Breve storia dei trattori in Ucraina di Marina Lewycka

Sulla copertina di Breve storia dei trattori ucraini di Marina Lewycka c'è il disegno molto elementare di un trattore guidato da una donna

Breve storia dei trattori in Ucraina è un titolo decisamente originale, che forse trae in inganno chi si approccia alla lettura e crede di trovarsi di fronte a un libro addirittura divertente; Marina Lewycka, scrittrice britannica d’origine ucraina, racconta invece una vicenda che seppur, con toni umoristici, si concentra su temi molto più drammatici di quanto ci si aspetterebbe.

Breve storia dei trattori in Ucraina

Due anni dopo la morte di mia madre, Pappa s’innamorò di una splendida bionda ucraina divorziata. Lui aveva ottantaquattro anni, lei trentasei. Esplose nella nostra vita come una soffice granata rosa, smuovendo le acque torbide, facendo venire a galla una poltiglia di ricordi rimossi, dando ai fantasmi di famiglia un bel calcio nel sedere.

Pappa è Nikolaj, un ingegnere meccanico di origine ucraina, che oggi ha ottantaquattro anni e che nel 1943, dopo aver tanto sofferto per le guerre, la fame, la dittatura, riuscì a fuggire in Inghilterra con la moglie e la prima figlia, Vera.
La voce narrante è quella di Nadia, la figlia minore, che dalla morte della madre, avvenuta due anni prima, non parla più con la sorella maggiore, rea di aver ottenuto un’eredità più vantaggiosa.

Della vita e della morte mia madre se ne intendeva. Una volta portò a casa dal mercato un coniglio. Lo scuoiò e lo sventò sul tavolo della cucina, ne estrasse le viscere rosse sanguinolente poi infilò una cannuccia nella trachea e gli soffiò nei polmoni. Con gli occhi spalancati, vidi i polmoni dilatarsi e restringersi. 
“Vedi, Nadezhda, è così che respiriamo. Respiriamo e viviamo.” 
Un’altra volta tornò a casa con un pollo vivo. Lo portò nel giardino sul retro, lo strinse fra le ginocchia, mentre quello cercava di liberarsi, e gli ruppe il collo con gesto agile e svelto. Il pollo si contrasse, e poi si afflosciò, inerte.
“Vedi,  Nadezhda, è così che moriamo.” 
Sia il pollo che il coniglio vennero poi arrostiti in padella con aglio, scalogno ed erbe aromatiche. Sparita la carne nelle nostre bocche, le ossa vennero usate per il brodo. Non si sprecava niente.

Questa famiglia già così scalcagnata viene messa a dura prova quando Pappa Nikolaj decide di sposare Valentina, un’ucraina che ha meno della metà dei suoi anni e che cerca disperatamente di ottenere il passaporto britannico.
La donna, tanto procace quanto volgare e spietata, circuisce il vecchio e si piazza nella sua casa con il figlio adolescente, dando ordini come se fosse una regina e riducendo l’uomo – mosso, come tanti, da quel poco che resta del suo testosterone – a una sorta di schiavo invertebrato.

È Nadia la prima a sapere di questa relazione così pericolosa.
Nadia che è professoressa di sociologia all’università e che ha sempre avuto idee di sinistra, aperta all’immigrazione e all’accoglienza, convinta che chi ha di più debba sempre dare a chi ha di meno.
Proprio lei, che credeva di sapere tutto della sua famiglia e che, invece, si ritrova a scoprire un passato che le era stato volutamente negato.

“Nadia, perché continui a frugare nel passato?” È tesa, le si incrina la voce. Il passato è sporco. È come una fogna. Non devi giocarci. Lascialo perdere. Dimenticatene.”

Nadia sarà costretta a riavvicinarsi a Vera, pur di combattere in ogni modo Valentina e i suoi subdoli intenti.

Lewycka cerca di mantenere un tono sarcastico e dissemina il romanzo di umorismo nero mentre tocca temi tristemente universali, come l’invecchiamento e la solitudine che ne consegue, causa primaria di tante truffe agli anziani, disposti a tutto pur di avere un po’ di affetto e calore.
Non solo, Breve storia dei trattori in Ucraina, che deve il suo titolo al libro che Nikolaj sta scrivendo e che altro non è che un espediente per raccontarci la difficile storia di una nazione che anche oggi non ha pace, è un romanzo che racconta la difficoltà delle relazioni familiari, spesso basate sui non detti che generano freddezza e distanza.

Peccato per la lungaggine di alcuni passaggi, che finisce per allontanare i lettori e le lettrici da una storia che, a suo modo, risulta coinvolgente.

un libro per chi: non si scandalizza quando ride amaramente delle brutte vicende altrui

autrice: Marina Lewycka
titolo: Breve storia dei trattori in Ucraina
traduzione: Luigi Maria Sponzilli
editore: Astoria
pagg. 303
€ 19

Chi ha scritto questo post?

Emiliano-romagnola, ragazzina negli anni ’80, si è trasferita a Milano nel 2008 e per molto tempo è stata un "angelo custode di eventi".
Da anni si occupa anche di libri: modera incontri letterari, ha ideato e realizzato la rassegna Segreta è la notte e conduce diversi gruppi di lettura.
Pratica mindfulness dal 2012, sogna sempre le montagne e ascolta musica jazz.
È meno cattiva di quello che sembra e vorrebbe morire ascoltando “La Bohéme” di Puccini.

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