e-mail da Shahrazad di Mohja Kahf

e-mail da Shahrazad di Mohja Kahf

e-mail da Shahrazad è stato una folgorazione.
Il fulmine che ha illuminato un’oscura notte di pensieri e stanchezza e ha manifestato il potere di ricordarmi l’amore che provo per me stessa, per la mia libertà e indipendenza e per tutte le donne che lottano per sé e per le altre.
Un libro che poi è diventato il dono più frequente che offro alle amiche importanti, quelle a cui le parole – mai innocenti, nel bene e nel male – di Mohja Kahf appariranno rinvigorenti quanto lo sono state per me.

Mohja Kahf

Nata in Siria nel 1967 e migrata negli Stati Uniti nel 1971, in seguito alle minacce ricevute dalla famiglia politicamente esposta, Mohja Kahf è professoressa di Letterature Comparate presso l’Università dell’Arkansas.
Con un piglio coraggioso e realistico, talvolta addirittura ironico e provocatorio, affronta temi oggi più che mai fondamentali per superare l’ignoranza generata dai confini.
e-mail da Shahrazad è stato il suo esordio letterario.

e-mail da Shahrazad

Pubblicato nel 2003 dalla University Press of Florida, e-mail da Shahrazad racchiude poesie scritte tra il 1983 e il 2001 che ben delineano il mondo degli arabo-americani, che proprio nel 2001 hanno subito una diversa percezione sociale a seguito degli attentati dell’11 settembre.
Una comunità sempre in bilico tra modernità e tradizione, di frequente provata da violenze radicali difficili, se non impossibili, da rimuovere dalla memoria ancestrale.
Un popolo spesso costretto ad allontanarsi dal paese di origine, con lo strazio nel cuore e le macerie negli occhi, che tramanda alle seconde generazioni un nostalgico senso di smarrimento e il velato rimpianto della separazione.

Questo è uno dei temi portanti degli scritti di Mohja Kahf, contemporanea Shahrazad con il compito di tenere in vita, tramite parole che sono radici ma anche strade, il cammino degli immigrati, così come la fuga degli esuli.

Mio fratello ed io attraversammo un campo.
La sua musica dorata non era nostra. Ascoltavamo
i suoi cori di fiordaliso e cercavamo
di sentirci degli Hoosiers. Zie e zii
ci nutrivano di dolci siriani, troppo sciroppati, e i genitori ci promettevano oro arabo.
Cantavamo gli inni
dei loro paesaggi della memoria su richiesta
per i visitatori e gli ospiti stranieri.
A scuola giuravamo fedeltà,
cercando di non sentirci traditori.

Altro tema dei componimenti di Mohja Kahf è la questione femminile tra Oriente e Occidente.
Il richiamo alla principessa Shahrazad, scaltra eroina letteraria che attraverso la parola si ribella alle leggi che la condannano a un destino ingiusto, è necessario a ribadire la forza delle donne, apparentemente fragili ma sempre capaci di sfidare pregiudizi e preconcetti, anch’esse in continuo cammino verso la libertà d’essere se stesse, qualunque sia il loro sentire.

[…]
E all’improvviso Shahrazad scompare
ma le storie che ha dischiuso continuano –

questo è il potere del raccontare una storia –
E all’improvviso ti trovi
a nuotare nel mare verso la Scogliera delle Estremità,
a volare verso la Valle di Tutto Ciò che è Possibile,
a camminare a piedi nudi su una lama
sopra l’Abisso delle Fiamme,
ad atterrare in un campo dove lotti con Iblis,
la cui forma si tramuta nel tuo amante,
nella Morte, nella conoscenza, in Dio
il cui volto si tramuta in Shahrazad –

E all’improvviso trovi te stessa.

Poche pagine dopo si arriva alle parole che più di altre mi hanno commossa, dove amicizia e sorellanza sono le basi di una ribellione gentile e potente, che tra i punti di forza conta l’arte dell’incontro e il superamento delle reciproche diversità.

Tutte le donne parlano due lingue:
la lingua degli uomini
e la lingua della sofferenza silenziosa.
Alcune donne parlano una terza lingua,
la lingua delle regine.
Sono meravigliose
e sono mie amiche.
[…]
Mie meravigliose amiche – le donne
di talento della mia vita,
che fanno levitare le mie figlie,
voi siete un cappotto dai tanti colori
in seta tinta a nodi così sottile
che può essere racchiusa in una mano.
Voi uri, voi sirene, nuotatrici
in acque pericolose, che sfidate gli squali –

L’oggetto libro, pubblicato in Italia da Aguaplano, è di tale bellezza e cura – a partire dalla luminosa e raffinata copertina, fino all’impaginazione del testo in inglese a fronte, rispettoso di spazi e interlinee – da essere il perfetto custode di quanto in esso contenuto.
La curatela e traduzione dell’accademica Mirella Vallone non passano inosservate, dando ancora maggior risalto alle parole dell’autrice, che qui esprimono tutto il loro potenziale immaginifico e comunicativo.
Da possedere e leggere ripetutamente.

e-mail da Shahrazad di Mohja Kahf

un libro per chi: non si ferma mai di fronte all’apparenza

autore: Mohja Kahf
titolo: e-mail da Shahrazad
traduzione e cura: Mirella Vallone
editore: Aguaplano
pagg. 173
€ 12

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *