Articolo a cura di Metella Orazi.
Con I reietti, pubblicato da Mattioli 1885, si conclude la trilogia che lo scrittore americano Lee Maynard ha dedicato alla città di Crum, nella Virginia occidentale.
I reietti
Jesse Stone è adulto ma continua a essere inquieto come da ragazzino.
Da tempo partito da Crum, dove ha lasciato il suo unico vero amore Yvonne, si muove ora verso l’Ovest degli Stati Uniti affamato di vita, alla ricerca di un posto che non lo respinga e dove i problemi non lo inseguano.
Dopo aver passato un po’ di tempo a lavorare in un ranch in Wyoming, si sposta in Colorado dove si iscrive all’università.
Al ranch avevo letto abbastanza libri per sapere che avevo bisogno di leggere molti più libri. I romanzi mi avevano aperto le porte della storia, e la storia quelle delle biografie, e le biografie quelle della filosofia, e la filosofia di tutto il resto finché non mi ero ritrovato immerso in una merda che non capivo nemmeno.
Pensavo di aver bisogno dell’università.
Per Jesse l’università si rivela un posto irreale, troppo organizzata, un ambiente a cui non sente di appartenere e in cui non riesce a stare, e ben presto ricomicia il suo infinito girovagare.
In autostop, con sempre almeno un libro nello zaino, giunge in California, la terra delle opportunità, dove spera di trovare qualcosa che faccia per lui, anche se è consapevole di essere una testa calda, sa anche che in quegli anni (’50 – ’60) l’America concede occasioni proppizie a chi le sappia cogliere, senza neppure impegnarsi tanto.
In compagnia di un messicano e un indiano americano prende parte a una brutta scazzottata fuori da un bordello e le conseguenze di questa azione saranno per lui molto pesanti.
Ci deve essere qualche errore, pensai, capendo all’istante che invece non c’era. Non c’era nessun errore. Il sergente Murdock non era un poliziotto. Faceva parte dell’esercito degli Stati Uniti. Ufficio reclutamento, saltò fuori in seguito.
Dall’esercito Jesse non può scappare o sarebbe considerato disertore e si spalancherebbero per lui le porte della galera; il desiderio di fuga è frustrante e ad aggravare la situazione c’è la vita dura delle reclute, tra cui ne spicca per cattiveria una in particolare, una vera spina nel fianco per Jesse.
Starker.
Quando vidi per la prima volta quel figlio di puttana, non mi piacque. Nel giro di una settimana lo odiai. Dopo un mese sapevo che sarei morto dalla voglia di spaccare la testa a quello stronzo e che mi sarei divertito come mai nella mia vita. E sarebbe arrivato il momento in cui avrei voluto ucciderlo.
Maynard utilizza un linguaggio rude ed essenziale, alle volte scurrile, ma che riesce a fare intravvedere uno spiraglio poetico. L’autore racconta con umorismo tagliente e in maniera cruda di sesso esplicito e di odio bruciante; non c’è salvezza dalla cattiveria, e non c’è redenzione quando si è corrotti, c’è però verità e speranza. Questo miscuglio di materia infiammabile ha spesso significato la messa al bando dei libri di Maynard, etichettati come osceni e invendibili per alcune librerie che, dal 1985 data del primo, li hanno respinti.
I reietti è insieme l’elogio della fuga e il resoconto malinconico della ricerca indefessa di un ragazzo del suo posto, quello da chiamare casa, in un mondo che non accoglie tutti allo stesso modo, ma in cui tutti vogliono stare.
un libro per chi: ama chiudere i cicli
autore: Lee Maynard
titolo: I Reietti
traduzione: Nicola Manuppelli
editore: Mattioli 1885
pagg. 333
€ 20