Non date alcun credito a chi vi dice che Tom Drury è il nuovo Kent Haruf.
Innanzitutto, lo stesso Drury ammette candidamente di non aver letto i romanzi del compianto scrittore; poi, a dirla tutta, se ci sono due prose diametralmente opposte sono proprio quelle dei due autori americani, entrambi pubblicati da NN Editore.
A caccia nei sogni
È il secondo capitolo della trilogia di Grouse County, iniziata nel 1994 con La fine dei vandalismi.
Nel primo romanzo, uscito a puntate sul New Yorker, Drury ci presentava i diversi personaggi che popolano la contea di Grouse in Iowa, travolgendoci con dialoghi serrati, minuziose descrizioni di fatti quotidiani e sottotrame strampalate.
Un’inondazione di parole che inizialmente appare ridondante, quasi fastidiosa, per poi rivelarsi la molla scatenante di un interesse così vivo da diventare necessità.
Ne La fine dei vandalismi conosciamo Louise, sposata con l’infantile e birbone Tiny al quale chiede il divorzio, esasperata dai suoi comportamenti egoisti e meschini. Louise inizia una delicata storia d’amore con Dan, lo sceriffo che – guarda caso – si ritrova a dover perseguire Tiny per atti vandalici. Sullo sfondo, altri personaggi, moltissimi dialoghi e tutta la bellezza della vita vera e semplice.
In A caccia nei sogni ritroviamo la lirica del quotidiano, questa volta declinata in un racconto più intimo, riservato a pochi personaggi, ancora persone semplici ma non convenzionali.
Ritroviamo dopo dieci anni Tiny Darling, che ora si fa chiamare Charles e ha una nuova moglie, Joan. I due hanno avuto un bambino, il piccolo Micah, e Joan ha ritrovato anche Lyris, la figlia che aveva abbandonato sedici anni prima e che ora è tornata a casa, dopo il fallimento di affidi e tutori.
Una famiglia a modo suo, raccontata con una prosa pacata, credibile, prolissa ma avvincente.
La parola chiave che muove l’intera storia è DESIDERIO e l’azione, differentemente dal lungo periodo del primo capitolo della trilogia, si svolge in soli quattro determinanti giorni.
Charles vuole recuperare il vecchio fucile che appartenne al padre e che ora se ne sta inutilmente esposto tra i cimeli domestici della vedova del reverendo del paesello.
Joan, come Louise ne La fine dei vandalismi, vuole liberarsi dell’opprimente presenza di Charles e delle responsabilità di avere famiglia, per ritrovare se stessa e le aspirazioni giovanili. Una donna eternamente scontenta, fragile, confusa.
Lyris ha bisogno di trovare solide e profonde radici da cui slanciarsi verso l’età adulta, ormai dietro l’angolo, mentre Micah, tenero come ogni bambino impaurito, desidera scappare dal buio della sua cameretta, tanto da ritrovarsi a vagare di notte per le strade della contea, che gli appaiono più sicure di quella casa in cui la mancanza della madre è un vuoto che fa silenziosamente male.
Quattro vite immerse in un’atmosfera dark, quasi pervasa da un alone di mistero.
Nonostante le consuete divagazioni e la narrazione lenta che lo caratterizza, Drury è capace di catturare l’attenzione dei lettori per farci arrivare in fondo al libro, convincendoci che ci sia qualcosa da scoprire, oltre alla quotidianità di persone ‘normali’.
E forse sì, alla fine di A caccia nei sogni scopriamo che ogni vita e ogni storia, anche le più semplici, sono rivelazioni su cui investire tempo e gentilezza.
un libro per chi: ama incondizionatamente la letteratura americana e non cerca, tra le pagine, sensazionalismi e accadimenti stravolgenti.
autore: Tom Drury
titolo: A caccia nei sogni
traduzione: Gianni Pannofino
editore: NNE
pagg. 232
€ 18
Tom Drury
Classe 1956, acclamato autore in patria e quasi del tutto sconosciuto in Europa, Drury ha avuto il suo riscatto fuori dai confini statunitensi quando Sam Jordison su l’Independent s’è interrogato su come fosse possibile non aver pubblicato nel Regno Unito l’autore della trilogia di Grouse County.
Oggi Drury risiede a Berlino e insegna letteratura all’Università di Lipsia.
L’ho incontrato pochi giorni fa, alla libreria Verso di Milano, dove con altri blogger lo abbiamo accerchiato e sommerso di domande.
Abbiamo così scoperto che scrivere A caccia nei sogni non gli ha portato via molto tempo, anche se il risultato finale è frutto della continua riscrittura di una voce apparentemente spontanea, che nasce dai ricordi più reconditi di un’infanzia trascorsa in un posto molto simile a Grouse County.
E mentre Drury, abilmente tradotto da Sonia Folin, ci raccontava la genesi della trilogia, io avevo un’unica frivola curiosità veramente imprescindibile: se La fine dei vandalismi e A caccia nei sogni diventassero una serie televisiva, quale attore potrebbe interpretare l’amabile ladro vandalico Tiny?
La risposta non è arrivata, ma ho chiesto a Tom di fare i compiti a casa e di farmelo sapere.
Non disperate, quando avrà risolto il mistero, avrò cura di dirvelo.
Nel frattempo, leggete.