Giuliano Gallini, scrittore emiliano che ha esordito lo scorso anno con Il confine di Giulia, ha un vizio letterario molto piacevole: nei suoi libri racconta episodi della vita di importanti scrittori, che fanno parte del suo vissuto di lettore appassionato.
Se nel romanzo d’esordio ci raccontava una vicenda amorosa di Ignazio Silone, ne Il secondo ritorno – in libreria ancora una volta per Nutrimenti – il protagonista è Joseph Conrad, alle prese con la difficoltosa revisione di un romanzo e con i dubbi esistenziali che ne hanno fatto un fine indagatore dell’animo umano.
Il secondo ritorno
Stanford-le-Hope, 10 novembre 1897.
Il polacco Joseph Conrad, ex capitano di mare e oggi scrittore nella vecchia Inghilterra, è in crisi creativa.
Dilaniato dai dubbi sul suo nuovo romanzo, Il ritorno, attende con trepidazione una lettera di Henry James, che gli indichi la giusta via per dare miglior forma al testo che sta occupando troppo spazio nei suoi pensieri ossessivi.
Una storia particolare quella di Alvan Hervey, abbandonato con una fredda lettera dalla moglie, immediatamente pentita e ritornata al talamo nuziale.
Una storia poco credibile secondo Jessie, la giovane e devota moglie di Conrad, considerata gretta e ignorante dalla società ma presenza importante e irrinunciabile per lo scrittore.
In attesa del loro primo figlio, l’intuitiva Jessie vigila instancabile e silenziosa sull’opera del marito, restando sempre in disparte ma pronta al confronto non appena richiesto.
Conrad, abituato a solcare coraggiosamente i mari, si rivela insicuro e fragile di fronte a questo buio creativo, arrivando a interrogarsi ossessivamente sul suo futuro di scrittore: riuscirà a mantenere la famiglia scrivendo libri? Riuscirà ad andare oltre all’etichetta di scrittore di romanzi esotici ambientati in terre selvagge o sarà per sempre legato al tema dell’imperialismo?
“Quando la smetterà di prendermi in giro e di sforbiciare solo l’aria, Warren?”
“Deve valorizzare il suo aspetto da falco, signor Conrad.”
“Falco?”
“Un falco forte, poderoso. Lei ha un volto affilato su spalle e petto larghi, da lottatore; è ispido, ma con gli occhi illuminati.”
“Mi state descrivendo come meglio non saprei fare io con un mio personaggio.”
“Il mio mestiere mi porta a osservare i clienti e a farne degli dei.”
“Non esageri Warren.”
Burbero e pessimista, Conrad sente risvegliarsi un moto di indomita passione quando viene a conoscenza della scomparsa di Alice Ticknor, misteriosa figura femminile fuggita da quel piccolo paese di campagna.
Ed è proprio nella ricerca spasmodica di questa donna coraggiosa e pronta a tutto per liberarsi dai soprusi di una vita infelice, che lo scrittore si avvicina al senso di quanto raccontato ne Il ritorno, dando finalmente una scossa all’inerzia che lo attanagliava.
Fuori da quelle mura c’era ancora più sofferenza, c’era l’irrazionale. C’era più verità ma più male. Le leggi e le credenze costruiscono una vita convenzionale, ipocrita, falsa. A tratti aggressiva, cattiva. Ma fuori da quelle leggi e credenze il male, che nelle società umane è imbrigliato e controllato, è invece libero di esprimersi senza alcuna catena.
Milano, 10 novembre 2017.
Agnese è una talentuosa artista che da cinque anni vive con Leo, architetto in cerca di affermazione professionale.
L’insoddisfazione per questo amore appassito, diventato abitudinario e quasi del tutto insostenibile, ha fomentato una crisi creativa nata durante la realizzazione di un progetto visuale dedicato allo scrittore Joseph Conrad e alla moglie Jessie.
Jessie e Joseph. Jessie George e Joseph Conrad. Un matrimonio che gli amici di Conrad non avevano capito e che gli rimproveravano. Amici come il suo editor Edward Garnett, lo scrittore Ford Madox Ford e autori come Henry James e Virginia Woolf. Jessie era una donna senza cultura, e senza voglia di migliorarsi, secondo il coro intellettuale. Una dattilografa, buona solo per battere a macchina i romanzi del marito. Non bella. Le piaceva cucinare, e la sua più grande ambizione era scrivere un libro di ricette. Ma Jessie e Joseph si amarono per tutta la vita, nonostante l’ironia con la quale anche lui parlava del loro rapporto. Agnese se ne era invaghita, e voleva raccontare il segreto del loro legame.
Nel giorno in cui Leo sta per ricevere un importante incarico professionale, Agnese decide di andarsene da casa, lasciando il compagno con un breve biglietto.
Si pentirà come la protagonista de Il ritorno o sparirà come Alice Ticknor?
In un gioco di scatole cinesi, fatto di storie che si legano ad altre storie in un infinito e vertiginoso girotondo, le speculari vicende di Agnese, della moglie di Alvan e di Alice Ticknor ci pongono di fronte a un irrisolvibile dubbio esistenziale: è più coraggioso chi fugge verso un incerto ma possibile ignoto felice o chi resta per tentare di cambiare un mondo fatto di insoddisfacenti certezze?
Il secondo ritorno si snoda tra storia e finzione, capitolando in un finale spiazzante e doloroso, che rivela il lato più oscuro di Giuliano Gallini, abilissimo nel muoversi in quella che si può definire una narrazione metaromanzata.
Genere certamente non facile, che ha trovato in Gallini una voce autorevole e originale.
un libro per chi: vuole riflettere sulle diverse e infinite sfaccettature dell’animo umano
autore: Giuliano Gallini
titolo: Il secondo ritorno
editore: Nutrimenti
pagg. 175
€ 16