Si entra in punta di piedi nella storia raccontata da Ann Patchett in Tom Lake, ultimo romanzo della scrittrice americana pubblicato in Italia da Ponte alle Grazie.
Si entra in punta di piedi e ci si rimane così profondamente invischiati che sarà poi difficile uscirne senza sentirsi parte della famiglia Nelson, che vive nel Michigan e coltiva ciliegie.
Il libro sarà protagonista del gruppo di lettura Babele.
Tom Lake
Laura è giovanissima quando rinuncia alla U nel suo nome e diventa Lara Kenison, il nome d’arte che sceglie per salire sul palco e interpretare Emily, la protagonista di Piccola città di Thornton Wilder.
Nemmeno le sue figlie hanno mai saputo di quella U; per loro la mamma è sempre stata solo Lara, e lo scoprono solo oggi, ora che il lockdown per la pandemia da Covid-19 le ha costrette a tornare nella fattoria di famiglia per dare una mano a raccogliere le ciliegie.
I Nelson sono una bella famiglia unita.
Lara e Joe sono sposati e hanno avuto tre figlie: Emily, la più grande, che ha studiato agronomia e che prenderà in mano l’azienda agricola di famiglia; Maisie, che studia veterinaria e che in quei giorni pandemici soccorre e cura gli animali di tutti i vicini di casa; Nell, la più piccola, che sogna di fare l’attrice, sulle orme del talento materno.
Lara, infatti, non ha solo recitato in produzioni amatoriali, ma – scoperta dal regista Bill Ripley – è stata anche la star protagonista di un film, Singolarità.
Nell’estate del suo debutto cinematografico e nell’attesa dell’uscita del film, Lara raggiunge Tom Lake, ridente località di villeggiatura nel Michigan, nota per le sue floride stagioni teatrali estive da cui spesso hanno spiccato il volo diversi talenti.
È ancora una volta la Emily di Piccola città, il suo alter ego, il personaggio a cui si sente di appartenere, e sul palco incontra Peter Duke, che interpreta suo padre e che è destinato a diventare una grande stella del cinema, addirittura vincitore di un Oscar.
Ed è anche il ragazzo per cui Lara perde la testa come solo a vent’anni si può fare.
Duke si fermò di nuovo. Eravamo fuori dall’edificio in cui alloggiavo. Mi prese di mano la sigaretta e le spense entrambe in un vaso di gerani sulla veranda. Forse avevo un po’ di capogiro. Non avevo notato i fiori al mio arrivo, né quando ero uscita. Salire le scale mano nella mano mi sembrò la cosa più naturale del mondo. Per quanto ne sapevo, poteva aver salito le scale anche con l’altra Emily, quella che era durata un solo giorno. Forse mi stava portando in un letto in cui aveva già dormito, ma io me ne infischiavo, perché adesso quello era il mio letto.
Peter Duke è sempre stato parte della famiglia Nelson, fin da quando Joe, durante l’ennesima visione di uno dei suoi film, si lasciò scappare un accenno al suo flirt con Lara. La figlia più grande Emily durante l’adolescenza ne fu stata addirittura ossessionata, convinta di esserne la figlia.
Mentre raccolgono ciliegie, Lara ripercorre per le figlie quell’estate di giovinezza, di passione per Duke e per la recitazione, di amicizia con Pallas, la sua sostituta, e con Sebastian, il fratello del suo boyfriend.
L’andirivieni tra passato e presente è così piacevole che diventa una culla in cui deliziarsi, godendo di una storia familiare resa ancora più avvincente dalla scrittura evocativa di Patchett, che sa riportare sulla carta la luminosità che circonda la fattoria.
Lentamente, riempiendo il tempo sospeso dal virus che ha bloccato il mondo, Lara Nelson svela i dettagli di un amore di gioventù che oggi appare minuscolo ma che, a vent’anni, pareva immenso e totalizzante: non solo quello per Duke, ma soprattutto quello per il teatro e per la recitazione.
Ma perché, con quel talento straordinario ha poi deciso di smettere di recitare? Cos’è successo in quell’estate del 1988? Perché oggi tutto ruota attorno alle ciliegie della fattoria e null’altro sembra importare? E come mai Duke è ormai una figura lontana e al fianco di Lara c’è Joe?
Quanti anni passati a baciarlo. Quanti anni passati a non baciare nessun altro, una consapevolezza che mi dona un conforto profondo e duraturo. Joe non è Duke. Joe non è mai stato Duke e io non ho mai voluto che lo fosse.
Tom Lake è una splendida lezione di vita e Lara con il suo lungo racconto ci insegna che tutto passa, che anche i momenti peggiori possono finire dietro le quinte del nostro passato, lasciando protagonista del presente solo ciò che conta davvero.
È vera maestria la soppesata lentezza con cui Patchett raggiunge la meta e mette insieme i pezzi del puzzle, svelando ai lettori e alle lettrici ciò che le figlie di Lara non sapranno mai, lasciando qua e là dei dettagli apparentemente insignificanti che, come spesso succede, sono in verità le fondamenta su cui poggia il presente di questa famiglia come tante eppure unica come tutte.
Non ci si annoia affatto nella fattoria dei Nelson e noi siamo fortunati a poter trascorrere con loro il tempo prezioso di questo libro.
un libro per chi: sta lasciando andare il passato per vivere al meglio il presente
autrice: Ann Patchett
titolo: Tom Lake
traduzione: Michele Piumini e Valeria Gorla
editore: Ponte alle Grazie
pagg. 380
€ 18