Articolo a cura di Tamara Malleo.
Un naufragio di Daniele Pasquini, edito da SEM, è la storia di Valentina e Tommaso, due anime alla deriva che però si sforzano di nascondere questo loro disagio per non deludere gli altri e soprattutto per paura di ammettere di non avere un progetto che davvero li renda felici.
Un naufragio li spingerà a fare i conti con la propria natura e la loro relazione.
Un naufragio
Valentina e Tommaso si sono sposati dopo mesi logoranti dedicati all’evento che non avevano veramente scelto ma si erano ritrovati a organizzare spinti da una strisciante pressione sociale che non lasciava, secondo loro, molto alternative.
È un fatto che appare sempre ovvio quando ormai è troppo tardi, ma la più spiccata differenza tra innamorarsi e amare è che l’innamoramento è un liquido, l’amore è un solido.
Valentina ha una storia familiare complessa in cui la comunicazione emotiva è stata praticamente assente; Tommaso è un eterno ragazzo, insoddisfatto del proprio presente, sempre alla ricerca di nuovi stimoli che gli possano permettere di ridefinire il proprio futuro ma incapace di affrontare i problemi preferendo sempre la fuga.
Che cosa voleva? Voleva la sfida. Voleva riuscire in qualcosa, correre, vincere, guardare avanti senza paura. Voleva ridere, essere felice con sua moglie. Avrebbe voluto essere all’altezza di ciò che aveva sperato di diventare. Aveva mosso un passo nel futuro, ma lui era rimasto indietro. Non sapeva cosa sarebbe venuto dopo, ma sapeva che lo terrorizzava. Poteva affrontare il problema o girare le spalle. Finora aveva scelto la ritirata.
Il destino li mette alla prova: durante il volo di ritorno del viaggio di nozze, causa guasto al velivolo, naufragano in un’isola sperduta.
Dopo il primo momento di confusione e paura, Valentina e Tommaso devono cercare di sopravvivere e questo li porta a riscoprire il proprio lato nascosto, quello che non hanno mai fatto vedere a nessuno, l’io che tradisce la proiezione che hanno condiviso con gli altri e che rivela desideri e una nuova forma di libertà.
Valentina arrivò alla spiaggia dei tronchi camminando lungo la riva. Si trovò a riflettere sul fatto che non aveva mai trascorso in vita sua così tanto tempo senza guardarsi allo specchio. Trent’anni a rifugiarsi in un’immagine costruita con tanta perizia la rendevano vulnerabile, ora che era priva di un riflesso.
Come Tommaso e Valentina, anche noi lettrici e lettori, siamo persə in un naufragio di emozioni dove l’unica cosa che conta è sopravvivere e dove bisogna ascoltare le proprie più profonde necessità perché tutto il resto è superfluo.
La scrittura di Pasquini scava profondamente tra ricordi, sensazioni, parole usate come strumenti per ferire, silenzi che separano; ci ricorda quanto le relazioni siano complesse ma anche molto semplici e istintive.
A volte la pressione sociale annebbia i nostri pensieri, facendoci dimenticare quanto tutto potrebbe essere più facile solo ascoltandosi e ascoltandoci, condividendo il proprio percorso senza giudizio, affidandosi con fiducia e onestà, mostrando non solo i propri successi ma anche le paure, i desideri, gli errori, le cadute per non naufragare.
Un naufragio è un romanzo che sorprende per l’onestà con cui analizza e racconta l’animo umano.
un libro per chi: sa che tutti e tutte noi abbiamo vissuto o vivremo in qualche modo un naufragio, scoprendo l’autenticità del nostro io e delle possibilità che abbiamo
autore: Daniele Pasquini
titolo: Un naufragio
editore: SEM
pagg. 189
€ 17