Susanna Tamaro.
Quanti di voi, leggendo questo nome, storcono il naso? A quanti viene istintivamente in mente Va’ dove ti porta il cuore, romanzo che le diede celebrità ma che anche la etichettò come autrice per palati semplici e nulla di più?
Io per prima devo alzare la mano, lo ammetto. Dopo aver letto il più noto dei suoi romanzi e anche Anima mundi, ho abbandonato l’autrice e i suoi lavori letterari.
Con Il tuo sguardo illumina il mondo, sua ultima opera in uscita oggi per Solferino, è giunto il momento di ricredermi, fare ammenda e ammettere la realtà: la Tamaro ha una profondità di spirito rara e un’indiscutibile capacità di trasporre questa dote preziosa sulla pagina scritta.
Il tuo sguardo illumina il mondo
Caro Pierluigi,
fino a ieri la casa e i campi erano immersi nel gelo.
Se uscivo a camminare, a ogni mio passo il suolo scricchiolava. Se entravo nel bosco, mi avvolgeva quel silenzio che solo l’inverno profondo sa donare al mondo.
Ogni cosa è sospesa, ogni cosa è raccolta.
È questo il tempo che amo. Il tempo in cui il pensiero si fa chiaro e il cuore viene preso da una leggerezza infantile. Non sembrano esserci ombre, né minacce di crolli improvvisi. Tutto è luminoso, e di questa luce non è possibile dubitare.
Inizia così la lunga lettera che Susanna Tamaro scrive all’amico Pierluigi Cappello, poeta scomparso nell’ottobre 2017; parole così evocative che per un attimo, leggendole, ho sentito un brivido di freddo, in questo caldissimo settembre milanese.
Conosciutisi in età adulta e diventati amici in quel modo profondo e sincero di chi si racconta senza alcun filtro, Susanna e Pierluigi si erano ripromessi di scrivere un libro insieme. Il tumore Maligno che ha portato via Cappello tra spietati dolori, ha impedito che questo progetto comune si realizzasse.
È la Tamaro sola, quindi, che in poco più di duecento pagine racconta la storia d’amicizia e affinità elettiva con il poeta friulano, costretto dall’età di sedici anni sulla sedia a rotelle, dopo un grave incidente motociclistico.
Il tuo sguardo illumina il mondo non è solo il diario di un’amicizia rara e speciale, ma è anche un memoir in cui l’autrice racconta la propria infanzia infelice e i dolori di una figlia poco amata e sempre incompresa.
Dove i padri sono padri e le madri madri, i figli hanno il privilegio, almeno da bambini, di essere semplicemente figli.
Se quando si rivolge a Pierluigi, o quando osserva la natura e il mondo delle piccole cose amate, la Tamaro scrive con slancio poetico pregno di un lontano e dimenticato romanticismo, è altrettanto vero che l’autrice sa essere particolarmente icastica nel raccontare ciò che riguarda direttamente il proprio dolore di figlia, donna e scrittrice.
Ferite aperte che ancora spurgano una rabbia così sincera da essere indubbiamente considerata giusta e innocente.
Quando uscì Va’ dove di porta il cuore la cosa che più mi colpì furono le reazioni livide che suscitava nelle élite culturali la parola «cuore».
Il libro veniva considerato spazzatura culturale, roba per persone ignoranti facili da abbindolare, trivialità neppure degne dei Baci Perugina. Allora ero giovane e mi stupivo di tanta furia. Ora non mi stupisco più. La rimozione dell’anima e la rimozione del cuore sono la stessa cosa. La nostra identità deve essere tutta concentrata nella testa e nei genitali, in mezzo non ci deve essere niente.
Con generosità straordinaria Susanna Tamaro si dona in toto al lettore, non nascondendo più la Sindrome di Asperger che da sempre la costringe a fare i conti con la propria fragilità; tantomeno minimizza la fatica e i timori di chi ha fatto della scrittura un’esigenza vitale ma anche, talvolta, un’oscura prigione.
Scrivere costa, sempre e comunque, un enorme fatica, sia che si raggiungano i livelli più alti sia che ci si smarrisca in tentativi incerti. Fatica fisica e fatica emotiva perché anche per parlare di tramonti e di gabbiani si deve essere disposti a svelare un punto di sé in cui la corazza allenta le sue maglie e ci rende vulnerabili.
Nel confronto tra le loro vite, così distanti per età e caratteri ma così affini per le sofferenze provate e gli sguardi meravigliati sul mondo, Susanna e Pierluigi crescono insieme, come raramente accade nelle amicizie tra adulti.
Per sempre bambine nelle loro lunghe chiacchierate notturne, le due anime gemelle si uniscono in un grande amore per la vita, per il silenzio, per la lentezza e per le piccole cose di ogni giorno, lasciando cadere armature e catene.
Gli anni della nostra amicizia sono stati per me gli anni della grande libertà. La libertà di essere così come sono, senza le finzioni che richiedono le persone grandi, quelle a cui nulla importa delle coccinelle e che sanno sempre dove andare, cosa fare, che hanno sempre uno scopo da raggiungere.
Le parole della Tamaro scavano e incantano, costringono alle riflessione e accompagnano il lettore su strade dimenticate.
Non si tratta di banale retorica.
È la vita così com’è, quella che Pierluigi amava visceralmente e che Susanna, a modo suo, continua ad affrontare ogni giorno.
un libro per chi: ha bisogno di fare una profonda riflessione sulla propria vita, per ritrovare la via del cuore
autore: Susanna Tamaro
titolo: Il tuo sguardo illumina il mondo
editore: Solferino
pagg. 208
€ 15 euro