Articolo a cura di Metella Orazi.
Cosa c’è di più destabilizzante che trovarsi al centro di una faida tra famiglie malavitose? Forse solo combattere con i propri demoni, cosa che il tormentato detective David Robicheaux deve fare costantemente. In Una cattedrale privata, pubblicato da Jimenz Edizioni, l’autore americano James Lee Burke pone il suo personaggio ricorrente – qui al 23° episodio – ad affrontare questi importanti dilemmi.
Una cattedrale privata
A New Iberia, in Louisiana, ci sono due famiglie criminali che da lungo tempo si scontrano senza pietà per la supremazia sul territorio: i Shondell e i Balangie.
Robicheaux, sospeso dall’incarico di poliziotto perché beve decisamente troppo, viene ingaggiato privatamente per ritrovare una ragazza, Isolde Balangie, che è fuggita proprio con Johnny, nipote del boss Mark Shondell al quale è stata donata come schiava, dalla famiglia.
Tornai a New Iberia e alla mia casa lunga e stretta su East Main, non distante dalla famosa residenza prebellica chiamata The Shadows. All’epoca facevo la mia vita da vedovo, nei giorni precedenti all’11 settembre, la vita di un recluso che cercava di nascondersi dalle sue dipendenze più distruttive, il Jack on the rocks con birra al seguito e una storia d’amore con lo stato della Louisiana noto come la Grande Prostituta di Babilonia. Per me è sempre stata l’incarnazione di ogni vizio presente sul menu, a partire dagli ippodromi e dai grandi tavoli di bourée e dai casinò e dai fiumi di gin e vodka e whiskey e dai locali per rimorchiare con una specialità della casa su ogni sgabello smaniosa di darci dentro in quattro quarti.
Robicheaux comincia le indagini con il fido amico Clete Purcell, ma nel ricercare le motivazioni della fuga e del “dono” si avvicina troppo alla madre dalla ragazza e all’amante del padre; insomma, si caccia in guai ancora più seri. Da quel momento Dave e Clete devono fare i conti con un assassino con capacità sovrannaturali che viene messo loro alle calcagna e che costringe Robicheaux a un confronto spirituale con i propri fantasmi: alcolismo, la ferita del Vietnam e la morte.
Ma quel giorno sentivo che nella mia vita c’era un vuoto che non avrei mai colmato, un dolore che non aveva una sorgente. La morte non è una presenza transitoria o graduale. Ti inghiotte intero.
La componente soprannaturale di Una cattedrale privata è abbastanza sorprendente e inquietante, ma non prevale mai sugli altri elementi narrativi caratterizzati da una scrittura brillante e riflessiva, che dà il meglio di sè nelle descrizioni del paesaggio di New Iberia, tanto brutale quanto la sua storia fatta di schiavitù e sfruttamento.
Le parti in cui Robicheaux parla dell’alcolismo sono tra le più vere ed efficaci del libro; Burke riesce ad esprimere sentimenti profondi mostrandoci il continuo combattimento che si svolge dentro l’uomo, dilaniato tra l’amore per il mondo e l’odio verso se stesso.
Un alcolista ha una nevrosi radicata, blindata e sepolta nell’inconscio che lo tiene costantemente in guerra con se stesso.
Burke è un maestro nell’impastare crime, horror e poesia. Ci fa amare tutto, ci parla di violenza e passione, e tanto di amicizia, un’altra forma d’amore di cui non possiamo fare a meno.
Da leggere, come i ventidue romanzi precedenti.
un libro per chi: nei libri ricerca la speranza nella tempesta
autore: James Lee Burke
titolo: Una cattedrale privata
traduzione: Gianluca Testani
editore: Jimenez Edizioni
pagg. 397
€ 22