozy crime che oltre ad avere un delitto da risolvere ci racconta una storia di buoni sentimenti, com’è giusto che sia quando il clima è decisamente natalizio.

Biscotti, omicidi e profumo di mandorle

Annemie Engel ha passato la sessantina e da parecchi anni non esce di casa e dal suo laboratorio di pasticceria. Vive come un’eremita con il suo gatto Belmondo e la sua routine quotidiana è scandita da gesti sicuri e programmati, che non mettano mai in discussione nemmeno un attimo del suo tempo.
Al massimo, varia leggermente il gusto dei macaron e dei biscotti che prepara ogni giorno e che vengono venduti dal fratello Harald al mercatino di Natale della cittadina in cui vive.

Con Harald non parla più da anni, per colpa di un passato turbolento che l’ha reso ai suoi occhi una persona inaffidabile, da cui prendere le distanze.
Così Annemie si è costruita attorno una fortezza inespugnabile, rinchiudendosi in sole due stanze di quella che, invece, è una grande casa, con al piano terra ciò che resta di un bistrot e pasticceria che da anni ha chiuso i battenti.

Fuori è quasi Natale e la nostra Scrooge pasticciera vede la propria noiosissima vita sconvolta quando un poliziotto si presenta alla sua porta e le annuncia il ferimento di Harald, a seguito di un’esplosione avvenuta al mercatino. E non solo: Harald è accusato di omicidio, perché poco prima di saltare in aria stava discutendo animatamente con Horst Heßler, rimasto vittima dello scoppio.
Poco dopo la visita della Polizia, un altro uomo suona alla sua porta: è Farid, un giovane rifugiato fuggito dall’Egitto, che lavorava con Harald che le chiede addirittura ospitalità.

Non si trattava dell’ispettore capo Winfried Freudenruh, ma di un tipo sulla trentina con una giacca di pelle scura che sicuramente aveva visto tempi migliori, una maglietta nera e jeans strappati. Inoltre non si capiva se il grigio delle scarpe da ginnastica fosse il colore originale o lo sporco accumulatosi nel tempo. La barba incolta e i riccioli neri completavano l’immagine di un uomo che Annemie non aveva mai visto prima.

Annemie, che per anni ha congelato ogni sentimento, e non solo quelli nei confronti del fratello, si trova completamente spiazzata di fronte a tutti questi improvvisi accadimenti, tanto da non sapere in alcun modo come gestirli.

La nevicata si fece più fitta, i fiocchi pesanti assorbivano gradualmente ogni suono. Udiva solo i propri passi, con le suole che scricchiolavano sulla neve. Aspirava l’aria fredda e limpida col naso e la soffiava fuori in piccole nuvole. Che meraviglia! Perché aveva trascorso gli ultimi anni chiusa in casa? Si avviluppò ancora di più nel cappotto e proseguì più spedita. Era felice. Anche se sessantatré anni non erano passati senza lasciare traccia, non era ancora un ferro vecchio. Poteva affrontare una simile camminata senza problemi.

È davvero brava Elke Pistor a tratteggiare i timori e le fragilità di questa donna così provata dalla vita, che apparentemente è gelida e insensibile, ma che sicuramente nasconde buoni sentimenti sopiti dal dolore.
Seguendo il suo forzato reinserimento nella società impareremo a conoscere una Annemie diversa, che lentamente si scongela mentre si ricorda che nel mondo esiste la gentilezza, proprio grazie all’entusiasmo di Farid, ma anche alle attenzioni della dottoressa Maike Assenmacher, che assiste Harald in ospedale, e alla solida presenza della logorroica Gerburg Manderscheidt-Ziesemann, che sferruzza maglioni e guanti veloce tanto quanto parla.

Era un bene che avesse il coraggio di osare. Era rimasta rintanata nel suo laboratorio per troppo tempo, senza voler sapere nulla del mondo esterno. Ma lì si trattava dell’esistenza sua e di altri alcuni dei quali le piacevano molto, si rese conto con stupore. A lei, all’eremita Annemie Engel. Almeno era un inizio.

E la trama gialla? C’è, perché Annemie si metterà anche a indagare sulla morte di Horst Heßler per scagionre il povero Harald e scoprirà tutti i segreti che si nascondono dietro al mercatino natalizio…

Biscotti, omicidi e profumo di mandorle è un cozy crime molto godibile, che intrattiene con leggerezza chi cerca un romanzo coccola natalizio senza grandi pretese su misteri e colpi di scena.
Infine, una vera chicca: al termine del romanzo si trovano 24 ricette di dolci natalizi capaci di conquistare anche i meno golosi.

un libro per chi: ama il Natale, il profumo dei biscotti e con i cozy crime si diverte sempre

autrice: Elke Pistor
titolo: Biscotti, omici e profumo di mandorle
traduzione: Claudia Crivellaro
editore: Emons
pagg. 285
€ 15.50

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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