Esclusi da tutto: dal pendolarismo dei treni e delle metropolitane, dalle passeggiate in campagna, dalla quotidianità del lavoro, dai fine settimana fuori porta e dalle vacanze in paesi lontani.
Esclusi da tutto, in questi giorni anomali e in questo tempo dilatato, ma presi per mano da libri come questo, piccolo e prezioso tesoro di Valeria Luiselli, capace di farci muovere oltre i confini di casa.
Carte false, pubblicato dalla sempre straordinaria La Nuova Frontiera, ha il dono – ora più che mai inestimabile – di portare la mente laddove il corpo non può momentaneamente andare.
Carte false
Dieci capitoli brevi in cui la scrittrice messicana – finalmente nota per il romanzo Archivio dei bambini perduti, che l’ha consacrata nel mondo dei grandi narratori – si muove tra appunti di viaggio e citazioni letterarie, lasciando in eredità ai lettori numerose vibranti suggestioni.
Che sia il racconto dell’ancestrale e incontrollabile commozione di un rientro a casa, con l’autrice che si emoziona vedendo il lago Nabor Carrillo mentre l’aereo sta per atterrare a Città del Messico, o un inno alla bicicletta come mezzo di trasporto capace di riconnettere l’uomo al vero ritmo del proprio corpo, Luiselli sciorina una perla dietro l’altra, tra grandi verità e piccole cose ritrovate.
La bicicletta non è nobile soltanto con il ritmo del corpo: è anche generosa con il pensiero. Se si è inclini alle divagazioni, la compagnia del manubrio è perfetta; quando le idee tendono a scivolare in linea retta, le ruote della bicicletta possono custodirle; se un pensiero affligge il ciclista e ostacola il naturale scorrere del suo ragionamento, basta cercare una discesa bella ripida e lasciare che la gravità e il vento creino la loro alchimia redentrice.
Semplicemente perfetto e più calzante che mai a questo nostro periodo, il capitolo sulla saudade, che non è solo nostalgia o malinconia ma è presenza di un’assenza.
L’assenza di se stessi in un certo spazio e in un certo tempo, assenza della terra in cui sono cresciute le nostre radici.
Assenza di tutto quel che rappresenta ciò che chiamiamo casa.
La nostalgia era una malattia che si manifestava con un sintomo preciso: dolore (algia) per la propria casa (nostoy). E come per qualsiasi altra malattia, si erano trovati diversi rimedi: oppio, ventose, sanguisughe, purghe e bagni in acqua tiepida. Ma alla lunga i soldati diventavano immuni a quel genere di palliativi. Dopo molti tentativi, concluse Hoffer, ciò che aveva dato i risultati migliori era stato rispedire soldati a casa
Sparse qui e là – un passo dopo l’altro e tra una stimolante intuizione e l’altra – citazioni di grandi autori e aneddoti tratti dalle loro vite, ma anche analisi del profondo significato di molte parole che diamo ormai per scontate, perché scavare nel linguaggio e rinnovarne l’efficacia è intraprendere un nuovo viaggio nello stupore della riscoperta.
Carte false è un’opera tanto breve quanto profonda, che inizialmente appare come uno zibaldone di pensieri sparsi ma che svela immediatamente la propria natura di saggio linguistico e letterario, di diario di viaggio (non strettamente fisico) e di illuminante manuale di filosofia; tutto ciò mantenendo una leggerezza, di intenti e di scrittura, che ha il potente dono di trasformare la lettura in una boccata di ossigeno rigenerante.
Non si può che concludere con una citazione che riassume in poche righe ciò che dobbiamo tenere a mente in questi giorni, per non perdere di vista il nostro posto nel mo, ovunque esso sia.
Gli spazi sopravvivono al passare del tempo allo stesso modo in cui una persona sopravvive alla sua morte: in quell’alleanza stretta tra la memoria e l’immaginazione. I luoghi esistono finché continuiamo a pensare a essi, a immaginare in essi; finché li ricordiamo, ci ricordiamo in essi, e ricordiamo ciò che immaginiamo in essi.
un libro per chi: non riesce proprio a stare fermo
autore: Valeria Luiselli
titolo: Carte false
traduzione: Elisa Tramontin
editore: La Nuova Frontiera
pagg. 119
€ 15