Esce oggi in libreria un romanzo distopico che sono certa non passerà inosservato: Di ferro e d’acciaio di Laura Pariani, pubblicato dalla prolifica NN Editore, diventerà un classico del genere e sarà spunto di profonde riflessioni per tutti i suoi lettori.
L’ho letto in anteprima e già dopo pochissime pagine sono stata fagocitata dalla trama, degna erede di grandi storie sconcertanti come 1984 di Orwell, Fahreneit 451 di Bradbury e La strada di McCarthy.
Di ferro e d’acciaio
Futuro prossimo.
In un luogo che assomiglia tanto alla Lombardia, l’operatrice h478 (Lusine) controlla, tramite l’utilizzo di droni e telecamere, il lento vagare del soggetto-23.017 (Maria N), una madre disperatamente alla ricerca del figlio scomparso Jesus.
Jesus è stato prelevato dalla Polizia Politica e Morale ed è stato incarcerato per aver espresso liberi pensieri in quello stato totalitario e ipercontrollato. La tortura e la morte lo attendono, perchè nel mondo in cui è nato non c’è spazio per chi coltiva il libero arbitrio.
Un mondo dove ogni libertà è repressa, dove il piacere e il benessere provengono da pratici surrogati, dove la spiritualità non esiste e dei sentimenti non rimangono che croste asettiche, mentre il silenzio imposto viene spacciato per salutare.
Stavo dicendo, ah sì, che lui venne alla Festa della Trasgressione che qui da noi è organizzata mica male: si può fare musica, recitare poesie d’amore, travestirsi, ricordarsi le cose che appartengono al passato, bere anche senza sete. Per ventiquattr’ore tutti i comportamenti proibiti sono permessi, e naturalmente c’è il pienone: i clienti passano il tempo perlopiù concionando fino a sfinirsi, ché trasgredire la regola del Silenzio Salutare è quel che davvero manda in orbita la gente.
Jesus percorre le strade di un paese silenzioso e fintamente ordinato, cercando di aprire gli occhi a chi lo circonda. Una metafora della vita di Gesù, che senza alcun timore sfidava le persecuzioni, parlando al cuore di ogni interlocutore.
Ed è grazie all’appassionata ricerca che Maria porta avanti, spinta dal viscerale amore per il figlio, che la stessa vigilante Lusine vedrà lentamente crollare le convinzioni che intrappolano la sua umanità.
Oltre alla trama, che ingloba il lettore fino all’ultima pagina, è il linguaggio uno dei punti di forza di questo romanzo: espressioni erudite che si mescolano a parole inventate, con pennellate dialettali lombarde, in assonanze e costruzioni che scivolano verso la neolingua inventata da Orwell per il suo Grande Fratello.
Come in ogni grande romanzo distopico, Laura Pariani denuncia la privazione della libertà di un popolo, che viene occultata dietro una fragile parvenza di benessere. Qualcosa che ci suona sempre familiare e c’inquieta, ma che forse non ci scuote abbastanza per andare oltre al rassicurante pensiero che questo incubo sia solo un libro.
Se c’è un monito tra le pagine è certamente questo: apriamoli gli occhi, non soltanto per leggere.
un libro per chi: ama ricercare nelle trame distopiche i tratti della nostra società contemporanea, ormai ben oltre il limite della fantascienza.
autore: Laura Pariani
titolo: Di ferro e d’acciaio
editore: NN Editore
pagg. 192
€ 14
CroceVia
La nuova collana curata da Alessandro Zaccuri ruota attorno alle parole che spesso pronunciamo distrattamente, senza dar loro il senso profondo che meritano.
Di ferro e d’acciaio è Passione, parola che usiamo ormai riferendoci a qualsiasi interesse faccia capolino nelle nostre vite.
È attraverso libri che raccontano storie autentiche scritte da autori e autrici che non mancano di originalità, che NN Editore, con la curatela di Zaccuri, vuole ridare luce e splendore al significato profondo di queste parole spesso bistrattate e ormai impolverate.
Visto l’ottimo risultato raggiunto con il romanzo della Pariani, non resta che aspettare le future uscite.