Articolo a cura di Melina Spinella.
L’essenza di Due Donne, romanzo di Nella Larsen pubblicato da Frassinelli, sta tutta nel suo sottotitolo: Passing.
La postfazione, curata dalla traduttrice Silvia Fornasiero, con dovizia di particolari imprescindibili e illuminanti, contestualizza l’opera narrativa attraverso l’approfondimento del contesto sociale di una Harlem degli anni Venti del secolo scorso e del fenomeno del «passare».
Pubblicato per la prima volta nel 1929, il romanzo di Larsen resta nell’oblio per un periodo di tempo inspiegabilmente lungo.
Un vero colpo da maestro la sua ripubblicazione nel 1986 da parte della casa editrice americana Rutger University Press così come l’arrivo in Italia.
Due donne
Il romanzo di Larsen, esponente di spicco della cosiddetta «Harlem Renaissance», mette in luce un tema poco noto, perlomeno per il pubblico di lettori italiani: l’ossessione americana per la color line, vale a dire la linea di confine tra bianchi e neri.
A quell’epoca, esisteva già da tempo un sistema di norme che vietavano di fatto alla popolazione nera di partecipare alla vita politica e sociale e, ad aggravare il trattamento discriminatorio, agli inizi del secolo scorso il giro di vite sulla definizione di «bianco» e «nero» decretò di considerare di razza nera chi avesse anche solo «una goccia» di sangue nero e quindi anche chi era «mulatto».
È in tale contesto che ha origine il fenomeno del passing, in altre parole decidere di attraversare la color line e definirsi bianchi.
Le sarebbe piaciuto saperne di più di questa faccenda rischiosa del «passare», questo distaccarsi da tutto ciò che era familiare e amichevole per tentare la sorte in un altro ambiente, non del tutto estraneo, forse, ma di certo non del tutto amichevole. Come ci si comportava, per esempio, riguardo alle proprie origini; come si parlava di sé. E come ci si sentiva quando si veniva in contatto con altre persone di razza nera.
Sono queste le domande che Irene Redfield vorrebbe porre a Clare Kendry, la figlia del portiere dell’edificio in cui abitava prima di sposarsi e che aveva incontrato casualmente dopo moltissimi anni a Chicago. Dopo la morte del padre, Bob Kendry, ucciso in una banalissima rissa da bar, Clare restò completamente orfana a quindici anni e Irene la rivide più di rado dopo il suo trasferimento nel West Side, presso alcuni parenti alla lontana, fino a che non si persero completamente di vista.
La trama si snoda tra il perdersi e il ritrovarsi delle loro vite, e l’autrice sceglie di raccontarla attraverso gli occhi e il sentire di Irene.
Il romanzo di Nella Larsen è decisamente affascinante: il flusso dei pensieri di ‘Rene agevola il lettore a comprenderne la psicologia nella sua più autentica essenza e nei profondi e reconditi turbamenti provocati dalla relazione con Clare.
Felina. Di certo quella era la parola che descriveva meglio Clare Kendry, ammesso che una singola parola potesse descriverla. A volte era dura e in apparenza priva di qualsiasi emozione, altre era affettuosa e avventatamente impulsiva. E vi era in lei una sorprendente, cheta malizia, nascosta con cura finché non veniva provocata. Allora era capace di graffiare, e con grande efficacia.
Due Donne è un romanzo breve ma tutt’altro che superficiale.
La scrittura di Nella Larsen è capace di andare in profondità nonostante una stupefacente semplicità e la narrazione è ricca di passaggi e spunti di riflessione particolarmente singolari.
Il finale spiazzante lascia il lettore con la bocca aperta e, contemporaneamente, con gli occhi increduli incollati alla pagina.
un libro per chi: adora scandagliare le due facce della stessa medaglia
autrice: Nella Larsen
titolo: Due donne
traduzione: Silvia Fornasiero
editore: Frassinelli
pagg. 166
€ 16.50