Saper narrare la propria storia non mettendosi in primo piano ma filtrandola attraverso altro – che si tratti di personaggi inventati, fatti storici, oggetti, forme d’arte – è un grande talento, che non manca di certo a Daria Bignardi, uscita recentemente con un memoir che racconta di sé passando attravero i libri che l’hanno fatta soffrire.
Libri che mi hanno rovinato la vita (e altri amori malinconici) è un diario lungo un anno, in cui l’autrice ferrarese racconta se stessa e anche un po’ del senso della vita acquisito in anni di riflessioni, usando come spunto la propria storia di lettrice, l’amore per certi libri e per la lettura.
Libri che mi hanno rovinato la vita
Ho pensato che anche se non potevo e non volevo scegliere tra i libri che ho amato, forse potevo e dovevo scrivere di quelli che mi avevano fatta soffrire, e che forse scrivendone avrei capito qualcosa di me, qualcosa che ho messo fuoco da poco e che so essere importante.
Perché scegliere proprio quei libri che più di altri l’hanno tormentata e messa di fronte a una sofferenza non solo personale ma anche universale?
Perché sappiamo tutti che gli amori che ci portiamo fin nella tomba sono quelli che ci hanno marchiato con il dolore, quelli finiti male, quelli che ci hanno trafittə e lasciatə lì a boccheggiare, a prendere fiato, a farci mille domande.
Con i libri, però, spesso le risposte arrivano, magari a distanza di anni.
Ed è così che Bignardi racconta della propria evoluzione, del diventare adulta passando tra i dolori della vita (la morte del padre, la separazione dai due mariti, il cancro) non senza affiancarsi a letture che dopo parecchi anni, riprese in mano, hanno ancora qualcosa da dirle, talvolta rivelazioni del tutto opposte a quelle colte parecchio tempo prima.
Non c’è lettore e lettrice che non si rifletta nei libri che legge anche e soprattutto in base al momento in cui lo fa, e a tuttə sarà capitato di aver considerato un capolavoro qualcosa che dopo anni ci appare del tutto inutile, o ancora imprescindibile qualcosa che anni prima ci era sembrato incomprensibile.
Con Libri che mi hanno rovinato la vita Bignardi rimarca anche la sua innata capacità di raccontarsi con schiettezza, con quella saggia levità che accoglie e coinvolge, con una preziosa empatia verso chi legge che non è mai dono scontato.
Mi ero iscritta al Dams di Bologna, fingevo di studiare e di essere la ragazza avvenuta di sempre, invece trascorrevo le giornate nei traffici affaccendati dei miei amici tossici, frequentando il mondo dei ladri, i ricettatori e le prostitute di Ferrara.
Allo stesso tempo, ci troviamo di fronte a un libro che è un grande bacino a cui attingere per scoprire letture mai fatte, per confrontarsi su quelle condivise, per focalizzare i propri demoni e prenderne le distanze, pur continuando ad amarli, ad averne rispetto, talvolta soggezione.
Cattedrale di Raymond carver è questo un’opera che sa raccontare tristezza emarginazione solitudine e disperazione senza crogiolarci sì ecco perché Carmen rimane minimalismo batte massimalismo per parlare della tristezza bisogna togliere spegnere non raggiungere il dolore è già abbastanza ridondante e incandescente di suo
Sono due ore appassionanti, che volano via leggere, che sanno far sorridere, che aprono varchi nostalgici verso il passato e che pungolano abbastanza per far scattare la voglia di (ri)mettersi in gioco.
Un libro che non delude e che rinnova la convinzione che la vita sia l’arte dell’incontro, anche se a volte questo avviene tra gli scaffali di una libreria e con pagine scritte da chi non ci conosce ma sa tanto di noi.
un libro per chi: trova sempre un po’ di sé nei libri che legge
autrice: Daria Bignardi
titolo: Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici
editore: Einaudi
pagg. 162
€ 16.50